“Siamo fatti di grano”, questo l’assunto con cui Alce Nero ha aperto l’evento dedicato al grano che si è tenuto il 28 luglio scorso all’interno del Parco della Biodiversità di Expo 2015 Milano. Il grano che per l’uomo è pane e pasta. Pane che in sanscrito ha lo stesso etimo di “padre” e per i latini è invece “nutrimento”. Siamo fatti di grano quindi, letteralmente. Un grano che per Alce Nero è biologico, proveniente da una terra buona, a cui portare rispetto. Humus ricco, che genera e che riconduce a radici ancestrali, perché humus è terra, uomo, fertilità, ma anche “umiltà”.
Alce Nero, il marchio di oltre mille agricoltori e apicoltori biologici, impegnati, dagli anni ‘70, in Italia e nel mondo, nel produrre cibi buoni, sani e che nutrono bene, sa che la componente più importante del grano si trova nel chicco integro, frutto di una pianta che ha ottenuto dalla terra tutti i nutrienti naturali: per questo si impegna in una battaglia che mira a recuperare i grani che hanno accompagnato la nostra cultura per lungo tempo, riconsiderando la preziosità del loro glutine.
Capostipite di questa rivoluzione è la Pasta di Grano Senatore Cappelli, il cui stelo sfiora l’altezza di un metro e ottanta e le cui spighe terminano con l’inconfondibile baffo nero, che deve il suo nome all’omonimo senatore abruzzese promotore della riforma agraria che portò alla distinzione tra grani duri e teneri. Considerato il re dei grani duri italiani, perché particolarmente resistente ai climi più secchi, il Grano Senatore Cappelli viene coltivato con dedizione e cura solo nelle zone più vocate del nostro Paese.
Tornare a parlare di grano per riprendere il contatto con una terra che è madre e vita. A discuterne ad Expo sono stati innanzitutto coloro che il grano lo coltivano: Maria Desiante, Nicola De Vita e Salvatore Pace, tre agricoltori e produttori Alce Nero che hanno raccontato del campo, del raccolto e della prima trasformazione, testimoniando la profonda differenza esistente tra la produzione biologica e quella convenzionale.
Oltre gli agricoltori, i trasformatori: Riccardo Felicetti, presidente del Pastificio Felicetti (impresa socia di Alce Nero) ha spiegato come quei grani biologici di varietà antiche diventino pasta, quali legami si instaurino con i produttori e quali siano le tecniche che consentono di ottenere un prodotto di elevata qualità organolettica, preservando integro l’equilibrio nutrizionale; dopo di lui, Tommasino Fusato, direttore commerciale di Brio (azienda socia di Alce Nero), ha portato il suo contributo rispetto a tutto il mondo dei vegetali.
Ad affrontare invece il tema da un punto di vista più scientifico è stato Giovanni Dinelli, professore ordinario alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna. A chiudere, lo “Chef di cucina vegetale” Simone Salvini ha portato il grano a tavola, preparando per i presenti una pasta in grado di valorizzarlo, ma non solo, raccontando anche una scelta da cuciniere che tiene per prima cosa in conto una profonda consapevolezza dell’importanza nutrizionale delle proprie preparazioni.
Alce Nero
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