Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 25 aprile 2024  | aggiornato alle 16:57 | 104801 articoli pubblicati

Formaggi italiani e vini californiani Un successo per l'evento a Tampa Bay

A Tampa Bay si è celebrata l'eccellenza del settore caseario made in Italy in due serate dedicate alla degustazione di formaggi italiani, sia freschi sia stagionati. I piatti sono stati abbinati a vini californiani

di Vincenzo D’Antonio
 
12 febbraio 2016 | 11:10

Formaggi italiani e vini californiani Un successo per l'evento a Tampa Bay

A Tampa Bay si è celebrata l'eccellenza del settore caseario made in Italy in due serate dedicate alla degustazione di formaggi italiani, sia freschi sia stagionati. I piatti sono stati abbinati a vini californiani

di Vincenzo D’Antonio
12 febbraio 2016 | 11:10
 

Si è appena conclusa a Tampa Bay (Florida) la rassegna Italian cheese day, un grande successo. Due le serate, la prima dedicata ai formaggi stagionati e la seconda ai formaggi freschi. Tutti e cinque rigorosamente Dop, tutti e cinque lodevolmente supportati dai pertinenti Consorzi di tutela. Rigoroso il criterio: al netto di una sola ben argomenatata eccezione, due gli assaggi, il primo “tal quale” il secondo in elaborazione di cucina. Si comincia con l'Asiago Dop stagionato 10 mesi. Di rigore che il primo assaggio guidato sia “tal quale”, come da disciplina insita nell'evento. A seguire una quiche in cui l'Asiago Dop funge da ingrediente principale e connotante. Ancillare, grande dignità, la presenza degli spinaci.



Intrigante e interessante l'abbinamento. Non un vino italiano, bensì un eccellente vino californiano: il Ruby Cabernet 2011 by Cardella winery in San Joaquin Valley (California). Siamo vicini alla perfezione tecnica. Riscontrabile prima, come è doveroso e normale che sia, nel lavoro in vigna, e poi nel meticoloso lavoro in cantina. Cifra stilistica di grande rilievo, bouquet ricco ma non esuberante, effluvio pieno e soddisfacente prima al naso e poi al palato.

Unica, ma paradigmatica la motivazione, a non avere una versione con passaggio in cucina, è il Parmigiano Reggiano Dop. Tre le differenti stagionature: 14 mesi, 24 mesi, 36 mesi. Va detto, perché le cosa vanno pur dette, che il glorioso e ardimentoso Ruby Cabernet 2011 soltanto con il 36 mesi non ha retto il confronto. Molto apprezzate, dagli astanti gourmet Usa, le differenze e le correlate occasioni di fruizione. Non solo di formaggio pronto per la grattugia, trattasi! Ed eccolo, ai suoi dodici mesi di stagionatura, il Pecorino Toscano Dop. Gradevolissimo al palato, sa piacevolmente esprimersi quando si lascia irrorare da sapienti filini di olio di vicinato. Olio extravergine di oliva Toscano Igp.

E subentra, vivace e inarrestabile, la sana voglia di un piatto di pasta. Soccorre la Pasta di Gragnano Igp. Con le penne mezzane rigate del Pastificio Di Martino di Gragnano (Na) si addiviene a primo piatto memorabile. Il Pecorino Toscano Dop assume sembianza di bruonose e di grattugiato: memorabile il risultato; non trascurabile la valenza di discreto kumato floridiano. Da menzionare il ruolo essenziale dell'Olio Toscano Igp. In sua assenza, non si sarebbero percepite le note suadenti del Mediterraneo. Mai avremmo percepito e immediatamente condiviso che il Mediterraneo è quel luogo magico dove si assiste all'abbraccio tra l'ulivo e la vite.



La seconda serata si connota per due formaggi freschi Dop e per un altro grande, elegantissimo vino della San Joaquin Valley, by Cardella winery, il Pinot Grigio 2013. Giunge, nella sua versione dolce e nella sua versione piccante, sia per il rigoroso quanto apprezzato momento degustativo tal quale, sia per una sontuosa elaborazione con il Riso Vialone Nano Delta del Po Igp, il grandissimo Gorgonzola Dop. Stiamo parlando, avvedutamente, del top del Dop.

Ancora, lodevolmente, il Ruby Cabernet sa sapientemente svolgere il suo ruolo. Il Gorgonzola Dop era stato prima degustato tal quale, indi come discrimine di sontuoso risotto. Si conclude sontuosamente con la Mozzarella di Bufala Campana Dop. Rigorosamente tal quale ovvero nuda e cruda e poi, immediatamente a seguire, in una sorta di caprese floridiana. I gourmet partecipanti, spettatori non passivi dell'evento, sono stati partecipi di edutainment assai piacevole e garbatamente istruttivo.


Si lotta contro l'italian sounding; si evidenzia la funzione precisa ed essenziale delle Dop, si disvela un mondo meraviglioso, ovvero abbinamenti tra cibi italiani e vini californiani così come può accadere, reciproca la valenza, tra vini Usa e vini italiani. Nessuna cornice atta a creare soggezione, totale quanto sdegnosa assenza di mano pubblica. Lodevole ancorché fondamentale l'apporto dei consorzi dell'Asiago Dop, del Parmigiano Reggiano Dop, del Pecorino Toscano Dop, dell'Olio Toscano Igp, del Gorgonzola Dop, della Mozzarella di Bufala Campana Dop. Perdurante il cruccio per l'immotivata assenza del Pecorino Romano Dop e del Provolone Valpadana Dop. E avanti così, step by step, in approccio b2c, ben consapevoli che soltanto una forte e consapevole “pretesa di qualità” del “c” può smuovere il “b” dalla pigra acquiescenza di un made in Italy che si autoreferenzia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Senna
Cosi Com'è
Cattel
Giordana Talamona
Union Camere

Senna
Cosi Com'è
Cattel

Giordana Talamona
Pavoni
Onesti Group