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Scatta il fermo pesca nell’alto Adriatico Rischio di pesce congelato al ristorante

Stop al pesce fresco pescato nel tratto da Trieste a Rimini. Il blocco terminerà il 6 settembre. Coldiretti Impresapesca sottolinea che il provvedimento cade in un momento particolarmente difficile per le marinerie. Con il fermo biologico aumenta anche il rischio di ritrovarsi nel piatto un prodotto straniero o congelato

27 luglio 2015 | 10:28
Scatta il fermo pesca nell’alto Adriatico 
Rischio di pesce congelato al ristorante
Scatta il fermo pesca nell’alto Adriatico 
Rischio di pesce congelato al ristorante

Scatta il fermo pesca nell’alto Adriatico Rischio di pesce congelato al ristorante

Stop al pesce fresco pescato nel tratto da Trieste a Rimini. Il blocco terminerà il 6 settembre. Coldiretti Impresapesca sottolinea che il provvedimento cade in un momento particolarmente difficile per le marinerie. Con il fermo biologico aumenta anche il rischio di ritrovarsi nel piatto un prodotto straniero o congelato

27 luglio 2015 | 10:28
 

Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca nell’Adriatico. Il blocco delle attività prevede un calendario: a partire dal 26 luglio per l’alto Adriatico nel tratto da Trieste a Rimini, con il blocco per 43 giorni, delle barche che hanno sistemi a traino, fino al 6 settembre; il 16 agosto è previsto lo stop alle attività per il centro e sud Adriatico, da Pesaro a Bari, che riprenderanno il 27 settembre; il 19 settembre si fermeranno invece i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno (fino al 18 ottobre), mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno 30 giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione.



Coldiretti Impresapesca ha ricordato che «il provvedimento cade in un momento difficile per le marinerie che negli ultimi 30 anni hanno perso il 35% delle imbarcazioni e 18mila posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di auto-approvvigionamento del pescato. Con il fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio di ritrovarsi nel piatto di grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, un prodotto straniero o congelato». Secondo un’analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat, nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.
 
«Resta il fatto - denuncia Coldiretti Impresapesca - che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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