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Agricoltura, dopo il via libera dall’Ue 20mila posti di lavoro per i giovani

Prende finalmente il via una spinta economica pari a circa 21 miliardi di euro, fino al 2020, per le campagne italiane. Il piano di investimenti garantirà l’occupazione di 20mila giovani nel settore agricolo. In Toscana e in Emilia Romagna sono già partiti i primi bandi, come migliaia di domande presentate

27 novembre 2015 | 11:49
Agricoltura, dopo il via libera dall’Ue 
20mila posti di lavoro per i giovani
Agricoltura, dopo il via libera dall’Ue 
20mila posti di lavoro per i giovani

Agricoltura, dopo il via libera dall’Ue 20mila posti di lavoro per i giovani

Prende finalmente il via una spinta economica pari a circa 21 miliardi di euro, fino al 2020, per le campagne italiane. Il piano di investimenti garantirà l’occupazione di 20mila giovani nel settore agricolo. In Toscana e in Emilia Romagna sono già partiti i primi bandi, come migliaia di domande presentate

27 novembre 2015 | 11:49
 

Ci sono opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno 20mila giovani con l’approvazione da parte della Commissione europea di tutti i Piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che con il via libera comunitario prende finalmente il via un volano economico di quasi 21 miliardi di euro fino al 2020 per le campagne con interventi regionali a sostegno non solo del primo insediamento dei giovani ma che vanno dall’ammodernamento delle imprese sino al sostegno delle filiere corte ma anche interventi nazionali particolarmente importanti, quali la gestione del rischio il piano irriguo e la biodiversità animale.



I primi bandi per i giovani sono già partiti in Toscana con 1.800 domande presentate da giovani mentre in Emilia Romagna, dove il bando chiuderà il 1 dicembre, le domande presentate sino ad ora sono oltre 500 ma presto le opportunità si apriranno in tutte le Regioni. Gli interventi che si rivolgono a giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti possono arrivare ad offrire fino a 70mila euro a fondo perduto per iniziare l'attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%. I giovani potranno accedere inoltre a tutte le altre misure previste sviluppo rurale come consulenza aziendale o la formazione con criteri di priorità.

I giovani della Coldiretti hanno costituito una apposita task force che opera anche a livello territoriale per sostenere i giovani interessati con tutte le informazioni ma anche tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. «C’è un intero esercito di giovani - ha affermato Maria Letizia Gardoni delegata dei giovani della Coldiretti - che sta prendendo in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future per costruire un Paese migliore per se stessi e per gli altri».

«In questo contesto - ha precisato la Gardoni - i piani di sviluppo rurali (Psr) rappresentano uno strumento utile per continuare ad incrementare la presenza delle nuove generazioni nelle campagne italiane. Uno strumento che però deve essere leggibile e di facile interpretazione e che sia oggetto di semplificazione per facilitare l’avvicinamento delle giovai imprese alle opportunità offerte dal settore agricolo».

Una risposta alla crescente domanda di agricoltura da parte dei giovani che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè, nel 57% dei casi oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o fare l’impiegato in banca (18%). Ma anche un sostegno alla competitività dell’agricoltura poiché le aziende agricole condotte dai giovani possiedono, una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
 
Gli interventi non si limitano però solo ai giovani ma nei piani di sviluppo rurale regionali approvati ci sono ben 4.960 milioni di euro da destinare a investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali, favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la ristrutturazione e l'ammodernamento delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività. Non mancano però risorse per la sostenibilità delle produzioni e per il biologico, per l’agricoltura sociale fino alla consulenza aziendale e l’innovazione che possono sostenere la distintività ed i primati qualitativi e di sicurezza alimentare ed ambientale dell’agricoltura italiana.

La ripartizione delle risorse nazionali ha tenuto conto dei livelli di sviluppo economico regionale: circa 9 miliardi di euro saranno destinati alle 13 regioni/province autonome in obiettivo competitività (Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trento, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto), circa 2 Miliardi di euro alle 3 regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), mentre 7,4 miliardi di euro andranno alle 5 regioni in obiettivo convergenza (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Una ulteriore quota di risorse aggiuntive è prevista per l’attuazione di programmi nazionali che con circa 2.2 miliardi di euro interverranno in ambiti strategici e comuni su tutto il territorio italiano.
 
«Abbiamo di fronte una occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e di sostenere la competitività delle impese - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare - l’importanza del dialogo con la pubblica amministrazione per rendere più agevole e veloce l’accesso alle misure previste dai Piani».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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