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Xylella, il primo caso in Francia Inutile l'embargo imposto all'Italia

Il virus della Xylella proviene dai Paesi extracomunitari, ma l'Unione europea non si decide a interventire per il rafforzamento dei controlli alle frontiere; nel frattempo in Francia si è registrato il primo caso

 
16 aprile 2015 | 16:54

Xylella, il primo caso in Francia Inutile l'embargo imposto all'Italia

Il virus della Xylella proviene dai Paesi extracomunitari, ma l'Unione europea non si decide a interventire per il rafforzamento dei controlli alle frontiere; nel frattempo in Francia si è registrato il primo caso

16 aprile 2015 | 16:54
 

Il preoccupante caso di Xylella scoperto in Francia conferma l’errore commesso dai cugini d’Oltralpe con l’embargo unilaterale imposto all’Italia su 102 varietà vegetali quando il vero problema è il comportamento dell’Unione europea, che nonostante le ripetute sollecitazioni non interviene per fermare l’import da Paesi extracomunitari da cui proviene la malattia. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare con preoccupazione l’individuazione per la prima volta del batterio della Xylella nel mercato all'ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi su una pianta di caffè arrivata dal Centroamerica attraverso l'Olanda.



È vergognoso che si tratti dello stesso percorso fatto dalla malattia per arrivare in Italia. L'origine e la traiettoria del batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi sono dunque scientificamente provati: è stato introdotto in Europa dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam senza alcun freno dell’Unione europea. Una dimostrazione dell’immobilismo e dei gravissimi e inaccettabili ritardi della Commissione europea nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria che sta minacciando gli ulivi salentini.

Da tempo la Coldiretti chiede che l’Unione europea, oltre a monitorare quanto sta accadendo in Puglia disponga efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e finalmente l’embargo avverso le aree da cui proviene il batterio, come ad esempio il Centro America e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra Ue, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Le necessarie misure a livello comunitario devono essere accompagnate da interventi a livello nazionale dove è necessario un risoluto quanto convinto impegno di tutto il Parlamento italiano affinché sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamità naturale positivamente annunciata dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Da parte nostra, da tempo abbiamo sensibilizzato gli imprenditori sulla necessità di concludere tempestivamente le arature e le potature in campagna nel corso di oltre 100 incontri territoriali e attraverso il video tutorial, ma siamo anche pronti ad organizzare tempestivamente una task force di Coldiretti per pulire i terreni incolti ed eventualmente quelli demaniali abbandonati. Si tratta di ambienti a rischio poiché gli insetti ancora giovani di sputacchina, insetto vettore della Xylella, risultano stanziali e sono soliti vivere sulle erbacce presenti ai piedi degli olivi.

Buone pratiche colturali adeguate, interventi periodici, tesi all’arieggiamento delle piante e miglioramento dello stato vegetativo, possono ridurre in maniera imponente tali vettori, senza alcun impatto ambientale. «È iniziata una battaglia contro il tempo per difendere le storiche piante millenarie e salvare un bene dell’intera Umanità - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che - è necessario garantire il sostegno della ricerca, l’impegno delle istituzioni, gli interventi necessari e le risorse adeguate per salvare un bene pubblico che tutto il mondo ci invidia».

«Ora che il batterio della Xylella ha fatto la sua comparsa anche in Francia - commenta il presidente della Copagri, Franco Verrascina - il minimo che il Governo di questo Paese possa fare è una chiara e netta marcia indietro rispetto alla sua decisione contro la nostra produzione olivicola e non solo e si affidi, così come l'Italia, alla ricerca di una soluzione efficace, sostenibile e condivisa con l'Unione europea. Bisogna essere razionali ed affidarsi ad una seria ed approfondita ricerca, che consenta di pervenire alla causa e risolvere concretamente l'emergenza senza per questo annientare un patrimonio che, in particolare per quanto riguarda la Puglia, è emblema identificativo di un territorio e del rapporto tra lo stesso e ciò che esprime in termini di produzione agricola».

«È fondamentale l'aspetto economico - conclude Verrascina - rispetto al quale stiamo rischiando ingenti danni, ma alla base c'è una storia, una cultura, una tradizione nota in tutto il mondo. Attendiamo, dunque, un celere passo indietro della Francia, evitando peraltro che altri paesi cadano nello stesso errore, auspichiamo riscontri costruttivi dall'Efsa e chiediamo che l'Europa ascolti per svolgere poi effettivamente un ruolo attivo anche in questa vicenda».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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