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Convegno sul riso a Fieragricola Ma ci si dimentica della tracciabilità

A Verona l’assessorato all’Agricoltura di Vercelli ha organizzato il convegno Rete europea di Province e Città del riso: qualità e nuove tecnologie. Ma nel dibattito non sarà trattata la tracciabilità. C'è attesa per la posizione dell'Ente risi, che sembra non sostenere trasparenza e tracciabilità

 
04 febbraio 2010 | 16:36

Convegno sul riso a Fieragricola Ma ci si dimentica della tracciabilità

A Verona l’assessorato all’Agricoltura di Vercelli ha organizzato il convegno Rete europea di Province e Città del riso: qualità e nuove tecnologie. Ma nel dibattito non sarà trattata la tracciabilità. C'è attesa per la posizione dell'Ente risi, che sembra non sostenere trasparenza e tracciabilità

04 febbraio 2010 | 16:36
 



Sabato 6 febbraio in occasione della Fieragricola di Verona, l'assessorato all'Agricoltura della provincia di Vercelli ha organizzato un convegno dal titolo 'Rete europea di Province e Città del riso: qualità e nuove tecnologie” con l'obiettivo di rafforzare la collaborazione con il Distretto del riso del Piemonte e altre aree europee in cui la coltivazione del riso non solo ha una tradizione storica, ma anche culturale. Scorrendo il titolo delle relazioni riscontriamo però che manca la trattazione di un rilevante argomento oggi al centro del dibattito: la tracciabilità di prodotto, che implica proprio conoscere l'origine, i metodi di produzione, di trasformazione e di conservazione e, nel caso del riso, anche la varietà.

Tracciabilità che significa sicurezza dei prodotti alimentari e trasparenza verso il consumatore, un tema di particolare attualità che in modo un po' bizzarro proprio a Vercelli sembrano essersene dimenticati. A maggior ragione considerato che uno degli obiettivi del convegno è quello di promuovere il gemellaggio con le varie aree risicole europee, ivi inclusa la Romania, dal 2007 entrata nell'Unione europea. A questo riguardo va ricordato il progetto Danubio, un progetto agro-industriale avviato in Romania fin dal  2000 dalla Riso Scotti per la coltivazione del riso e che prevede per il 2012 di avere una superficie coltivata  di 40mila ettari per garantire nel Paese la sopravvivenza del settore risicolo. Un grande intervento che non prevede però attenzioni particolari alle varietà…

Le realtà risicole europee presentano al convegno di Verona i loro case histories: la Spagna con Arroz de Valencia Dop e  la Francia con il Riso di Camargue Igp che avendo ottenuto un riconoscimento comunitario garantiscono la tracciabilità dei loro prodotti, non così invece per la Romania che sembra solo un megaprogetto industriale. Sicuramente l'Ente nazionale risi potrebbe recitare un ruolo fondamentale sulla tracciabilità del riso italiano, purché diventi con l'indicazione della purezza varietà varietale un obbligo di legge. Ma proprio sul nodo della purezza varietale si sta ancora discutendo in Senato e la posizione dell'Ente risi non sta proprio in linea con questa esigenza di trasparenza e tracciabilità (che non piace agli industriali…). Che dirà quindi a Verona l'Ente risi?

Dopo la pausa natalizia, la Commissione agricoltura del Senato ha avviato le consultazioni delle diverse organizzazioni agricole che si dividono in tre correnti fondamentali: quelli che invocano la purezza varietale; quelli che come l'Airi (industriali) vogliono avere la possibilità di chiamare Carnaroli anche le varietà similari come Karnak e quelli del 'compromesso”. Il compromesso in questo momento è rappresentato dall'ipotesi di un Carnaroli superiore, in cui viene inserito il riso di qualità superiore, quindi la purezza varietale, e un Carnaroli in cui possiamo oggi mettere anche il Karnak e domani qualche altro nuovo prodotto che qualitativamente valgono molto meno.

Piero Eusebio GarrioneProspettive che, come sempre succede in Italia, sono però già superate dalla realtà. Ma qualcuno si è accorto che le grandi industrie risiere stanno già facendo in questo modo, chiamando il finto Carnaroli (magari prodotto fuori dall'Italia) 'Gran Riserva”? Che senso ha fare altri compromessi?

Auspichiamo che durante il convegno il presidente dell'Ente nazionale risi, Piero Eusebio Garrione (nella foto a sinistra), voglia portare la voce dell'Ente che rappresenta per fare conoscere ufficialmente il suo parere non essendosi mai espresso neppure tramite il proprio organo di comunicazione, 'Il risicoltore”. E alla fine spetterà al senatore Piccioni trarre le conclusioni...


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