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Italiani a tutta pizza, 7,6 chili a testa 52mila gli esercizi che non sentono crisi

L’Istituto europeo della pizza italiana fotografa un consumo alimentare che è un fenomeno sociale. Ma gli italiani, con i loro 7,6 chili all’anno, non sono affatto i maggiori consumatori di pizza al mondo, essendo quasi doppiati dagli americani (13 chili a testa). Occupano comunque il secondo posto

 
25 ottobre 2010 | 15:27

Italiani a tutta pizza, 7,6 chili a testa 52mila gli esercizi che non sentono crisi

L’Istituto europeo della pizza italiana fotografa un consumo alimentare che è un fenomeno sociale. Ma gli italiani, con i loro 7,6 chili all’anno, non sono affatto i maggiori consumatori di pizza al mondo, essendo quasi doppiati dagli americani (13 chili a testa). Occupano comunque il secondo posto

25 ottobre 2010 | 15:27
 

Che la pizza fosse un genere di consumo rilevante nella ristorazione nazionale e un fenomeno socio-economico tipico del Bel Paese, qualsiasi italiano nell'età della ragione lo sa. Ma le effettive dimensioni del caso pizza nondimeno colpiscono.
L'occasione per fare il punto della situazione e dell'evoluzione del mestiere del pizzaiolo è in questi giorni la mostra professionale dell'arte bianca A. B. Tech Expo e A. B. Tech Pizza Expo, dedicata appunto ai professionisti della pizza, della panificazione e della pasticceria, in programma a Fiera Milano (Rho) fino a mercoledì 27 ottobre.

I numeri della pizza, al centro dell'attenzione, sono invece quelli aggiornatissimi dell'Istituto Europeo della Pizza Italiana, ente senza scopo di lucro per la valorizzazione del prodotto. La fotografia scattata dall'Istituto attesta che l'italiano medio consuma 7,6 chili di pizza all'anno e che in Italia sono in attività 25.300 pizzerie classiche (escluse quindi quelle al taglio, d'asporto e a domicilio, che sono altre 26.700), con 87.316 addetti (in media 3,8 per esercizio) e un fatturato annuo complessivo di 6.950 milioni di euro. In questo modo la pizzeria classica rappresenta il 40% della ristorazione italiana (l'incidenza era del 32,4% nel 2001 e ha superato per la prima volta il 33% nel 2005).

Se si considera poi l'intera attività sviluppata dal comparto, comprese le pizzerie non classiche e la produzione industriale, il giro d'affari cresce di quasi tre volte, a 16.630 milioni.

Il fenomeno pizza inoltre appare relativamente poco sensibile alla crisi. Tra il 2001 e il 2010 il numero degli esercizi di pizzeria classica è costantemente aumentato di anno in anno, sia pure di piccole percentuali comprese tra lo 0,7% e il 3,8%, con la sola eccezione del 2003. E una dinamica analoga si registra per le pizzerie d'asporto e a domicilio. Ciò non ha però trovato riflesso in una parallela regolare crescita del fatturato, poichè dal 2007 lo scontrino medio è costantemente diminuito, né nella dinamica dell'occupazione, poiché il numero medio di addetti per esercizio è sceso per diversi anni, anche se proprio nel culmine della crisi, tra il 2008 e il 2010, gli addetti sono aumentati di quasi il 10%.

L'Istituto Europeo per la Pizza Italiana riserva infine una sorpresa. Gli italiani, con i loro 7,6 chili all'anno, non sono affatto i maggiori consumatori di pizza la mondo, essendo quasi doppiati dagli americani (13 chili a testa). Tengono comunque saldamente il secondo posto e soprattutto svettano nel consumo di pasta, dove superano con  27,9 chili procapite all'anno qualsiasi concorrente.


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