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Brescia certifica lo spiedo Ecco la De.Co. di Serle

È stata riconosciuta allo Spiedo di Serle la Denominazione comunale. Il sindaco di Serle, in provincia di Brescia, Gianluigi Zanola, l'ha presentata nel corso di una serata di gala, durante la quale i ristoratori aderenti hanno fatto un solenne giuramento al rispetto del disciplinare

 
25 marzo 2011 | 15:35

Brescia certifica lo spiedo Ecco la De.Co. di Serle

È stata riconosciuta allo Spiedo di Serle la Denominazione comunale. Il sindaco di Serle, in provincia di Brescia, Gianluigi Zanola, l'ha presentata nel corso di una serata di gala, durante la quale i ristoratori aderenti hanno fatto un solenne giuramento al rispetto del disciplinare

25 marzo 2011 | 15:35
 



SERLE (BS) - La provincia di Brescia ha il suo primo spiedo certificato. Un traguardo molto importante, se si pensa che ha ottenuto una sua codificazione quella che è la tradizione gastronomica più diffusa nel territorio bresciano. Lo Spiedo di Serle (Bs), una delle versioni più diffuse nel Bresciano, ha in particolare acquisito la Denominazione comunale (De.Co.).

Gianluigi ZanolaCelebrando l'evento con una cena di gala, il sindaco di Serle, Gianluigi Zanola (nella foto accanto), ha presentato il disciplinare (che può essere scaricato cliccando sul link a fondo pagina), al quale i ristoratori dovranno adeguarsi nella preparazione della pietanza. Il documento è stato elaborato da una commissione comunale di 10 esperti presieduta da Berrnardo Zanola e coordinata da Riccardo Lagorio, esperto enogastronomo che si è occupato della stesura del disciplinare dopo essersi confrontato con i ristoratori serlesi.

Un momento di colore della serata è stato il 'solenne” giuramento sullo spiedo da parte dei i ristoratori (nella foto sotto). Durante la cena, in abbinamento ai piatti sono stati serviti del  Franciacorta e dei rossi (Botticino di Franzoni e Groppello di Costaripa).

Il sindaco di Serle ha siglato l'evento con queste parole: «Questa serata rappresenta l'apice di un percorso che, su proposta della Commissione Turismo e commercio, l'amministrazione comunale ha intrapreso con convinzione ed entusiasmo lo scorso settembre, per portare al riconoscimento del marchio collettivo De.Co. (Denominazione comunale), per lo spiedo tradizionale di Serle, la cui fama è diffusa in tutta la provincia e non solo. La giunta comunale ha incaricato il dottor Riccardo Lagorio, noto esperto in campo agroalimentare ed enogastronomico, il quale dopo essersi confrontato con tutti i ristoratori serlesi, e con quelli che definiamo gli 'ambasciatori dello spiedo”, ovvero quei privati che sono soliti prestare la loro esperienza nelle varie feste e sagre organizzate sul territorio serlese, ha steso un vero e proprio disciplinare per la corretta preparazione dello spiedo tradizionale di Serle».

Il giuramento dei ristoratori

«Con questa iniziativa - ha proseguito - non è nostra intenzione porci su un piedistallo, con la presunzione che lo spiedo di Serle sia migliore rispetto agli altri, semplicemente abbiamo voluto fissare in un regolamento certificato quelle che sono le particolarità degli ingredienti, delle modalità di cottura e dei segreti che contraddistinguono il nostro spiedo da tutti gli altri spiedi bresciani. Con la delibera di giunta comunale n° 152 del 29/11/10, questo disciplinare è stato a ufficialmente approvato ed è poi stato realizzato un marchio, regolarmente registrato presso la Camera di commercio, che contraddistinguerà i 10 ristoranti serlesi (sui 14 totali) che hanno aderito all'iniziativa», di seguito elencati:
  • Agriturismo Aquila Solitaria
  • Agriturismo dell'Altopiano
  • Agriturismo Il Casinetto
  • Agriturismo Le Valli
  • Osteria Antica Fornace
  • Ristorante Belmonte
  • Ristorante Il Buongustaio
  • Ristorante La Betulla
  • Ristorante Valpiana
  • Trattoria Castello
Preparazione dello Spiedo di Serle

La storia di Serle
Il fiorire della comunità di Serle è strettamente collegato alle vicende del Monastero Benedettino di San Pietro in Monte Orsino, realtà politico - religiosa di enorme rilevanza per la vita della nostra provincia nei primi secoli del Secondo Millennio. Recentissimi studi ne collocano la fondazione e la dotazione di beni alla prima metà dell'XI secolo, ad opera del Vescovo Olderico, che in quegli anni resse la Diocesi di Brescia. Il cenobio (ora di S. Bartolomeo), sorge sulla cima dell'omonimo monte, ad una altitudine di 933 metri s.l.m.

Spiedo di SerleL'edificio è caratterizzato da poderose mura che circondano la bella chiesa rinascimentale, alcuni ambienti attigui e porzioni di sotterranei, adibiti a cantine. Tutt'intorno si intravedono numerosi cunicoli di incerta destinazione, che danno ragione dell'originaria vastità del complesso. Il Monastero, posto all'interno dell'Area Protetta dell'Altopiano di Cariadeghe, è circondato da rigogliosi boschi di castagno, faggio e betulla, caratterizzati da una flora variegata e originale, dove oggi è possibile compiere escursioni a piedi per immergersi in un sano e tranquillo ambiente prealpino.

Dal S. Bartolomeo lo sguardo si allarga verso un paesaggio ampio e stupendo: dal Lago di Garda alla Pianura Padana, dalle Prealpi bresciane all'Appennino emiliano. L'ecosistema, pressoché incontaminato, è altresì arricchito da un sottosuolo di notevole interesse speleologico, caratterizzato da numerose grotte di origine carsica e corsi d'acqua sotterranei, visitabili non solo dagli 'addetti ai lavori”, ma anche dai turisti. Queste cavità costituiscono una particolare attrazione per gli speleologi che ne hanno esplorati alcuni settori, evidenziandone i particolari aspetti geologici e naturalistici. Come accennato, il cenobio è intriso di rilevanti vicende storiche: la fondamentale presenza benedettina, l'importante ruolo istituzionale, politico, sociale e i vari passaggi di proprietà che ne hanno caratterizzato l'esistenza, fanno di questo complesso un luogo di notevole interesse storico-culturale ed archeologico.

Si aggiunga a ciò un altro aspetto assolutamente non di poco conto: la presenza, nel Fondo Nunziatura Veneta dell'Archivio Segreto Vaticano, di numerose pergamene provenienti dall'Archivio del Monastero stesso, la cui prima tranche, completa di traslitterazione (presente da tempo su Internet), è stata oggetto di un poderoso tomo di fresca pubblicazione. La distruzione del Convento avvenne attorno alla metà del XV secolo, per le conseguenze della guerra che vide contrapposta la Serenissima al Ducato di Milano. Nel Monastero si conservano resti di epoca romanica e nell'abside della chiesa si ammira un bell'affresco, attribuito a Paolo da Cailina il Giovane. Non possiamo dimenticare una presenza romana, per la quale si è ipotizzata l'esistenza di un insediamento risalente al Il secolo d.C., sulla base del ritrovamento, negli immediati dintorni del Monastero, dei frammenti di alcune epigrafi.

Pare però che questi luoghi fossero abitati, in epoche ancora precedenti, da comunità preistoriche; come detto, la struttura dell'ambiente carsico favorisce la formazione di grotte ed anfratti anche molto profondi, alcuni dei quali hanno restituito semplici manufatti di epoca neolitica. Fra i monumenti degni di nota, ricordiamo l'imponente Parrocchiale, edificata nella prima metà del XVIII secolo, su progetto dell'arch. Corbellini; all'interno, l'altare maggiore, in marmo, di elegante fattura barocca, mostra un ricco paliotto intarsiato con ornati di marmi policromi; al centro, è raffigurata l'Ultima Cena. La chiesa è dedicata a San Pietro in Vincoli, e la pala raffigurante la liberazione di San Pietro è opera del Lorenzi. La costruzione, splendido e raro esempio del Settecento lombardo, è Monumento Nazionale.

Vi sono altre chiese minori nelle varie frazioni, ricche di altari marmorei dell'importante scuola rezzatese del XVII-XVIII secolo, ed impreziosite da tele di buona fattura. Speciale menzione merita la Chiesa della B. V. Annunciata, che già esisteva nel 1138. Serle ha impresso una splendida pagina nella storia del Risorgimento italiano, per le gesta eroiche del sacerdote don Pietro Boifava (1794-1879), protagonista al pari di Tito Speri delle X Giornate di Brescia. Serlese purosangue, attese alla cura d'anime senza disdegnare l'impegno politico: negli anni 1848-1849 sì mise a capo di bande armate formate dai suoi alpigiani, calando dalla Maddalena fino a Brescia per combattere gli Austriaci.

Svolse anche, più volte, il delicato incarico di sindaco di Serle, negli anni successivi all'unità d'Italia. Di Serle scrisse lo storico bresciano Cocchetti (1860): «è terra degna di considerazione: si potrebbe dire la Repubblica di San Marino della Provincia di Brescia: i suoi abitanti fieri, belli nella persona, amantissimi dell'indipendenza e piuttosto prepotenti, occupansi di pastorizia ed agricoltura. Tutti piccoli proprietari con case proprie e pochi campicelli: tenaci nel lavorare e nelle più dure fatiche».

L'allevamento del bestiame, la raccolta delle amarene e delle castagne, ed il taglio del bosco ceduo furono entrate importanti per l'economia locale, fino ai primi anni ‘60; ora le risorse maggiori provengono dalla coltivazione delle cave di marmo, dall'artigianato, dal commercio di carbone vegetale e dalle attività edilizie. L'offerta turistica attualmente si concreta nella somministrazione agli ospiti dei tipici piatti che hanno reso rinomato Serle nel passato e che tutti i ristoranti, trattorie e rifugi fanno a gara nel preparare: spiedo, selvaggina, funghi, formaggi e salumi. A chi sale le nostre balze ed ammira il paesaggio noi consigliamo non un contatto epidermico, ma di entrare in sintonia con il bravo terrazzano dove troverà ricchezza interiore, schiettezza e tanta simpatia.

Comune di Serle, la montagna dei bresciani
A metà strada fra Brescia e Salò, inerpicato su una dolce collina posta ai piedi del monte S.Bartolomeo (m. 933) il cui profilo, dalla caratteristica forma vulcanica, risulta facilmente individuabile anche a distanza, è situato Serle. Si tratta di una amena località che, benché conti poco più di 3.000 abitanti, occupa una vasta area di circa 18 Kmq che si estende dai 300 mslm delle frazioni più a sud, fino ai 1.200 mslm toccati dalla vetta del Monte Ucia.

Il paese è costituito da ben 17 frazioni, alcune delle quali constano di poche abitazioni, nei cui piccoli centri storici si possono ritrovare cortili, porticati, e logge molto caratteristici; molti, di conseguenza, sono anche gli edifici di culto dislocati sul territorio. Di particolare rilevanza, oltre alla Parrocchiale, è il santuario dell'Annunciata, meglio nota come 'Cèsa del deàol” (Chiesa del diavolo), per via della presenza di un bellissimo affresco raffigurante il giudizio universale.

Proprio in virtù della privilegiata posizione geografica, a Serle si può godere di una spettacolare veduta sulla porzione di pianura padana compresa fra il lago di Garda ed il capoluogo Brescia, e nelle giornate più limpide, lo sguardo si può spingere fino ad individuare gli appennini emiliani. La principale attività economica della zona, è rappresentata dall'estrazione del marmo; la presenza di due bacini estrattivi, non ha comunque impedito la conservazione di un'area naturale pressoché integra, ovvero l'Altopiano di Cariadeghe, classificato dal 1985 come Monumento naturale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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18/09/2015 15:39:40
2) Lo spiedo bresciano sempre più in alto
Innanzitutto complimenti allo spiedo di Serle che finalmente può vedere riconosciuta ufficialmente la propria esclusività. Comunque volevo semplicemente segnalare che nel navigare in internet mi sono imbattuto in questo sito dedicato allo spiedo bresciano e sembra ben fatto e meritevole di una menzione http://www.ilverospiedo.it
Pietro Castioni

31/03/2011 10:29:00
1) Complimenti dal Circolo "La Franciacorta"
Il Direttivo e i Soci del Circolo "La Franciacorta" si complimentano vivamente per il titolo raggiunto dallo Spiedo Bresciano. Zanola è grande, ha saputo portare il piatto tipico Bresciano ad un giusto riconoscimento !!! In autunno verremo sicuramente di persona, non solo a degustare come conviene questo prelibato Spiedo, ma per fare a voce il nostro sincero apprezzamento. Un carissimo saluto Ada & Soci




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