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Coca Cola e cucina italiana Matrimonio... d’interesse

 
06 settembre 2012 | 16:56

Coca Cola e cucina italiana Matrimonio... d’interesse

06 settembre 2012 | 16:56
 

Un camioncino rosso in giro per l'Italia. Un giovane chef noto al grande pubblico, Simone Rugiati. E cucina italiana. Questo il mix di ingredienti del nuovo spot di Coca Cola. Anche se la popolare bevanda americana con la cucina italiana non c'entra nulla. Ci ha preceduto di poche ore il commento indignato al silenzio di tutti di Filippo Larganà di Sapori del Piemonte blog, che, condividendolo, riportiamo qui di seguito.



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Come tutti gli spot della Coca Cola quello in onda in questi giorni sulle reti tv italiane è suggestivo e bello. E prende a testimonial nientepopodimeno che la cucina italiana. Nel silenzio assordante di guidaioli e presunti chef-star. Eh sì perché nessuno, ma proprio nessuno, dice che la Coca Cola è una roba che con la cucina italiana ha poco a che fare, storicamente e tradizionalmente.

Tutti zitti, soprattutto quelli che dovrebbero parlare, come i produttori di vino, a cui la bibita di Atlanta vuole evidentemente scippare il posto di bevanda ideale con il cibo italico; o quelli di acqua minerali (per identico motivo); o le varie accademie e scuole e università del gusto che quando si tratta di litigarsi qualche finanziamento pubblico o privato sono sempre in prima fila, ma se arriva il momento di tirare fuori gli attributi per difendere per davvero il made in Italy del gusto, beh allora diventano sordi.

Quanto allo spot Coca Cola, che qui riproduciamo, c'è poco da dire. è ruffiano quanto basta, in perfetto stile yankees. Complice uno chef di quelli emergenti che su un canale tv nazionale presenta niente meno che una trasmissione dedicata alla cucina italiana. Quando si dice la coerenza. Ma certo, si dirà, davanti ai danè che avranno sborsato quelli della multinazionale cosa vai a fare il difficile e pararti dietro a cosucce come la difesa della cucina italiana…

Questione di punti di vista. Il nostro è pro Italia e contro tutto quello che con la biodiversità della cultura italiana del cibo non ha nulla a che fare, dal fast food in su o in giù.

Del resto l'attacco alla tradizione enogastronomica italiana è cominciata da tempo. La Coca Cola già un paio d'anni fa aveva lanciato uno spot dove si vedevano bottiglie di cola sulle tavole italiane dal boom economico ai giorni nostri, con profusione di tagliatelle e spaghetti al sugo. Poi c'era stato lo chef che cucinava in padella ricette 'regionali” surgelate.

E pensare che fino ad alcuni anni fa negli Usa la mortadella non poteva entrare tanto che nel 1971 Monicelli ne fece un gustoso e bel film con Sofia Loren. Quando si dice la coerenza…

Filippo Larganà
Sapori del Piemonte blog


Coca Cola e cucina italiana tenute insieme dal cuoco televisivo Simone Rugiati. Farà discutere il nuovo spot della bevanda americana, visto che quest’ultima nulla c'entra con la Cucina italiana ma, al momento, nessun produttore di vino o acqua ha commentato il connubbio Coca Cola-cibo made in Italy

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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19/09/2012 18:40:00
6) Il tracollo dei cuochi...
beh dopo che Gualtiero Marchesi ha "sponsorizzato" Mc Donald's, il tracollo era solo questione di tempo!

insegnante
12/09/2012 17:57:00
5) Non si spinge ad un nuovo trend: lo spot fotografa l'esistente
Il vero guaio è che questo spot non "suggerisce" un nuovo stile di consumo alimentare ma "fotografa" la realtà attuale. Non a caso tratteggia un pasto "popolare" in un luogo "popolare", ovvero personaggi e ambiti in cui la Coca Cola la fa da padrona ormai da decenni. La presenza di uno chef cambia ben poco il messaggio e forse nemmeno lo rende più efficace. Se fate una ricerca sulla diffusione delle sottilette scoprite che lo zoccolo duro delle vendite non è nelle metropoli, ma nei paesini di provincia, dove tutti pensiamo sopravviva la tradizione ed invece finiscono a render cremose le lasagne cucinate dalle vecchie zie. E questo da ormai trent'anni e più....


12/09/2012 15:39:00
4) Da censuare
Il nuovo spot della Coca Cola sul consumo della bevanda a cena è da censurare. Siamo di fronte all'ennesimo messaggio che propone bibite zuccherate a tavola, una pessima abitudine americana che Coca Cola cerca in tutti i modi di trapiantare anche in Italia. E non è la prima volta che l'azienda ci prova: nel 2011 la pubblicità 'La formula della felicità” invitava le mamme a fare pasteggiare i bambini con la bibita a base di caramello. Allora il Giurì censurò il messaggio e la Coca Cola si era prontamente impegnata a non ripetere l'errore. Nei mesi successivi la società venne censurata una seconda volta per una pubblicità mascherata apparsa sulla rivista Donna Moderna (un finto articolo con le foto di Lorella Cuccarini in cucina alle prese con piatti imbanditi e bottiglie di Coca Cola,

Nel nuovo spot ambientato a Napoli Coca Cola propone ancora un modello alimentare scorretto avallato da uno chef di grido, con il fine esclusivo di estendere l'utilizzo della bevanda anche per il consumo di pietanze più elaborate. Inoltre, in nessuna delle immagini dello spot sono presenti altre bevande se non la Coca Cola e nessuna avvertenza viene data circa la moderazione del consumo. L'auspicio è che le Autorità di competenza intervengano rapidamente per censurare il nuovo spot.



segretario generale Unione nazionale Consumatori (Unc)
12/09/2012 09:43:00
3) Viva la competizione e la libertà di scelta
Ma lasciatelo fare! Io consumatore, io spettatore, io persona mediamente istruita e presente nella vita di oggi, vedo, e decido con la mia testa. Lo spot è frutto di lavoro, anche se molto furbo. Comunque sia quando pasteggio, io decido con la mia testa e le mie convinzioni. Per favore non difendetemi come se fossi uno stupido e, per coloro che si dovessero lasciar convincere, capiscano i produttori di "altre bevande" di muoversi e fare di meglio. Viva la competizione e la libertà di scelta.

Agente di assicurazione
12/09/2012 09:40:00
2) Poveretto
2) Ormai non sa piu' cosa inventarsi, pur di far share.....poveretto


09/09/2012 16:00:00
1) Per favore, i cuochi sono un'altra cosa
1) Non solo è impressionante il silenzio dei difensori del made in italy, in fondo il mondo del vino non protesta mai, basti guardare al problema " palloncino " che di fatto ha ridotto il consumo del vino nei ristoranti in maniera notevole, le aziende di vino in realtà sopravvivono grazie ai mercati esteri o almeno così sperano anche nel futuro, di quello che avviene in Italia, non gliene frega più nulla, tradizione, storia, territorio, nulla, ed allora brindiamo anche noi con una bella coca cola. ps: poi questi grandi cuochi televisivi, sono solo uomini di marketing e lo fanno bene, ma per favore i cuochi sono una altra cosa.




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