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Fine anno, che festa è senza... bollicine? Voleranno 4,2 milioni di tappi

Secondo le stime, alla fine del 2013 in Italia si saranno consumate 140 milioni di bottiglie di bollicine (158 milioni nel 2010, record assoluto), per un giro d’affari vicino a 900 milioni di euro (-1,1%). All’estero andranno 330 milioni di bottiglie (210 milioni nel 2000), per un fatturato di 3 miliardi di euro

di Lucio Tordini
09 novembre 2013 | 15:16
Fine anno, che festa è senza... bollicine?
Voleranno 4,2 milioni di tappi
Fine anno, che festa è senza... bollicine?
Voleranno 4,2 milioni di tappi

Fine anno, che festa è senza... bollicine? Voleranno 4,2 milioni di tappi

Secondo le stime, alla fine del 2013 in Italia si saranno consumate 140 milioni di bottiglie di bollicine (158 milioni nel 2010, record assoluto), per un giro d’affari vicino a 900 milioni di euro (-1,1%). All’estero andranno 330 milioni di bottiglie (210 milioni nel 2000), per un fatturato di 3 miliardi di euro

di Lucio Tordini
09 novembre 2013 | 15:16
 

La crisi economica non dà tregua. Gli italiani non riescono ancora a vedere la luce in fondo al tunnel. Per questo i consumi, compresi quelli alimentari, continuano inesorabilmente a calare sul mercato interno. È vero anche, tuttavia, che con l’avvicinarsi delle feste di fine anno a certe spese non si rinuncia. Alcuni dei prodotti gastronomici che ogni anno, secondo la tradizione, mettiamo in tavola durante i pranzi e le cene in famiglia o con gli amici sono diventati ormai simboli dello stare insieme in allegria.



Dal classico panettone alle immancabili bollicine, dal cotechino fino al torrone, sono innumerevoli le specialità made in Italy che caratterizzano le tavolate natalizie. In particolare, uno dei mercati che a fine anno si animano maggiormente è quello dei vini effervescenti, che sono senza dubbio portatori di allegria e spensieratezza. Tra le aziende italiane più importanti nella produzione di bollicine di qualità ricordiamo ad esempio (ma l’elenco completo sarebbe ben più lungo...) Ferrari F.lli Lunelli, Cavit, Rotari-Gruppo Mezzacorona, Berlucchi, Bellavista, Monte Rossa, Ca’ del Bosco, Villa Crespia-Arcipelago Muratori, Villa Franciacorta, Astoria, Angelo Bortolin, Col Vetoraz, Conte Collalto, Val d’Oca, e tante altre.

Vediamo ora più nel dettaglio come si prospettano i consumi di bollicine per la fine del 2013, prendendo in esame sia il mercato interno che l’andamento delle esportazioni di spumanti italiani.

Italia e Francia a confronto
Giampietro ComolliNel 2013 in Italia il consumo alimentare generale è in calo sul mercato interno, mentre per quanto riguarda l’export si registra un buon andamento: si stima infatti una Plv (Produzione lorda vendibile) totale molto prossima a 35 miliardi di euro. Al primo posto tra i prodotti alimentari troviamo il vino con 5 miliardi di euro, seguito dall’ortofrutta con 4,1 miliardi di euro. Ma quello che servirebbe davvero è una rimodulazione, revisione e riformulazione dei consumi nazionali. Lo afferma Giampietro Comolli (nella foto), fondatore dell’Osservatorio economico italiano dei vini spumanti effervescenti (Ovse), che fa notare come «la Francia, data per spacciata, con gli stessi volumi di spedizione di vini all’estero fattura il doppio, e anche sul mercato transalpino la Plv all’origine (in cantina) è quasi doppia. Un grande Paese del vino, come l’Italia, non può puntare tutto sull’export».

Stime e bilanci di fine anno
A ottobre-novembre, solitamente i mesi “clou” per le scorte di bollicine, non ci sono state novità eclatanti: tengono i vari Valdobbiadene Docg e Prosecco Doc, come pure gli spumanti dolci generici e i Franciacorta. Per la fine dell’anno, la parola d’ordine sarà comunque “bollicine”, nonostante le previsioni parlino di meno di 85 milioni di bottiglie stappate in totale (-5% rispetto al 2012), comprese le etichette estere.

In calo lo Champagne, soprattutto cru intermedi e di largo consumo: «quelle etichette - spiega Comolli - che in Italia per 20 anni hanno avuto fortuna spuntando anche il 25-30% in più di prezzo al consumo rispetto a mercati come Olanda, Germania e Austria». Il Cava è crollato: per le feste di fine anno saranno stappate meno di 200mila bottiglie, ormai quasi totalmente destinate ai bar degli alberghi.

Tra gli italiani, il Valdobbiadene Docg, nei fatidici 30 giorni di fine anno, vedrà stappare - fra consumo domestico e fuori casa - intorno a 18 milioni di bottiglie, mentre per il Prosecco Doc saranno quasi 28 milioni (per il 75% come consumo domestico). In ripresa i tappi a fungo dolci nazionali Docg (Asti e Brachetto), che insieme conteranno oltre 12 milioni di bottiglie vuote. Tengono Franciacorta e Trentodoc (e altre denominazioni di metodo Classico), con 9 milioni di bottiglie. Ancora leggermente in crescita il consumo di spumanti generici Vsq fra dolci e secchi: intorno a 14 milioni di tappi che voleranno in circa 30-35 giorni.

Quasi 4,2 milioni le bottiglie che verranno stappate nei giorni di fine anno fino all’Epifania, soprattutto al sud Italia, nelle località di vacanza delle Alpi e alle feste in angoli di mare esclusivi. «Il fatturato all’origine - sottolinea Comolli - è stimato intorno ai 400 milioni di euro, che al consumo diventano 780: ancora troppi per stimolare un misurato consumo per tutti».

Le previsioni affermano che nel 2013 in Italia si consumeranno 140 milioni di bottiglie di bollicine (erano 158 milioni nel 2010, record assoluto, compreso l’import), per un giro d’affari al consumo interno vicino a 900 milioni di euro (-1,1%), mentre all’estero andranno 330 milioni di bottiglie (erano 210 milioni nel 2000), per un fatturato al consumo intorno ai 3 miliardi di euro.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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