Il tema delle false recensioni online, oltre che di estrema attualità, è molto caro sia ai consumatori, sia ai ristoratori; gli uni interressati a capire quanto i giudizi sul web possano essere fuorvianti, gli altri impegnati a tutelare la loro professione, oltre che l'immagine del proprio locale.
Italia a Tavola, da sempre a favore di una rigorosa trasparenza, continua la sua lotta contro i falsi commenti sul web, che finisco per compromettere la credibilità di un ristorante e l'onestà del suo gestore, senza dimenticare il personale al completo. Per questo motivo, di recente, in occasione del Premio Italia a Tavola a Firenze, si è deciso di incentrare il talk show, sul tema delle recensioni online, approfondendo il rapporto tra queste e le guide specializzate, per verificare quanto siano attendibili.
Sotto l'attenta supervisione del direttore del Tg2, Marcello Masi, per l'occasione moderatore del dibattito, il confronto tra TripAdvisor e Fipe Toscana ha rappresentato un importante traguardo, volto a valorizzazione la ristorazione italiana e si è concluso con un accordo tra le due parti per la realizzazione di un modello di corretto utilizzo del portale di recensioni al fine di valorizzare la ristorazione.
La strada che porterà ad una totale trasparenza e correttezza nell'utilizzo di un portale come TripAdvisor è ancora lunga, e sono ancora molte le recensioni che continuano a destare sospetti.
Una prima via da percorrere, proposta dal direttore di Italia a Tavola Alberto Lupini, dovrebbe essere quella di postare la ricevuta della consumazione insieme alla recensione, come inequivocabile strumento di garanzia; ma per ora resta solo un'ipotesi.
A proposito di TripAdvisor e di recensioni negative abbiamo ricevuto una lettera aperta di Fabio Ciarla, giornalista professionista, che pubblichiamo integralmente qui di seguito. Il giornalista, che da anni si occupa di ristorazione ed enogastronomia, dopo una recensione negativa (ma circostanziata) ad una pizzeria di Velletri (Rm) sul portale TripAdvisor, ha avuto come risposta un messaggio offensivo e carico di risentimento da parte dei gestori del locale.
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Da un paio di anni il ruolo di TripAdvisor è diventato discusso e discutibile. Il mondo della ristorazione alterna paure e divieti a tentativi di imbonire i clienti, fino a chiedere palesemente ai clienti recensioni positive. Ultimamente ha fatto notizia la querela per diffamazione di un ristoratore verso una cliente che, obiettivamente, aveva esagerato parlando addirittura di rischio per la salute.
Detto questo ora siamo all’episodio contrario, ovvero al ristoratore che insulta il cliente che ha fatto la recensione. Nello specifico si tratta della “Pizzeria ‘O Mascalzone diventa Ciao Ma” di Velletri e del sottoscritto, che di recensioni di ristoranti e vini - anche in qualità di giornalista - ne fa qualche decina l’anno, più o meno.
Questa storia mi ha ferito molto, non a livello personale (sinceramente non credo che tutto sia scaturito dalle mie parole, evidentemente c’è altro dietro e comunque mi sento abbastanza sicuro delle mie capacità di discernimento in fatto di mangiare e bere) ma a livello di cittadino di Velletri da generazioni.
Di seguito copio la parte fondamentale della risposta di “Ciaoma36, Responsabile relazioni pubbliche alle Pizzeria ‘O Mascalzone diventa Ciao Ma” ad una mia recensione un po’ critica, ma costruttiva, su TripAdvisor:
«Ma davanti a queste critiche dopo 8 anni di lavoro su velletri posso dire che visto il basso livello culturale enogastronomico a partire dagli amministratori a tutti i livelli, a seguire del buon 80% percento della popolazione e dei ristoratori presenti sul territorio veliterno e limitrofi. A mio parere, forse eccellenze come noi qui sono troppo per essere apprezzate. Quindi nella contea di velletri è giusto che abbiate ciò che vi meritate, quindi un basso livello, come dice lei. Io mi tiro fuori dalle basse critiche di paesani che hanno come unica dimensione di vita l’invidia e la zappa. Cordiali saluti DAGLI ARTISTI DELLA PIZZA Ciao Ma».
Qui trovate la mia recensione e la loro risposta per intero.
Dopo aver letto una risposta così piena di livore, del tutto fuori contesto visto il tono della mia critica, ho fatto alcune riflessioni:
1 - E pensare che non ero stato nemmeno cattivo nella recensione! Anzi chiudevo sperando fosse stato solo un caso e ho dettagliato la mia esperienza perché i lettori potessero farsi un’idea propria, magari anche contraria alla mia;
2 - Evidentemente una risposta del genere non è diretta a me. Si (stra)parla di amministratori (non lo sono), di ristoratori (io non lo sono e non ho parenti in concorrenza con la pizzeria) e di popolazione (in quella ci rientro perfettamente);
3 - La spocchia non l’ho mai sopportata, nell’enogastronomia credo sia più che mai un elemento negativo;
4 - A leggere le altre critiche su TripAdvisor proprio il servizio (come da me segnalato) è nelle mire di molti clienti: una risposta così offensiva mi sembra solo la conferma di una mancanza di attenzione alle persone;
5 - Invidia di cosa? Mah... La mia unica dimensione potrebbe essere al limite “l’INDIVIA e la zappa”, in quest’ultima comunque non ci ho trovato mai nulla di male, quando mio padre la usava con fatica nella vigna;
6 - Tempo fa uno dei siti di riferimento per l’enogastronomia in Italia, quello di Luciano Pignataro, parlava proprio della pizzeria in questione e io commentai entusiasticamente l’articolo (nell’immagine allegata la schermata tutt’ora rintracciabile a questo link). Il che dice tutto del mio approccio tutt’altro che negativo verso questa realtà commerciale e verso la mia città che, come avevo scritto nella recensione su TripAdvisor, ha bisogno di eccellenze (e io li ritenevo tali!);
7 - Velletri e i suoi abitanti (quanti poi lo siano per nascita o per adozione è tutto da vedere) hanno un sacco di difetti, siamo anche criticoni, perché no, però da qui a gettare fango su tutto e tutti ce ne corre;
8 - Visti i presupposti dobbiamo aspettarci un trasferimento della pizzeria in questione in altri posti più accoglienti e capaci di apprezzare cotanta arte? Altrimenti si tratta solo di chiacchiere e offese da paese.
Fabio Ciarla
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