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Salumi, +3,8% di esportazioni nel 2013 Ottime performance in Germania

Nel 2013 le spedizioni di salumi italiani all'estero hanno raggiunto quota 143.500 tonnellate (+3,8%), stabilendo il risultato di 1,182 miliardi di euro (+5,7%). La Germania è il nostro principale partner commerciale. Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue hanno superato le 28.200 tonnellate e i 263,5 milioni di euro

19 aprile 2014 | 13:08
Salumi, +3,8% di esportazioni nel 2013 
Ottime performance in Germania
Salumi, +3,8% di esportazioni nel 2013 
Ottime performance in Germania

Salumi, +3,8% di esportazioni nel 2013 Ottime performance in Germania

Nel 2013 le spedizioni di salumi italiani all'estero hanno raggiunto quota 143.500 tonnellate (+3,8%), stabilendo il risultato di 1,182 miliardi di euro (+5,7%). La Germania è il nostro principale partner commerciale. Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue hanno superato le 28.200 tonnellate e i 263,5 milioni di euro

19 aprile 2014 | 13:08
 

Risultato positivo per le esportazioni di salumi nel difficile 2013. Secondo le elaborazioni Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) sui dati Istat le spedizioni dei prodotti della salumeria italiana hanno raggiunto quota 143.500 tonnellate (+3,8%) stabilendo il risultato di 1,182 miliardi di euro (+5,7%).

Lontano dai tassi di crescita a due cifre che avevano caratterizzato il biennio 2012-2011, In un contesto difficile, caratterizzato soprattutto nella prima parte dell’anno da un brusco rallentamento degli scambi commerciali a livello mondiale e in particolare europeo, il settore ha dunque registrato un discreto trend dei volumi inviati e un buon risultato in valore.



Nel corso dell’anno è tornato a crescere anche l’import : +9,2% in quantità per 43.930 tonnellate e +9,2% in valore per 175,8 milioni di euro. Nonostante questo aumento, il saldo commerciale del settore ha registrato un ulteriore importante incremento (+5,1%) superando 1 miliardo di euro. Le esportazioni del settore, in termini di fatturato, hanno dunque mostrato un passo in linea con quello dell’industria alimentare (+5,8%) e decisamente più brillante di quello del Paese sostanzialmente stabile rispetto al 2012 (-0,1%).

«Nell’anno più difficile - ha commentato Lisa Ferrarini (nella foto), presidente di Assica - dall’inizio della crisi per l’economia italiana e per i consumi interni l’export ha rappresentato senza dubbio l’unica forza trainante del settore. Come gli altri settori dell’alimentare, stiamo guadagnando posizioni sui mercati esteri, aumentando la quota di export sul fatturato e riavvicinandoci alla media del manifatturiero e lo stiamo facendo nonostante norme specifiche per il settore ci penalizzino più degli altri comparti».
 
Lisa Ferrarini«Le nostre aziende, inoltre - continua Lisa Ferrarini - stanno intercettando la domanda dei Paesi più promettenti anche se più lontani e lo stanno facendo senza rinunciare alla qualità e alla tradizione delle nostre produzioni. Ma tutto questo rischia di non bastare. Manca infatti un sistema Paese che sostenga adeguatamente i nostri sforzi. La impossibilità - nonostante le tante risorse impegnate - di debellare definitivamente alcune malattie veterinarie negli allevamenti italiani limita la gamma dei prodotti esportabili e i Paesi di destinazione e ci espone continuamente al pericolo di chiusura dei mercati extra UE comportando ogni anno perdite per la filiera suinicola che si possono prudenzialmente stimare in circa 250 milioni di euro di mancate esportazioni».

«I maggiori costi di energia, lavoro, burocrazia - conclude la presidente di Assica - rendono i nostri prodotti meno competitivi di quelli dei nostri principali competitors europei. Manca, poi, una strategia di lungo periodo che, attraverso un adeguato stanziamento di risorse e professionalità, assicuri che gli accordi raggiunti in ambito comunitario o nazionale si concretizzino in aperture effettive per tutte le aziende del comparto e per tutti i prodotti. Troppo spesso, assistiamo, infatti, all’imposizione, da parte dei Paesi terzi, di vincoli burocratici che di fatto svuotano gli accordi di apertura dei mercati, rendendo impossibile o economicamente insostenibili le esportazioni».

Focus sui Paesi
Un 2013 discreto per le esportazioni di salumi verso la Unione europea che nel corso dell’anno ha completato l’allargamento ad est con l’ingresso della Croazia. Nonostante le difficoltà riconducibili ad una situazione economica ancora critica - soprattutto nell’area euro - e a consumi ancora deboli, l’export dei salumi ha registrato un +3,1% in quantità per 115.310 tonnellate e soprattutto un +5,6% in valore per 920 milioni di euro.

All’interno della Ue sono risultate determinanti per i nostri prodotti la domanda tedesca e quella francese ma un contributo positivo in termini di fatturato è arrivato da tutti i nostri principali partner commerciali. Molto buona, dunque, la performance verso la Germania che con un +4,7% per oltre 30.760 tonnellate e +7,9% per 276,5 milioni di euro si è confermata nostro principale partner commerciale sia in quantità sia in valore, grazie al buon andamento degli invii di tutte le principali categorie di salumi.



Discreto il risultato della Francia che han chiuso il periodo con un +2,6% per oltre 25.880 ton e un +5,9% in valore per 210,4 milioni di euro, grazie ai buoni risultati di prosciutti crudi stagionati, prosciutti cotti e salami. Luci e d ombre per la performance verso il Regno Unito che ha evidenziato una flessione in quantità (-3,9%per circa 12.400 tonnellate), ma +2,3% in valore (per 128,1 milioni di euro). Un risultato che ha rispecchiato da una parte il calo in quantità degli insaccati cotti (soprattutto wurstel), dei salami e dei prosciutti cotti; dall’altro i progressi soprattutto in valore dei prosciutti crudi stagionati e della bresaola.

Positivi in valore anche i contributi di Austria, (-0,2% per 9.200 tonnellate e +1%per 66,7 milioni di euro) e Croazia (-4,4% in quantità per oltre 5.700 ma +8,5%per 16,2 milioni di euro), grazie ad una domanda tornata ad orientarsi verso prodotti a maggiore valore aggiunto. Bene infine il Belgio (+2,2% per 6.630 ton e +1,8% per 70,7 milioni di euro, mentre hanno chiuso in contrazione le spedizioni verso la Spagna (-11,7% per 4.070 tonnellate e -2,4% per circa 18 milioni di euro).

Dinamici gli scambi con i Paesi extra Ue

Un 2013 positivo per gli scambi con i Paesi extra Ue. Nonostante il confronto con un 2012 decisamente più brillante, senza la Croazia e alle prese ancora con difficoltà legate alle barriere sanitarie le esportazioni dei nostri salumi hanno superato il traguardo delle 28.200 tonnelate (+6,4%) e i 263,5 milioni di euro (+5,8%).



Fondamentali per il nostro export sono state le spedizioni verso gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione con circa 6.330 ton (+7,4%) per 73,5 milioni di euro. Ottime su questo mercato le performance di tutte le principali categorie di salumi: prosciutti crudi stagionati +6,9% per 5.240 ton e +7,5% per 67 milioni di euro; prosciutti cotti +11,2% per circa 495 ton e +14,5% per 3,2 milioni di euro e mortadella +6,9% per 437 ton e +8,3% per 2,1milioni di euro.

Performance, questa, penalizzata - nell’ultima parte dell’anno - dai rallentamenti burocratici e dagli alti costi derivanti dalla decisone delle autorità americane (Fsis) di sottoporre a campionamento per la ricerca di Listeria monocytogenes tutte le partite di prodotti in arrivo dall’Italia. Nel corso dell’anno soddisfazioni sono arrivate anche dalla esportazioni verso la Federazione Russa (+49,3% in quantità e +54,6% in valore) ottimo mercato per tutti i nostri salumi, il Brasile (+19,5% e +20,7%) e la Bosnia Erzegovina(+16,4% e +38,7%).

Bene, in termini di fatturato anche Libano(-5,4% in quantità e +2,5% in valore) e Canada (-0,2% –ma +4%) che hanno evidenziato qualche problema in termini di volumi. In difficoltà sono apparsi, infine, gli invii di salumi verso la Svizzera il Giappone e Hong Kong.

Focus sui prodotti
Bene prosciutti crudi, salami, prosciutti cotti e bresaola. Driver fondamentale per le nostre esportazioni nel 2013 sono stati i prosciutti crudi stagionati, tornati a mostrare - dopo un incerto 2012 - un buon passo soprattutto in termini di fatturato. Gli invii di prodotti con e senza osso, assieme a coppe culatelli e speck, hanno infatti evidenziato un +3,9 %in quantità per oltre 59.170 ton e +5,7% in valore per 605,4 milioni di euro.

Il saldo commerciale della categoria ha registrato un ulteriore importante incremento, arrivando a 551,6 milioni di euro dai 530,6 del 2012 (+3,9%). Ancora una volta Le due voci doganali ricomprese nella categoria hanno evidenziato un andamento divergente: un segno positivo i prodotti senza osso, un segno negativo i prodotti in osso. Considerando l’insieme delle due voci doganali sono risultati positivi sia gli invii verso i Partner comunitari sia quelli verso i Paesi Terzi.

Ma il 2013 è stato un anno molto positivo anche per le esportazioni di salami, che hanno superato le 24.900 ton (+4,6%) per 246,6 milioni euro (+7,2%) e per i prosciutti cotti che grazie ad una domanda rimasta molto vivace nell’arco dei 12 mesi le esportazioni hanno fatto registrare un +8,2% in valore per 91,4 milioni di euro e un +20,1% in quantità per circa 15mila tonnellate. Luci e ombre per mortadella e wurstel che dopo una serie di risultati importanti, si sono fermate a 31.570 tonnellate, registrando un -1,6% in quantità ma sono aumentate in valore raggiungendo i 111,9 milioni di euro (+2,1%).

In difficoltà anche le esportazioni di pancetta stagionata che, sfavorite dal confronto con l’ottimo 2012, sono scese a 3.800 tonnellate dalle 4.330 del 2012 (-12,1%) per un valore di 29,5 milioni di euro (-6,4%). Buon risultato, infine, per la bresaola che ha chiuso l’anno con un altro importante progresso, registrando un +6% in quantità per circa 2.960 tonnellate e un +7,9% in valore per 53,8 milioni di euro.

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