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“Da Cerignola a San Francisco e ritorno” Cristina Bowerman si racconta in un libro

Nel libro “Da Cerignola a San Francisco e ritorno” Cristina Bowerman racconta il suo percorso professionale svelando le 10 regole che hanno guidato il suo successo. Tra queste: tenacia, umiltà, coraggio e rispetto

di Vincenzo D’Antonio
 
17 giugno 2014 | 16:00

“Da Cerignola a San Francisco e ritorno” Cristina Bowerman si racconta in un libro

Nel libro “Da Cerignola a San Francisco e ritorno” Cristina Bowerman racconta il suo percorso professionale svelando le 10 regole che hanno guidato il suo successo. Tra queste: tenacia, umiltà, coraggio e rispetto

di Vincenzo D’Antonio
17 giugno 2014 | 16:00
 

È libro, questo pregevole lavoro di Cristina Bowerman (nella foto), “Da Cerignola a San Francisco e ritorno, la mia vita da chef controcorrente”, che si dipana nell’intreccio metaforico, vi è trama e vi è ordito, del viaggio e dell’esperienza ad esso sottesa. Il tutto sempre lasciando intendere, brillantemente raccontando, che si gioisce della vita ad ogni istante e che… non finisce qui. Il “meglio”, per come lo si immagina, lo si desidera e se ne abbozza progetto (solo bozza, beninteso) deve ancora venire.



Cristina Bowerman nasce a Cerignola, nel Tavoliere granaio d’Italia, si trasferisce a Bari e poi dopo la laurea, prende il volo per San Francisco. Assorbe avidamente, perchè è sua essenza accrescere il suo sapere, il modo di vivere dei born in Usa. Piuttosto che impigrirsi in una sola attività, sebbene appagante e ben retribuito, l’ordito familiare, emozioni riemergenti e precisa volontà la conducono a laurearsi “chef” negli States.

Da San Francisco ad Austin. E da Austin a Roma. È viaggio. Ed è quel sapere che cresce di giorno in giorno e che in presa diretta le abilita, evidentissimo il suo gran cuore ed il suo grande cervello, le raccomandazioni serie ma non seriose (e perciò davvero ben serie) che briosamente nel libro impartisce a mo’ di decalogo. Saggezza cagionata dal vissuto consapevole, dalla perenne gioia interiore, dall’autostima, dal considerarsi sempre in viaggio.

A Roma due cucine da condurre. Glass, ed arriva la stella Michelin; interessanti quanto sagge e birichine al riguardo le riflessioni di Cristina. Romeo, a riperpetuare il caldo rito del pane quotidiano. Il ristorante che è de iure e de facto impresa, con Cristina che nel raccontare, somministra i cardini della gestione manageriale dell’impresa: la formazione continua, la motivazione, il coaching, il team building, le competenze specifiche e le conoscenze, la ricerca, l’obiettivo prioritario del deliziare il cliente.

Le ricette, da aquolina immediata e tutte ben descritte, sebbene per ammissione di Cristina difficilmente replicabili a casa, sono cammei incastonati non a caso, bensì al tempo giusto; a suggello della concretizzazione di esperienze sedimentate e poi affioranti, a compimento di studio specifico e preciso, a refreshing di episodi lontani. Quel viaggio che non finisce mai, mai di fretta, mai impigrendosi. Un viaggio che si fa con un bagaglio leggero, come Cristina racconta.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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