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Assemblea Federvini, il settore tiene Bene l’export, ma eccessivo il peso fiscale

Export a gonfie vele, ma per risollevare i consumi interni serve più prevenzione e meno proibizionismo. È uno dei temi discussi a Roma in occasione dell’Assemblea Federvini. Sandro Boscaini al suo esordio come presidente

di Mariella Morosi
 
19 giugno 2014 | 17:49

Assemblea Federvini, il settore tiene Bene l’export, ma eccessivo il peso fiscale

Export a gonfie vele, ma per risollevare i consumi interni serve più prevenzione e meno proibizionismo. È uno dei temi discussi a Roma in occasione dell’Assemblea Federvini. Sandro Boscaini al suo esordio come presidente

di Mariella Morosi
19 giugno 2014 | 17:49
 

Quali le prospettive del vino italiano alla luce dei dati del 2013 e alla vigilia di importanti sfide come l’Expo 2015? Ne hanno discusso a Roma all’Assemblea di Federvini (Federazione italiana industriali, produttori esportatori, importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi e affini) il presidente uscente, Lamberto Vallarino Gancia (nella foto, a sinistra), e Sandro Boscaini (nella foto, a destra), amministratore delegato e presidente di Masi Agricola, al suo esordio pubblico alla guida della federazione. Al dibattito, moderato dal giornalista Isidoro Trovato, sono intervenuti anche Andrea Oliviero, vice ministro del ministero delle Politiche agricole e il suo omologo del ministero dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.

Lamberto Vallarino Gancia e Sandro Boscaini

«I settori rappresentati da Ferdevini - ha detto Vallarino Gancia - hanno raggiunto nel contesto del nostro mercato agroalimentare un valore di 132 miliardi di euro. È un dato che ci spinge a proiettarci ancora di più verso l’estero per controbilanciare il trend nazionale negativo. Nel 2013 il valore dell’export è stato per l’86,5% di vini e mosti (+7,3 rispetto all’anno precedente), per il 6,1% liquori (+3,1%) e per il 3,4% di acquaviti (+4,7%). Siamo al primo posto nel mondo come produttori con 20,8 milioni di ettolitri superando la Spagna (18,1%) e la Francia (14,8%). C’è una discesa del volume dell’export compensata però da un +8,8% in valore. Bilancio positivo, dunque, che significa anche che è la qualità a vincere e che il consumatore internazionale è disposto a spendere di più per il nostro prodotto. Ma ci sono anche ombre: la più preoccupante è il decrescente consumo interno, dimezzato negli ultimi 20 anni, e la crescente pressione fiscale».

Per far ripartire il mercato italiano, troppo penalizzato ed eccessivamente tassato, per Federvini le istituzioni dovrebbero agire sull’informazione e sulla prevenzione e non sul proibizionismo perché questi consumi fanno parte della nostra cultura mediterranea. La via da seguire è il modello del bere responsabile, della consapevolezza.

«Spesso ci facciamo del male con una comunicazione sbagliata - ha detto Vallarino Gancia - quando i media enfatizzano singoli episodi di cronaca. Per fortuna c’è anche l’educazione al buon bere nelle varie trasmissioni di cucina che dedicano spazio agli abbinamenti con i vini».

Il neo presidente Sandro Boscaini ha sottolineato come anche il consumo degli spiriti sia legato alla nostra cultura. «Negli spiriti - ha detto - c’è una territorialità più forte che nei vini, dal genepy alle grappe fino agli amari, tutte varietà che rappresentano stili di vita e un modo di rappresentare le proprie erbe con un approccio medicamentale. Vale anche per gli aperitivi, tipici delle abitudini italiane, e per gli aceti, alcuni oggetto di desiderio come il Tradizionale di Modena».

Il fronte fiscale resta però un nervo scoperto i cui effetti finiscono per essere controproducenti per un settore che dà lavoro ad oltre 1,2 milioni di addetti, quando sul prezzo di una bottiglia il 40-60% è rappresentato da tasse. «Abbiamo avuto - ha detto ancora Vallarino Gancia - negli ultimi mesi due decreti legge che a fronte di alcune voci di spesa portavano a copertura l’aumento delle accise sugli spiriti e sui prodotti intermedi. Questi interventi sono stati realizzati quando i settori hanno dovuto fronteggiare tre aumenti di importa con un minacciato nuovo intervento dal 1 gennaio 2015».



Unanime quindi la richiesta a Governo e Parlamento di ripensare il quadro d’insieme. Un piano straordinario per il sostegno di tutto il settore dell’agroalimentare sta per essere lanciato dal ministero delle Politiche agricole, secondo quando ha detto il viceministro Carlo Calenda. «Nessun settore come questo è in movimento:un flusso che arriverà a un livello che non saremo in grado di seguire senza un piano di riorganizzazione. Soprattutto si deve investire sulla base di quello che ci indicano le imprese. Importante anche la formazione di nuove figure, come anche quella d’export manager, anche temporary manager, di cui le imprese anche piccole possono servirsi con costi accettabili».

Anche per Andrea Oliviero del ministero delle Politiche agricole serve una nuova strategia: «Dobbiamo dare - ha detto - in maniera strutturale un valore aggiunto ai nostri prodotti, facilitando il loro accesso nei Paesi dove la qualità italiana viene riconosciuta. Questo è il valore storico che vogliamo presentare all’Expo».

Il presidente uscente ha ringraziato per la fiducia accordatagli nei suoi due mandati consecutivi ricordando i traguardi raggiunti soprattutto in campo internazionale. «Nel prossimo triennio - ha detto Boscaini - il settore che Federvini rappresenta è chiamato ad affrontare una sfida importante , cioè quella di risollevare le condizioni del mercato. Se l’export è un settore che funziona, nonostante un euro forte, occorre ragionare su cosa accade all’interno del nostro Paese e fare leva, collaborando sulle istituzioni, sul valore del settore dell’agroalimentare che rappresentiamo. Importante, in vista dell’Expo, promuovere la territorialità del food&beverage insieme al brand Italia, sposalizio virtuoso tra il marchio collettivo e quello privato, senza competizione. Non dobbiamo dire “il mio è meglio del tuo” ma “il mio è diverso dal tuo”. Possiamo dare un grande indirizzo al mondo, come si può mangiare e bere con eleganza, perché il cibo ha una grande valenza culturale».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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