C’è qualcosa di terribilmente vecchio, e speculativo, nelle iniziative dell’
Onu per sconfiggere (e giustamente) alcune malattie dovute di fatto ad errata alimentazione. Mettere al bando abitudini che inevitabilmente portano a cancro, diabete, disturbi cardiovascolari e obesità è giusto. Stiamo parlando di problemi gravi e con costi sociali per le comunità rilevantissimi. Ma addebitare queste malattie solo ad alcuni alimenti (fra cui magari anche l’olio di oliva e i formaggi), e non già a stili di vita sbagliati, è una stupidaggine colossale contro cui si deve reagire. Soprattutto se i rimedi verso cui si spinge sono ridicoli come il dare il via libera a bevande gassate, solo perché contengono la dicitura “light”, ponendo invece il veto alla mozzarella di bufala o al parmigiano.
Anzi, più che una stupidaggine è un insulto bello e buono all’intelligenza e un odioso tentativo di imporre modelli di vita che già hanno causato danni gravissimi nel mondo. Basti pensare come l’alimentazione stile Usa ci stia facendo pagare costi altissimi con l’aumento tendenziale dell’obesità nei
bambini oggi nutriti a snack e bibite gassate.
Causa l’ignoranza generale in campo alimentare (che non è certo combattuta con le trasmissioni dei cuochi o i vari master chef nel mondo...) c’è stata una tendenza crescente a utilizzare indicatori di salute che non hanno basi scientifiche (ma portano all’eccessivo consumo di farmaci), demonizzando ingredienti della dieta come il grasso, il sale o lo zucchero. E tutto ciò senza considerare che ci sono tecniche per cucinare o dosaggi specifici che non creano problemi.
Se dovessero passare le direttive di cui si discute all’Onu il risultato sarebbe disastroso per la qualità della vita, al punto che un nutrizionista del calibro di
Giorgio Calabrese ha denunciato senza mezzi termini quello che si configura come un attentato alla
Dieta Mediterranea e alla maggior parte dei prodotti alimentari della tradizione italiana.
Ora non è per bieco sciovinismo che segnaliamo il tentativo delle grandi multinazionali o delle case farmaceutiche di imporre regole che non comprendono un’educazione alimentare, né consigli per fare attività fisica. Il mangiare italiano (senza eccessi) rappresenta nei fatti il regime alimentare e lo stile di vita più sano del mondo. Anche in vista dell’Expo 2015 è fondamentale che l’Italia rivendichi la sua diversità rispetto a modelli che segnerebbero per noi solo un arretramento sul piano della qualità della vita e delle prospettive di sviluppo della nostra economia, che non possono che basarsi sul buono e sul bello, e soprattutto sul sano.