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Siamo alla frutta anche per le fiere...

di Alberto Lupini
direttore
 
07 luglio 2014 | 11:04

Siamo alla frutta anche per le fiere...

di Alberto Lupini
direttore
07 luglio 2014 | 11:04
 

Il mondo della cooperazione agricola (a cui fanno capo le maggiori aziende del settore) scende in campo senza mezzi termini contro la Fiera di Milano, che continua nella sua politica di tentare di centralizzare le manifestazioni fieristiche legate alla filiera agroalimentare. L’Alleanza delle cooperative italiane contesta in particolare “Fruit Innovation” che si svolgerà a maggio del prossimo anno a Rho, in contemporanea con Expo ed in aperta sfida a concorrenza con la fiera del Macfrut di Cesena, da sempre punto di riferimento per l’ortofrutta italiana.

Va detto che la scelta di Fiera Milano segue quella della sfida, a suo tempo fallita, a Vinitaly di Verona con MiWine, e quella tuttora in corso al Cibus di Parma con TuttoFood. Come dire che la Regione Lombardia (con il consenso delle organizzazioni di categoria del territorio) persegue la logica di una concentrazione delle fiere alimentari su Milano per riempire in qualche modo le strutture immobiliari miliardarie volute a suo tempo da Formigoni, puntando sulla creazione di un grande polo nazionale in linea con quanto avviene in altri Paesi.

E fin qui tutto sarebbe positivo. Vista la fragilità dell’enorme sistema fieristico nazionale che, frazionato in centinaia di strutture costosissime e spesso inutili, riesce raramente a tenere il passo con la concorrenza mondiale, ogni rafforzamento della nostra visibilità internazionale è positivo.

Il problema semmai è che da Fiera Milano non vengono iniziative concordate con altre realtà territoriali od economiche (per fare squadra e sinergia). Spesso si assiste a scelte unilaterali e di rottura che, con soldi pubblici, creano polemiche e pochi vantaggi. Nella maggior parte dei casi non si vanno a riempire vuoti, ma ad occupare spazi già presidiati da altri, aumentando costi per tutti, compresi gli espositori che si trovano spesso a dover partecipare a più fiere simili senza avere risultati certi.

Il punto vero è che manca una politica fieristica nazionale a causa dell’interpretazione più stupida e controproducente del federalismo che ha permesso ad ogni provincia di avere più centri fieristici (sui cui costi di gestione in molti casi Corte dei conti o Procure dovrebbero aprire gli occhi). Il tutto senza un minimo di programmazione centrale. Al punto che in alcune realtà, come Brescia, la struttura fieristica chiude e le si cambia destinazione d’uso perché non si sa più come riempire gli spazi…

A questo punto è importante che a livello nazionale si facciano delle scelte strategiche capaci di durare per alcuni anni, ponendo delle regole chiare per le iniziative più importanti. È fondamentale fare squadra ed evitare sprechi di denaro o concorrenze. E là dove esistono già esperienze consolidate e positive (come è il caso denunciato dall’Alleanza cooperative) qualcuno sopra le parti deve decidere cosa è meglio fare. In tempi di contenimento delle spesa pubblica evitare di farci la concorrenza in casa ci sembra il minimo da chiedere ad amministratori che, come nel caso delle fiere, non rischiano certo con soldi propri, ma con quelli dei contribuenti. Ormai siamo alla frutta su tutto, e nel caso delle fiere letteralmente.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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08/07/2014 17:51:48
1) non solo le fiere, il federalismo ha fatto danni anche per l'occupazione
Caro Direttore, oggi hanno diramato i dati dell'utilizzo dei fondi europei per la formazione, sono incredibili in negativo per il nostro paese, sembrerebbe, aspettando i dati ufficiali che in Italia si siano formati 25/30,000 soggetti, mentre in Francia e Germania si arriva a 250/300.000 soggetti, da noi solo il 15% viene avviato al lavoro, in Francia e Germania si supera il 50% con punte dell'80%. differenze spaventose, vien da chiedersi se anche in questo campo non ci sia una confusione tra gli addetti, cioè le scuole, che sono: provinciali, statali, di enti vari, a volte sindacali e di associazioni di categoria, tutti a spartirsi la torta a volte senza una qualità, dovuto anche alla mancanza di tecnologie e senza un rapporto serio con il mondo del lavoro, anche qui ci vorrebbe un tavolo di lavoro che coordini il tutto, ma dato che le scuole sono regionali, il federalismo anche qui a fatto danni. e i nostri giovani cuochi ormai emigrano all'estero. matteo scibilia
Matteo scibilia



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