Nutrirsi è un diritto, un dovere, un modo per sopravvivere, ma purtroppo sono sempre di più le persone che non possono permettersi un pasto, perché anche questo ha un caro prezzo, soprattutto per chi in questo e periodo di crisi - a dispetto di chiunque dica che l'economia è in ripresa - fatica a mantenere sé stesso, e figuriamoci un famiglia. Sono padri single o separati, persone indebitate, immigrati, disoccupati e ormai cinquantenni, persone in seria difficoltà.
Per aiutare chi di questi tempi non è in grado di permettersi un pasto dignitoso, nasce il ristorante “Ruben”, che aprirà a Milano, in via Gonin 52, il prossimo settembre. Qui il prezzo per mangiare sarà di 1 euro, e saranno i benvenuti tutti coloro che saranno inviati da parrocchie e associazioni di volontariato, fino a un totale di 500 coperti, disponibili su due turni, dal lunedì al sabato; permanenza massima consentita: due mesi.
L'idea è venuta a Ernesto Pellegrini (nella foto), che agli appassionati di calcio è noto per essere stato presidente dell'Inter dal 1984 al 1995. Lo scorso dicembre l'ex presidente ha dato vita ad un'associazione che porta il suo nome, insieme alla moglie Ivana e alla figlia Valentina con il marito Alessandro Ermolli.
Il ristorante è dedicato alla memoria di Ruben, un contadino che Pellegrini ha conosciuto nella cascina che la sua famiglia divideva in affitto con altre famiglie; come tutti in quella cascina, anche Ruben fu cacciato, quando i nuovi progetti edilizi hanno avuto la meglio su quel posto che nel cuore di quella gente era “casa”.
Ruben non aveva un alloggio né abbastanza risparmi, così Pellegrini si promise di aiutarlo, serviva solo un po' di tempo, ma lo avrebbe fatto, se una mattina su un quotidiano non avesse letto della morte di un barbone, trovato assiderato nella sua baracca; quel barbone era Ruben.
«La Fondazione - dichiara Ernesto Pellegrini al Corriere della Sera - è un modo per ringraziare il buon Dio del tanto che ho avuto dalla vita. E ho voluto farlo partendo da quello che so fare meglio: ristorare le persone. Ruben ha lavorato per tre generazioni nella mia famiglia... Ruben non sono riuscito ad aiutarlo. Oggi però vorrei aiutare qualcuno dei tanti Ruben che vivono il loro momento di difficoltà e di disagio. Io ho sempre conservato nel mio cuore il ricordo di quell’uomo buono e lavoratore».