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Salomon FoodWorld
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Incentivi al ristorante che non tarocca le ricette

di Alberto Lupini
direttore
 
18 agosto 2014 | 11:42

Incentivi al ristorante che non tarocca le ricette

di Alberto Lupini
direttore
18 agosto 2014 | 11:42
 

Il tiramisù con la panna al posto del mascarpone, la cotoletta alla milanese con pollo o maiale cotti nell’olio di semi, per non parlare dei fantasiosi spaghetti alla bolognese. I menu di troppi ristoranti sono pieni di piatti taroccati, o di pessima fantasia, che non aiutano certo il nostro turismo o la promozione del made in Italy a tavola.

Se un tempo questi esempi li si poteva trovare soprattutto nei ristoranti italiani all’estero (perché magari non sempre era facile reperire le materie prime previste dalle ricette), oggi sono purtroppo frequentissimi nelle nostre località turistiche, causa la crisi economica che spinge ad un contenimento del food cost. Nonché per una generale caduta di qualità dell’offerta, direttamente conseguente all’eccesso di creatività che viene ogni giorno proposto sui tanti canali televisivi dove la Cucina gareggia con il Gossip.

Lamentarsi però non serve a molto. Né serve invocare, come fanno alcuni, assurdi interventi di controllo quando non è codificato per legge che sulla pasta alla Norma ci vada la ricotta salata e non un formaggio grattugiato meno pregiato. Fino a quando l’enogastronomia non diventerà un valore aggiunto simbolo dello stile e del modo di vita italiano, ogni polemica resterà fine a se stessa.

Se l’Italia non si decide ad investire sulla tutela dei nostri prodotti (fra Dop e Igp siamo i primi in Europa, ma siamo anche quelli più soggetti a contraffazioni), non si può chiedere questo sforzo ai ristoratori. Se lo Stato non promuove le nostre materie prime, invitando a consumare con attenzione e tutelandoci con etichette veritiere, non potrà crescere una cultura ed una consapevolezza attorno alla qualità e alla genuinità di ciò che si mangia, a casa come fuori casa.

In attesa che partano le iniziative sulla tracciabilità e le etichette, si potrebbe puntare su alcuni incentivi (e non già sulla repressione...) per migliorare l’offerta dei ristoranti “per turisti”. Un elenco di piatti fra i più comuni e tipici (un centinaio basterebbe all’inizio) potrebbe diventare la base per definire alcune ricette tradizionali su cui non si può barare (basta prendere qualche esperto e il gioco è fatto). I ristoranti che si impegnano a mettere nei menu alcuni di questi piatti potrebbero usufruire di qualche agevolazione di tipo fiscale (dall’Imu alla Tares la scelta è ampia). A seguito di ciò ci potrebbe essere un bollino di garanzia, una sorta di certificazione per cui, a parte le giuste scelte di creatività e fantasia, in quel locale non si bara sull’immagine nazionale. Alla carota si dovrebbe però affiancare anche un bastone, con sanzioni pesantissime (fino alla chiusura del locale) per chi aderendo a dei protocolli di garanzia per il consumatore devesse poi fare il furbo.

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21/08/2014 16:21:54
4) Ma di cosa parlate?
Mamma mia che enormita' da tutti voi e specie dagli addetti ai lavori piu' quotati.Ma davvero volete codificare le ricette ??? Ma se non siete manco riusciti a salvaguardare il parmigiano reggiano che costa come la mozzarella fatta domani??? E poi sanzioniamo anche gli esercizi che usano l'olio di semi al posto dell'oliva( il piu' delle volte di pessima qualita')?? E poi Scibilia, ma stiamo parlando dell'enogastronomia italiana e non la pubblicita' di Clooney in Lombardia.Dove andremo a finire con i soloni!!!!
marco sansone

ristorante buca di bacco
20/08/2014 11:59:23
3) La vera tradizione italiana a tavola
Qui all’Osteria della Buona Condotta da sempre cerchiamo di offrire ai clienti, sopratutto stranieri, una emozione del gusto, un qualcosa che ci permetta di essere ricordati, l’esperienza nostra di turisti ci conferma questo nostro pensiero. Anche in questi giorni di rientro dalle vacanze di amici e clienti, il racconto è sempre lo stesso (“Cosa hai mangiato?”), nel tentativo di scoprire qualche cosa di nuovo, anzi di antico da riassaporare, ed anche l’albergo, per quanto bello sia stato, è nell’offerta della prima colazione che lascia un ricordo.

In questa continua ricerca di ingredienti e ricette, nel tentativo di riuscire ad offrire sempre una “identità” gastronomica, la scelta è di (ri)cercare piatti di un passato di storia e cultura. Ed ecco allora tra i tanti libri di cucina, per esempio, le ricette dei “Promessi Sposi” che Manzoni ha descritto nel suo romanzo, fotografia o forse il facebook dell’epoca, piatti da riproporre e incredibilmente attuali: una buona frittata con le erbe di campo, o gli gnocchi con il pane raffermo, o il dolce della Duchessa Maria Luigia ospite presso la Villa Reale, dolce che utilizzava un frutto, le amarene, di cui il territorio brianzolo era ricco insieme ai gelsi. E per finire, le uova o il burro prodotti a Casatenovo, la frutta coltivata da un giovane contadino a Vimercate e i vini lombardi ormai promossi a vera gloria della nostra Regione: la Lombardia.
Matteo Scibilia
ristoratore
Osteria della Buona Condotta - Ornago (Mb)
20/08/2014 11:57:35
2) Una denuncia da non sottovalutare
La denuncia di Alberto Lupini sui piatti taroccati tocca una realtà purtroppo vera e abbastanza diffusa. Troppa fantasia (figlia in questo caso di ignoranza)anche in ristoranti stellati e pluristellati, gabbata per "sapiente interpretazione". In verità si tratta di incultura, confusione, inganno dei clienti. In italia ci sono piatti fatti secondo ricette collaudate da decenni se non più che hanno un nome ben preciso. Vogliamo cambiare ricetta? Nessuno e nulla lo vietano, ma si deve cambiare anche il nome del piatto. Ne cito solo uno, il Carpaccio, la cui ricetta è stata inventata quasi per caso da Giuseppe Cipriani con il sottofiletto di manzo. Ebbene, che senso hanno il "carpaccio d'ananas" o il "carpaccio di branzino", magari marinato? Vorrei invitare gli ispettori delle Guide gastronomiche a studiare bene i piatti storici della cucina italiana prima di dare o regalare voti, perché anche questi signori contribuiscono a confondere la gente. Bravo Alberto, continua nelle denunce, anche se il rimedio sta innanzitutto una maggiore cultura storica e gastronomica a cominciare dalle Scuole Alberghiere.
giampiero rorato

19/08/2014 17:06:57
1) Ristoranti vera forza del turismo italiano
Buongiorno Direttore, esprimo la mia solidarietà sul Suo progetto di tutela della ristorazione italiana con delle ricette codificate per meglio tutelare anche i consumatori esteri....per creare un'uniformità di conoscenza e servizio per tutti almeno simile, non creare dubbi nella scelta di un tale piatto.... certo ci sarebbe da lavorare molto, sopratutto nelle località ricche di turismo, ma è proprio li che dovrebbe nascere una coscienza nazionale del buon mangiare italiano, vera forza del turismo italiano nel mondo. Buon lavoro e complimenti.
Massimo Sartoretti

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