Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 18 aprile 2024  | aggiornato alle 08:19 | 104661 articoli pubblicati

Renzo Corvezzo, la passione per il vino e il sogno di una produzione biologica

La passione di Renzo Corvezzo per il mondo del vino nasce sin da bambino, quando osservava il padre mentre lavorava l'uva. Oggi, alla soglia dei 40 anni di attività, racconta i suoi progetti per il futuro dell'azienda

 
15 luglio 2014 | 12:28

Renzo Corvezzo, la passione per il vino e il sogno di una produzione biologica

La passione di Renzo Corvezzo per il mondo del vino nasce sin da bambino, quando osservava il padre mentre lavorava l'uva. Oggi, alla soglia dei 40 anni di attività, racconta i suoi progetti per il futuro dell'azienda

15 luglio 2014 | 12:28
 

L’azienda agricola Corvezzo sorge tra i comuni di Cessalto e Motta di Livenza (Tv), dove la vite è coltivata fin dall’epoca romana e i nobili veneziani costruivano le loro sontuose dimore estive. Alla soglia dei quarant’anni d’attività, Renzo Corvezzo (nella foto) racconta la sua storia: dai primi ricordi alla conquista del mercato internazionale, ecco il suo viaggio affascinante nel mondo del vino.

Renzo Corvezzo

Qual è il suo primo ricordo legato al mondo dell’agricoltura?

Ricordo come se fosse ieri mio padre che torchiava l’uva appena raccolta, e io che mi appassionavo ad assaggiare il dolcissimo mosto prodotto. Inoltre, senza che lui mi vedesse, ascoltavo il debole gorgoglio della fermentazione, ignaro che quello sarebbe stato l’obiettivo della mia vita.

C’è stato un momento negativo nella sua carriera, tale da indurla ad abbandonare questa attività?
Negli anni Ottanta lo scandalo del vino al metanolo causò un drastico crollo del mercato vinicolo mondiale, con conseguenze negative anche per la nostra azienda. Fummo bravi a trasformare questa catastrofe in opportunità: grazie all’Università degli Studi di Padova iniziammo dei trattamenti mirati ad aumentare la qualità dei vigneti, preludio alle future coltivazioni biologiche.

Cosa ama di più di questo mestiere, e cosa sopporta meno?
Lavorare a contatto con la natura e osservare giorno dopo giorno le sue evoluzioni è un’emozione indescrivibile. Di contro spesso la burocrazia più che un’alleata costituisce un limite ai nostri progetti, ma non ci scoraggiamo, perché sono proprio le certificazioni ottenute il nostro miglior biglietto da visita.

Quali sono gli obiettivi dell’azienda nel prossimo futuro?
Dopo il successo del nostro Prosecco Biologico Doc Treviso Terre di Marca e del nuovo impianto del Pinot Grigio Biologico puntiamo a convertire in biologico l’intera produzione, in attesa di ottenere l’imminente certificazione vegana, che rappresenta per noi un grande traguardo.

Quale attività le sarebbe piaciuto intraprendere, se non fosse diventato un imprenditore agricolo?
A diciannove anni iniziai a lavorare come tecnico della Montedison per 74 mila lire al mese: nonostante l’ottima paga, dopo tredici mesi abbandonai l’incarico, perché era troppo forte per me il richiamo della vigna.

Come si svolge la sua giornata tipo?
Alle sei del mattino mi sveglio e controllo che la tenuta sia in ordine; poi organizzo il lavoro in modo tale che i ragazzi della campagna sappiano come intervenire, mentre trascorro il resto del tempo tra cantina, vigneti e clienti.

C’è stato un incontro che ha dato una svolta alla sua carriera?
Devo buona parte del mio successo alla Contessa Zeno: vedova con quattro figli, nel 1978 decise di cedermi diverse tenute comprese tra Cessalto e Motta di Livenza (Tv). Sebbene non avessi le risorse economiche sufficienti, tale era la sua stima di me che bastò la mia parola per concludere la trattativa. E oggi con orgoglio posso dire che sotto il mio nome continua a prosperare anche il suo.

Come vede il futuro del settore vinicolo?
Ritengo che la viticoltura possa davvero rappresentare una leva di ripresa per l’economia nazionale, a patto che ci sia un salto di qualità dal punto di vista commerciale: la materia prima non ha eguali nel mondo, ma da sola non basta per contrastare l’ascesa dei mercati esteri. Sono convinto che la partnership tra le aziende sia una strada da percorrere, perché il Made in Italy è un patrimonio comune che deve essere valorizzato.

C’è un paese che dal punto di vista enologico la affascina in particolare?
Parlando di produzione mi affascina il Sud Africa: ho avuto il piacere di visitarlo qualche anno fa, e ho trovato un ambiente molto professionale, dove tecniche di lavorazione antiche e moderne si fondono alla perfezione. Dal punto di vista del mercato mi attraggono gli Stati Uniti, dove prima di trattare il prezzo si discute la qualità di un vino.

È nota la sua passione per il calcio. C’è qualche similitudine tra questo mondo e quello del vino?
Sia nel calcio che nella viticoltura per ottenere risultati occorrono passione, sacrificio e spirito di squadra. Sono due mondi dove basta un infortunio fisico o una grandinata per compromettere mesi di lavoro, ma con tenacia e forza di volontà ogni ostacolo può essere superato.


Corvezzo
Via Palù 19 - 31040 Cessalto (Tv)
Tel 0421 327203 - Fax 0421 328330
www.corvezzo.it
info@corvezzo.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       


Union Camere
Molino Grassi
Electrolux
Mulino Caputo

Union Camere
Molino Grassi
Electrolux

Mulino Caputo
Siad
Fratelli Castellan