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Riso, import dalla Cambogia in aumento Governo: Serve clausola di salvaguardia

A causa della forte crescita delle importazioni in Ue di riso dalla Cambogia, che ha raggiunto il 23% di tutto l’import europeo, il governo italiano ha richiesto misure di salvaguardia per tutelare i produttori europei

 
17 luglio 2014 | 17:04

Riso, import dalla Cambogia in aumento Governo: Serve clausola di salvaguardia

A causa della forte crescita delle importazioni in Ue di riso dalla Cambogia, che ha raggiunto il 23% di tutto l’import europeo, il governo italiano ha richiesto misure di salvaguardia per tutelare i produttori europei

17 luglio 2014 | 17:04
 

«Con la richiesta di adozione di misure di salvaguardia europee nei confronti dell’importazione di riso greggio cambogiano del tipo Indica, il Governo ha mantenuto l’impegno assunto al termine della nostra mobilitazione», ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare il documento tecnico sull’impatto delle importazioni a dazio zero inviato alla Commissione europea dal vice ministro dello Sviluppo economico con delega al Commercio estero, Carlo Calenda, in collaborazione con il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, il quale ha incontrato la delegazione della Coldiretti proveniente da tutte le regioni.



Nel documento si legge che la richiesta di adozione di misure di salvaguardia è giustificata dal fatto che «nelle ultime 5 campagne le importazioni di riso dalla Cambogia nell’Unione europea sono aumentate da 5mila a 181mila tonnellate raggiungendo il 23% di tutto l’import Ue grazie alla completa liberalizzazione tariffaria avvenuta il primo settembre 2009 a favore dei Paesi beneficiari del sistema di preferenze tariffarie generalizzate di cui all’articolo 1, paragrafo, lettera c (EBA) del regolamento UE n.987. Il persistente aumento delle importazioni dalla Cambogia continua a creare pressione sul mercato UE con conseguente ulteriore riduzione dei prezzi del riso di tipo indica e disincentivo a coltivare questo tipo di riso».

«Con la nostra mobilitazione si è finalmente avviata una procedura a livello comunitario che siamo pronti a sostenere alleanze con le associazioni degli agricoltori dei Paesi europei produttori di riso come Grecia, Francia, Bulgaria e Spagna per supportare le iniziative delle istituzioni», ha affermato Moncalvo nell’apprezzare la decisa accelerazione impressa dal Governo. «Dobbiamo lavorare a livello comunitario per l’applicazione della clausola di salvaguardia nei confronti delle importazioni incontrollate - ha concluso - ma anche a livello nazionale, dove occorre introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, dare pubblicità ai nomi delle industrie che utilizzano riso straniero, ma anche l’istituzione di un’unica borsa merci e la rivisitazione dell’attività dell’Ente nazionale risi».

«Salutiamo positivamente - ha dichiarato la Cia-Confederazione italiana agricoltori - la richiesta del Mipaaf, di concerto con il Mise, di applicare la clausola di salvaguardia per tutelare il riso di varietà “indica” dalle importazioni selvagge. L’Italia è il primo Paese europeo per la produzione di riso. La risicoltura si estende su circa 220mila ettari, pari al 51% delle risaie dell’intera Ue. La coltivazione del riso è concentrata, poi, in aree dove la forte specializzazione degli operatori ha favorito indotti economici rilevanti, nonché culture, identità, saperi, sapori, tradizioni, oltre che il modellamento di paesaggi e ecosistemi unici con effetti benefici diretti per la biodiversità e la difesa idrogeologica».

«Ora - commenta Mario Guidi, presidente di Confagricoltura - ci aspettiamo che altri Paesi dell’Ue come la Spagna e la Grecia, dove il riso è economicamente importante, seguano l’esempio dell’Italia. Non c’è, infatti, una regione risicola europea che possa pensare di poter reggere la concorrenza sul prezzo del prodotto cambogiano importato a dazio zero. Per questo sento di dover ringraziare il ministro delle Politiche agricole Martina e il vice ministro dello Sviluppo economico Calenda per l’attenzione dimostrata al problema. Si registra una crescente tensione tra i risicoltori italiani, alla vigilia della nuova campagna commerciale che partirà purtroppo “col fiato corto” a causa della grande quantità di riso lungo “indica” invenduto nei magazzini».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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