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Albino Pezzini resta ai vertici del Consorzio olivicolo italiano

Albino Pezzini è stato riconfermato ai vertici dell'Unaprol (Consorzio olivicolo italiano); è il segno di un riconoscimento per il dinamismo che l’Aipo ha dimostrato nel valorizzare la produzione del Nord Est d’Italia

 
23 luglio 2014 | 11:08

Albino Pezzini resta ai vertici del Consorzio olivicolo italiano

Albino Pezzini è stato riconfermato ai vertici dell'Unaprol (Consorzio olivicolo italiano); è il segno di un riconoscimento per il dinamismo che l’Aipo ha dimostrato nel valorizzare la produzione del Nord Est d’Italia

23 luglio 2014 | 11:08
 

L’Unaprol (Consorzio olivicolo italiano) ha eletto i componenti la Giunta di Presidenza, che affiancherà il neo presidente, Davide Granirei, nella gestione della più importante Organizzazione olivicola italiana (rappresenta il 62% dell’imprenditoria olivicola nazionale), nell’espletamento del proprio mandato.

Albino Pezzini

Accanto al presidente e al direttore generale dell’organizzazione, Pietro Sandali, siederanno, nella cosiddetta “stanza dei bottoni”, Pantaleo Piccinno, quale vice presidente, Massimo Neri, Gialuigi Hyerace e Albino Pezzini (nella foto), amministratore Unaprol dal 1997 e, dal 1966, presidente dell’Aipo-Associazione interregionale produttori olivicoli organizzazione, con sede in Verona, che riunisce circa 7mila aziende del Nord Est, tutte attive nell’olivicoltura e nella produzione di olio extra vergine d’oliva di elevato profilo qualitativo.

Una riconferma, quella di Pezzini ai vertici dell’olivicoltura italiana, che rappresenta, da un lato, il riconoscimento per il dinamismo con cui l’Aipo ha dimostrato di sapersi muovere nella valorizzazione della produzione olearia del Nord Est d’Italia, area dove insistono ben tre Dop (Garda, Veneto e Tergeste) e un sistema imprenditoriale la cui serietà sta conquistando ampi consensi a livello internazionale ma, anche, dall’altro per gli importanti processi di innovazione, tecnica, ecologica e organizzativa, che l’associazione ha portato avanti negli ultimi due lustri e che ha consentito la valorizzazione economica dei sottoprodotti della lavorazione delle olive e la loro commercializzazione.

Un impegno che ha fatto dell’Aipo, organizzatore tra l’altro della più autorevole e interessante competizione olearia internazionale che con i suoi 220 campioni, di cui il 18% esteri, iscritti all’ultima edizione, mette ogni anno a confronto la migliore produzione del bacino mediterraneo, un modello di riferimento per l’olivicoltura italiana e estera, fronte questo che la vede impegnata in attività relazionali che stanno dischiudendo le porte alle imprese del Nord Est e a quelle italiane di relazioni con il Marocco, la Croazia, la Serbia, la Slovenia, la Grecia, la Tunisia, la Turchia, l’Egitto, il Montenegro e la Macedonia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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