Si è respirata voglia concreta di cambiare marcia al 20° Enosimposio di Assoenologi Sicilia che si è svolto nei giorni scorsi a Campofelice di Roccella (Pa). La Sicilia del vino sente la necessità di presentarsi al mondo puntando sulla riconoscibilità del suo territorio e facendo gioco di squadra.
Nella foto, da sinistra: Giacomo Salvatore Manzo, Piero Rotolo e Carlo Alberto Padotto
L’associazione che raccoglie gli enologi e gli enotecnici siciliani ha dedicato l’edizione 2014 del convegno regionale a come promuovere del vino siciliano nel mondo, affrontando l’argomento sotto molteplici sfaccettature grazie alla presenza di personalità che operano in campi e in modi diversi. Anche se è vero che il brand Sicilia ha un suo valore unico, a detta dei relatori presenti, ci sono ampi spazi di manovra e potenzialità non ancora pienamente sfruttate.
«La Sicilia ha bisogno - ha spiegato Giacomo Salvatore Manzo, presidente di Assoenologi Sicilia - di giocare in sinergia per vincere una partita che si gioca su scala internazionale». Nella prima giornata di lavori, fondamentale il contributo di Giancarlo Lechthaler, direttore generale della Collis Veneto Wine Group, che ha parlato dell’importanza di presentarsi sul mercato con una proposta forte in termini di quantità e di strutture; mentre Alfeo Martini, direttore Mgm Mondo del Vino Srl, ha rilevato come tutto parta dalla conoscenza del mercato che si vuole conquistare. La seconda giornata di lavori è stata poi incentrata sulle potenzialità del vino e del territorio siciliano.
È proprio la ricchezza del territorio siciliano che deve rappresentare il valore aggiunto dei vini di Sicilia. Se è vero, come ha detto Alessio Planeta, amministratore delle aziende agricole Planeta, che l’enoturismo è in crescita, nonostante la crisi, la Sicilia del vino deve essere pronta a intercettare questi nuovi flussi, magari potenziando “Le Strade del vino e dei sapori di Sicilia” che allo stato attuale non sono riuscite a svolgere il ruolo fondamentale che a esse compete.
Le parole chiave per il futuro del vino siciliano sono: qualità; territorialità; cooperazione; innovazione; mercati; enoturismo e Doc Sicilia. Dietro ciascuna parola deve esserci un concreto impegno di tutti gli attori del vino ed è questo che Assoenologi Sicilia ha chiesto a gran voce.
«La Sicilia ha un valore inestimabile in termini di riconoscibilità. Lavorando tutti insieme per un obiettivo comune - ha commentato il presidente Manzo a conclusione dei lavori - abbiamo la possibilità di presentarci sul mercato con prodotti eccellenti sia dal punto di vista della qualità che per la forza comunicativa. Non a caso la nostra categoria sta guardando con attenzione a questa svolta epocale, non solo nella produzione ma anche generazionale, su cui puntare se davvero vogliamo salvaguardare l’ambiente e il reddito dei nostri viticoltori».