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“Licenza di pèsca” nella Valdaso tutela il frutto tipico marchigiano

“Licenza di pèsca” è la grande kermesse gastronomica, a Ortezzano (Fm), in onore della pesca della Valdaso, prodotto d'eccellenza dell'agroalimentare marchigiano, che deve essere tutelato come preziosa risorsa

di Mariella Morosi
 
24 luglio 2014 | 14:43

“Licenza di pèsca” nella Valdaso tutela il frutto tipico marchigiano

“Licenza di pèsca” è la grande kermesse gastronomica, a Ortezzano (Fm), in onore della pesca della Valdaso, prodotto d'eccellenza dell'agroalimentare marchigiano, che deve essere tutelato come preziosa risorsa

di Mariella Morosi
24 luglio 2014 | 14:43
 

Dolce, profumata, dai colori che sfumano dal rosa pallido al rosso, vellutata o nettarina, la pèsca è il sapore dell’estate. A questo frutto tipico della Valdaso, la fertile vallata in cui scorre il fiume Aso, il comune di Ortezzano (Ap) ha dedicato anche quest'anno una grande festa per promuovere ulteriormente non solo la sua qualità indiscussa, ma anche la ricchezza di contenuti vitaminici e la versatilità in cucina, e non solo come dessert.



Valdaso è famosa per la sua produzione frutticola, in particolare della pèsca. In primavera, tutta la valle si colora del rosa intenso degli alberi in fiore regalando un aspetto suggestivo al vasto territorio che dai Monti Sibillini va fino alla costa adriatica, nella parte meridionale delle Marche. Se tante varietà di pesche, come di altri frutti, si sono perse nel tempo e altre sono a rischio di scomparsa, nel Fermano e nell’Ascolano, da sempre la coltura della Pèsca della Valdaso viene tutelata come risorsa preziosa dell’agroalimentare marchigiano.

Prodotto tipico, ha conquistato il marchio regionale QM entrando nel progetto integrato di filiera a basso impatto ambientale promosso da Nuova Agricoltura e collegato al Programma di sviluppo rurale. Viene così valorizzato un prodotto di qualità e nello stesso tempo la biodiversità, l'ambiente e la ruralità di un territorio con tutta la sua cultura. La pèsca, come anche recentemente sottolineato dalle associazioni agricole, sta affrontando una crisi di mercato per prezzi che a stento coprono i costi di produzione per il maltempo ma anche per la concorrenza del prodotto straniero, in particolare francese e spagnolo.

Il dibattito in piazza “Licenza di pèsca”, che ha segnato l'inizio della festa, ha approfondito questo problema e tutti gli altri altri temi di attualità legati al settore ortofrutticolo. Sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Ortezzano Giusy Scendoni, Maura Malaspina assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Michela Borri presidente Gal fermano, Giovanni Scendoni presidente Nuova Agricoltura, Massimo Sandroni presidente della Cia di Ascoli Piceno e alcuni produttori e ristoratori.

Dopo la tavola rotonda, coordinata dal giornalista Federico Quaranta di Decanter, si è svolto un concerto con Il Gruppo Ortensia e, a conclusione, un'insolita cena-degustazione in collaborazione con i ristoranti “I Piceni”, “Osteria la Rosa dei Venti” e “Agriturismo Vecchio Gelso” di Piazza del Carmine. Cittadini e visitatori hanno potuto così apprezzare tutte le caratteristiche e la versatilità di questo frutto. Brevettata dai pizzaioli locali anche una gustosa pizza alla pèsca.

Sono state utilizzate tutte le cultivar della valle: la Classica vellutata (tecnicamente si dice tomentosa) a pasta gialla o bianca, la Nettarina detta anche Pesca Noce, con epidermide liscia e la Percoca, ideale per la conservazione in vaso. Numerosi i laboratori artigianali e industriali per la lavorazione del frutto, che diventa succo, marmellata e confettura. Molto apprezzato anche in sciroppo e sotto spirito. Non poteva mancare il mercatino

“I Sapori della Valle dell'Aso” in collaborazione con la Cia. Tra gli altri eventi, il convegno “Nuova normativa ed utilizzo in sicurezza dei fitofarmaci” , I Laboratori per ragazzi e lo spettacolo folklorico “Li Mazzamurelli de li Sibillini” e il concorso degustazione “Dolci di Pesca” in collaborazione con l'Accademia italiana della cucina, delegazione di Fermo.

I produttori della pesca della Valdaso si attengono a un disciplinare rigoroso di produzione integrata e ne tutelano la biodiversità, con la messa al bando qualsiasi elemento che possa alterare le caratteristiche morfologiche e chimiche dell'ambiente. Numerosi i controlli da parte di soggetti indipendenti con garanzia della tracciabilità in ogni fase, fino all’etichettatura e alla commercializzazione, che avviene anche attraverso la Grande distribuzione con confezioni speciali che ne garantiscono la provenienza e una filiera corta.

«Il progetto di valorizzazione della Pesca della Valdaso - ha spiegato Massimo Sandroni della Cia - può servire anche a sensibilizzare l'opinione pubblica verso le tematiche ambientali e la salubrità degli alimenti e verso le produzioni tipiche legate alle tradizioni e alla cultura locale. I contratti di filiera sono un'opportunità per gestire in modo economico e efficiente la rete distributiva e per attivare sinergie tra il comparto ortofrutticolo e il turismo attraverso l'immagine del territorio regionale».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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