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"Respiriamo Mare", cena a base di pesce ...con importanti finalità sociali

La serata “Respiriamo Mare” a Lido Nettuno è stata un’occasione per gustare i piatti dello chef Antonio Di Nunno, ma anche per riflettere sul tema del reinserimento lavorativo e civile nella società delle donne detenute

di Sandro Romano
 
05 agosto 2014 | 17:40

"Respiriamo Mare", cena a base di pesce ...con importanti finalità sociali

La serata “Respiriamo Mare” a Lido Nettuno è stata un’occasione per gustare i piatti dello chef Antonio Di Nunno, ma anche per riflettere sul tema del reinserimento lavorativo e civile nella società delle donne detenute

di Sandro Romano
05 agosto 2014 | 17:40
 

L’invito mi arriva da Francesca De Leonardis, cara amica e eccellente ideatrice di eventi a cui ho più volte partecipato, apprezzandone qualità e precisone organizzativa, chiaro segnale della passione che la spinge verso il bello e il buono dell’enogastronomia. Francesca, insieme a Nicola Pertuso e Anna Tannoia dell’Oasi naturale Torre Calderina, allo chef Antonio Di Nunno (nella foto) e a Luciana delle Donne, ideatrice di Made in Carcere (marchio di manufatti che si è prefissato il nobile progetto di agevolare il reinserimento lavorativo e civile nella società di venti donne detenute), questa volta ha organizzato una serata a Lido Nettuno, una location molto suggestiva affacciata sull’Oasi di Torre Calderina a Molfetta (Ba).

Antonio Di Nunno

Gli organizzatori l’hanno giustamente chiamata “Respiriamo Mare” e la splendida serata di fine luglio, con una leggera e profumata brezza da Nord Ovest, non fa altro che confermare l’appropriatezza del nome, nato dall’idea di libertà che il mare stesso trasmette. Occasione perfetta per illustrare al pubblico il progetto di sviluppo sostenibile dell’Oasi naturale Torre Calderina, una sfida divenuta realtà grazie a menti illuminate e tenaci. “Respiriamo Mare” nasce in collaborazione con Made in Carcere e, infatti, gli abiti delle organizzatrici e le graziosissime tovagliette all’americana dotate di una originale tasca per contenere le posate sono manufatti “utili e futili” - così li hanno definiti - confezionati con il lavoro delle detenute.

Si inizia al tramonto con un semplice e, al tempo stesso, elegante aperitivo servito nell’area ristoro in riva al mare, in contemporanea con un simpatico gioco a cura delle ragazze della Luiss di Roma, che collaborano al progetto Made in Carcere. Poi ci accomodiamo nel ristorante dove lo chef canosino Di Nunno ci delizia con i suoi piatti, tra cui un’interessante personale rivisitazione del piatto barese per eccellenza, la Tiella di riso patate e cozze, in cui il riso ha lasciato il posto al farro integrale e la cipolla ha avuto una cottura a parte, sotto sale.



Una serata di ottima cucina in cui tutto il menu realizzato da Di Nunno è a base di pesce, con il centrato abbinamento dei vini salentini delle cantine Michele Calò, ma soprattutto un’occasione di incontro con tanta bella gente, partecipe alle importanti finalità sociali di questo evento.

Foto: Rocco Lamparelli

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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