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Sigarette elettroniche, allarme dell’Oms Nocive per adolescenti e donne incinte

Sigarette elettroniche da vietare ai minori e nei luoghi chiusi. È quanto raccomanda l’Organizzazione mondiale della sanità ai governi. Le e-cig rappresenterebbero un grave pericolo per i più giovani e per il feto. Nel 2013 più di 263mila ragazzi statunitensi che non avevano mai fumato hanno provato il dispositivo elettronico

27 agosto 2014 | 10:31
Sigarette elettroniche, allarme dell’Oms 
Nocive per adolescenti e donne incinte
Sigarette elettroniche, allarme dell’Oms 
Nocive per adolescenti e donne incinte

Sigarette elettroniche, allarme dell’Oms Nocive per adolescenti e donne incinte

Sigarette elettroniche da vietare ai minori e nei luoghi chiusi. È quanto raccomanda l’Organizzazione mondiale della sanità ai governi. Le e-cig rappresenterebbero un grave pericolo per i più giovani e per il feto. Nel 2013 più di 263mila ragazzi statunitensi che non avevano mai fumato hanno provato il dispositivo elettronico

27 agosto 2014 | 10:31
 

Le sigarette elettroniche rappresentano “una grave minaccia” per gli adolescenti e le donne incinte, per il feto in particolare, poiché non è provato che il fumo “elettronico” passivo non sia dannoso per le persone vicine. Per questo, scrive l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un documento, è auspicabile il divieto di vendita ai minori e l’interdizione di fumo in luoghi pubblici chiusi. Il testo è stato realizzato in vista della Convenzione quadro per la lotta anti-tabacco dell’Oms, dal 13 al 18 ottobre a Mosca.

Gli esperti sottolineano che i dati esistenti indicano che il fumo prodotto non è solo vapore acqueo. Da qui l’opportunità di seguire le raccomandazioni precauzionali «fino a quando non sarà provato che i valori inalati non siano dannosi per le persone vicine». Al momento, comunque, secondo l’Oms esistono prove sufficienti per mettere in guardia «bambini, adolescenti, donne incinte, donne in età fertile» sulle conseguenze a lungo termine del consumo di sigarette elettroniche sullo sviluppo del cervello.

Gli esperti ammettono che l’e-cig consente un’esposizione ridotta alle sostanze tossiche negli adulti che vogliono smettere di fumare tabacco, tuttavia attualmente si ignora la reale consistenza della riduzione del rischio. Secondo l’agenzia delle Nazioni unite oggi si contano 466 marche diverse di sigarette elettroniche e nel 2013 sono stati spesi 3 miliardi di dollari (circa 2,27 miliardi di euro) per questi prodotti, e si stima che le vendite saranno moltiplicate per 17 fino al 2030.



Pacifici (Iss): Indicazioni Oms già recepite in Italia
Le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’utilizzo delle sigarette elettroniche «sono indicazioni già note e recepite dall’Italia», dice all’Adnkronos Salute Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio Fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità (Iss). «L’Oms - spiega Pacifici - dice sostanzialmente due cose: che la nicotina, indipendentemente dal prodotto che la eroga, è una sostanza nociva per la salute. E che la sigaretta elettronica potrebbe avere una sua utilità, nel caso fosse dimostrata la sua efficacia nell’allontanare il fumatore dalla sigaretta tradizionale. A oggi però - conclude l’esperta - gli studi sulla tossicità della sigaretta elettronica non sono completi. Anche se gli effetti a breve termine, almeno sulla carta, sono meno impegnativi della sigaretta tradizionale».

Mancini (Anafe): Italia all’avanguardia
«Il nostro Paese, anche grazie alla lungimiranza del provvedimento del 2013 del ministro Lorenzin che ha disposto il divieto di vendita ai minori, si trova in una posizione di avanguardia rispetto a molti altri Paesi, segno di una estrema e doverosa attenzione nei confronti delle fasce più giovani della popolazione», dichiara Massimiliano Mancini, presidente di Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico)-Confindustria.

«In Italia il tema sigaretta elettronica è da tempo molto dibattuto - osserva l’Anafe in una nota - c’è ancora in sospeso la questione della tassazione, sospesa dal Tar in attesa della Corte Costituzionale». Ma «dal punto di vista delle regole - sottolinea Mancini - l’Italia è un esempio a livello mondiale, avendo anche approvato norme che definiscono in maniera chiara, decisa e a nostro avviso giusta la pubblicità delle e-cig, con limitazioni a fasce orarie e a specifici mezzi di comunicazione, proprio a difesa dei minori».

«D’altra parte - aggiunge - per quanto riguarda i divieti nei luoghi pubblici auspicati dall’Oms, l’attuale normativa, che prevede già divieti di utilizzo ad esempio nelle scuole e negli ospedali, corredata da codici condivisi di autoregolamentazione che si stanno man mano diffondendo, sta funzionando nel nostro Paese senza criticità ed è anzi la più avanzata in Europa». L’Anafe ricorda infine che «recentemente 53 scienziati da tutto il mondo, tra i quali gli italiani Umberto Veronesi, Umberto Tirelli e Riccardo Polosa, hanno scritto proprio ai vertici dell’Oms dichiarando che le sigarette elettroniche possono essere di grande utilità per liberarsi dalle sostanze cancerogene derivanti dalla combustione di carta e tabacco delle sigarette tradizionali e assenti nelle sigarette elettroniche».



Santoro (Humanitas): E-cig come sigarette tradizionali
«Mi trovo totalmente d’accordo con l’Organizzazione mondiale della sanità che auspica restrizioni all’uso della sigaretta elettronica. Sono totalmente favorevole alla necessità di una regolamentazione del settore, e ritengo che per le e-cig debbano valere gli stessi divieti in vigore per le sigarette tradizionali», dichiara Armando Santoro, direttore dell’Humanitas Cancer Center di Milano, da sempre critico sulla possibilità che le “bionde elettroniche” possano rappresentare un’arma efficace nella lotta al tabagismo.

«Se è vero che in alcuni casi possono rappresentare un vantaggio - riconosce l’oncologo - e penso in particolare ai grandi fumatori» che magari “bruciano” due pacchetti al giorno, e che grazie alle e-cig possono ridurre nettamente l’inalazione di catrame e altre sostanze, «come politica generale di salute pubblica credo che alert come quello lanciato dall’Oms, precauzioni e divieti siano misure che è corretto valutare». Fra gli “aspetti negativi” che Santoro collega al fumo elettronico c’è «il rischio che possano invogliare alla sigaretta tradizionale persone, soprattutto giovani, che ancora non fumano». Una questione “di immagine” legata in parte alla gestualità. Inoltre «sono convinto che la vera guerra al fumo non si combatta con la sigaretta elettronica, bensì con iniziative di educazione e campagne di sensibilizzazione. E in questo senso - conclude il numero uno del Cancer Center di Humanitas - la e-cig può dare l’impressione che il fumo in sé non faccia male».

Uno studio Usa pubblicato dall’organismo sul controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc) sembra confermare l’allarme dell’Oms. I giovani non fumatori sono attirati dalle sigarette elettroniche più che da quelle tradizionali, e quando le hanno provate sono più inclini ad accendere quelle convenzionali. Nel 2013 più di 263mila ragazzi statunitensi che non avevano mai fumato hanno sperimentato il dispositivo elettronico, dato triplicato dal 2011, quando erano stati 79mila. E il 43,9% di quelli che l’hanno provato si dice tentato dal fumare le tradizionali sigarette entro l’anno successivo, numero doppio rispetto a quanti non hanno mai fumato.

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