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Lunelli, un nuovo marchio unico per i vini di Trentino, Toscana e Umbria

La famiglia Lunelli ha realizzato il progetto di affiancare al Ferrari Trentodoc una collezione di vini fermi, rappresentativi dei rispettivi territori. La presentazione a Roma, con un menu firmato da Alfio Ghezzi

di Mariella Morosi
 
04 settembre 2014 | 16:50

Lunelli, un nuovo marchio unico per i vini di Trentino, Toscana e Umbria

La famiglia Lunelli ha realizzato il progetto di affiancare al Ferrari Trentodoc una collezione di vini fermi, rappresentativi dei rispettivi territori. La presentazione a Roma, con un menu firmato da Alfio Ghezzi

di Mariella Morosi
04 settembre 2014 | 16:50
 

La famiglia Lunelli aggiunge al consolidato marchio Ferrari Trentodoc una collezione di vini fermi di alta qualità, espressione di tre cantine in altrettante zone dalla forte vocazione vinicola: la Tenuta Margon in Trentino, la Tenuta Podernovo in Toscana e la Tenuta Castelbuono in Umbria. Ha radici lontane questo progetto, che prevede un unico marchio per vini fortemente rappresentativi dei rispettivi territori. Nasce infatti negli anni Ottanta in Trentino e nei primi anni Duemila prima in Toscana, a Terricciola (Pi) e poi in Umbria, a Bevagna (Pg).

da sinistra: Alfio Ghezzi, Matteo Lunelli e Mauro Lunelli
Nella foto, da sinistra: Alfio Ghezzi, Matteo Lunelli e Mauro Lunelli

«Ci vuole tempo per ottenere un buon vino», ha detto Matteo Lunelli, amministratore delegato del gruppo, presentando il progetto a Roma, al Circolo Canottieri Aniene, insieme ai cugini Marcello, Camilla ed Alessandro Lunelli. Con i quattro rappresentanti della terza generazione della famiglia era presente anche Mauro Lunelli, l’enologo che per decenni, prima di passare il testimone al nipote Marcello, è stato il creatore di leggendarie etichette.

Come sempre, sono stati seguiti nella trasferta romana da Alfio Ghezzi, lo chef stellato della Locanda Margon, che ha preparato un menu in abbinamento ai vini e alle tipicità delle tre regioni: Salmerino alpino in carpione, Ceci tagliatelle e pancetta e Costoletta di agnello in farcia alla norcina.

Ed ecco le etichette presentate. Dalla Tenuta Margon, villa cinquecentesca alle porte di Trento, vengono tre espressioni della viticoltura di montagna: Il Villa Margon (Chardonnay in purezza, riproposto da 27 vedemmie), il Maso Montalto, 100% Pinot nero che dura nel tempo, dai vigneti alle pendici del Monte Bondone e l’ultimo nato, il Pietragrande, fresco e fruttato, Chardonnay con un tocco di Sauvignon.

Nella Tenuta Podernovo, su un poggio a Terricciola, sulle colline pisane, nascono Teuto e Aliotto, due rossi eleganti a base di Sangiovese, vitigno principe della Toscana. Il primo è in purezza, mentre il secondo è un blend in cui al Sangiovese vengono affiancati Cabernet, Merlot e altre uve locali. L’ultima acquisizione, la Tenuta Castelbuono è in Umbria, alle porte di Bevagna (Pg). La cantina, il Carapace, è stata progettata dallo scultore Arnaldo Pomodoro e realizzata in rame.

È l’unica opera d’arte del mondo in cui si vive e si fa vino. Vi nascono e riposano in barricaia vini importanti, frutto delle straordinarie caratteristiche della Docg Sagrantino, vitigno da secoli identitario dell’area di Montefalco. I vini presentati sono il Carapace, Sagrantino in purezza, il Lampante, Montefalco Rosso Riserva e il Montefalco Rosso Ziggurat. C'è anche una limitata produzione del Montefalco Sagrantino Passito.

«Le nostre tre cantine - ha detto Matteo Lunelli - hanno ciascuna una propria identità ma un’unica visione, un concetto comune sul far vino, cominciando dal rispetto del territorio, che si declina nella tutela dell’ambiente e nella sostenibilità. Sono valori comuni a tutti i nostri marchi e questo progetto è coerente con il nostro obiettivo della creazione di un polo d’eccellenza del bere italiano. È la varietà dei territori la grande ricchezza del nostro vino».

Se è nel campo e nel vigneto che si produce la storia e il futuro di un'etichetta, i Lunelli sono stati precursori di una gestione virtuosa delle aree vitate con un forte senso di responsabilità verso l’ambiente. «L’agricoltura convenzionale ha esaurito e spesso inquinato i terreni in nome del massimo sfruttamento - ha detto Marcello Lunelli - ed è necessario orientarsi verso comportamenti rispettosi che rendano orgogliose le generazioni future di chi le ha precedute. Il terreno deve conservare la sua vitalità, bisogna pensare alla salubrità del prodotto ma anche alla salute del vignaiolo. Per noi la sostenibilità si tradurrà, a regime, nella totale conversione al biologico. E questo è alla base di ogni nostra scelta agronomica».



Ma anche una volta messi al bando i prodotti chimici di sintesi esiste anche il rischio futuro di un accumulo nell'ambiente di quelli naturali, come zolfo e rame e non sono neppure da sottovalutare i problemi legati alla mutazioni climatiche. «Ci stiamo già occupando, nel Maso Orsi, di questi scenari futuri - ha aggiunto Marcello Lunelli - e dei problemi che potrebbero presentarsi nei prossimi 50 anni. Si studieranno nuove tecniche di allevamento e anche la necessità di innalzare la quota dei vigneti per garantire la necessaria escursione termica. È un lavoro che impegnerà un’intera generazione».

Tutte le tre cantine sono strutture legate alla storia e all’arte. «Siamo entrati in questi territori in punta di piedi - ha detto Alessandro Lunelli- e rispettarli significa anche restituire loro qualcosa, aprendo le nostre cantine al pubblico e ospitando eventi culturali e istituzionali. Sono tre tenute che hanno un filo comune sia dal punto di vista enologico che progettuale». La storia imprenditoriale della famiglia Lunelli prende il via nel 1952 quando Bruno Lunelli rileva da Giulio Ferrari una piccola cantina fondata a Trento nel 1902.

Hanno raccolto la sua arte sviluppandola in un lungo percorso i figli Franco Gino e Mauro, enologo innovatore dell’azienda. Nel 1982 viene acquisita Segnana, una storica distilleria, con 150 anni di storia. Sei anni dopo si aggiunge Surgiva, un’acqua minerale del Parco Naturale Adamello Brenta e recentissima acquisizione ,il 50% di Bisol storico marchio del Prosecco Superiore di Valdobbiadene. Nel corso della serata romana è stata anche annunciata la partnership del gruppo trentino con il club sportivo Aniene presieduto da Giovanni Malagò.


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