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Brunello di Montalcino contraffatto Sotto sequestro 160mila litri di vino

Un'operazione della Guardia di finanza con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha portato al sequestro di 160mila litri di vino pari a 220mila bottiglie. Un consulente è stato denunciato per frode in commercio

 
09 settembre 2014 | 11:11

Brunello di Montalcino contraffatto Sotto sequestro 160mila litri di vino

Un'operazione della Guardia di finanza con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha portato al sequestro di 160mila litri di vino pari a 220mila bottiglie. Un consulente è stato denunciato per frode in commercio

09 settembre 2014 | 11:11
 

SIENA - Oltre 160mila litri di vino pari a oltre 220mila bottiglie tra Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino sono state sequestrate dalla Guardia di finanza di Siena in un'operazione congiunta con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Secondo gli investigatori è stata manipolata l'intera filiera del vino famoso nel mondo. Il valore del prodotto sequestrato è di un milione di euro.



Un consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Secondo le accuse, l'uomo, coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell'ambito dell'intera filiera, sarebbe riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità.

Una parte del vino sequestrato all'esito delle perquisizioni era ancora nella fase dell'invecchiamento in botte: in quei casi l'acquirente avrebbe conservato per anni quel prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto eccellente. Il truffatore è riuscito a inserire dati falsi nella banca dati Artea della Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), facendo corrispondere la documentazione amministrativa falsa e i dati telematici consultabili dagli organi di controllo. L'uomo aveva eseguito ripetuti accessi telematici al sistema informatico Artea, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso.

Le indagini delle Fiamme Gialle, svolte con la collaborazione dell'ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole, sede di Firenze, sono partite in seguito a una segnalazione da parte del consorzio del vino Brunello di Montalcino. Le particolari abilità informatiche del truffatore seriale gli hanno consentito di introdursi all'interno del sistema 'home banking' personale di due imprenditori, tentando di trasferire a suo nome fondi su istituti di credito esteri e di impossessarsi, con operazioni di sportello, di ben 350mila euro dai conti correnti di uno di essi su conti propri.

«Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza - commenta il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - e l’operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L’azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano. Proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori e di porre fine a un’odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l’esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti».

«I nostri grandi vini sono ambasciatori del made in Italy nel mondo - sottolinea la Copagri - e atti di questo tipo vanno trattati con la massima severità nel giudizio e nella repressione, impedendo a chi non ha nulla a che fare con la vitivinicoltura italiana e, in generale, con l'agroalimentare made in Italy, se non per attività finalizzate a contraffazioni e frodi, di tornare ad operare nel settore a qualsiasi livello. La Copagri plaude alle autorità competenti in materia di controllo e repressione, che rappresentano una certezza per i consumatori e, non ultimi, per i produttori veri, onesti. Questo sventato oggi è un vero e proprio reato contro l'economia, nella fattispecie contro l'economia mossa da importanti aziende vitivinicole e come tale va considerato nelle azioni che seguiranno i gravi fatti: le decisioni e la loro attuazione».

«La Regione - ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi - si costituirà parte civile, a difesa dei produttori di Brunello e per il danno subito con la violazione della banca dati dell'agenzia regionale Artea. Voglio ringraziare la guardia di finanza e le forze dell'ordine per aver scovato questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che più caratterizza la Toscana e l'Italia nel Paese nel mondo».

«Vogliamo dare un segnale inequivocabile - prosegue Rossi - che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalità e della trasparenza. Va infatti sottolineato anche l'impegno del Consorzio del Brunello che ha segnalato alle forze dell'ordine la falsa certificazione. Il segnale è chiaro: chi produce eccellenza nel vino come in altri settori è danneggiato da questi criminali. Violano la legge danneggiando la qualità e distruggendo posti di lavoro».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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