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L'Expo si presenta separata dal turismo Sala: «Stiamo perdendo un'occasione»

Arrivati a questo punto, sottolineare i ritardi del settore turistico e la mancanza di strategie promozionali è quasi ridicolo. Ma il commissario unico dell'Expo 2015, Giuseppe Sala, sembra essersene accorto soltanto ora

 
17 settembre 2014 | 18:06

L'Expo si presenta separata dal turismo Sala: «Stiamo perdendo un'occasione»

Arrivati a questo punto, sottolineare i ritardi del settore turistico e la mancanza di strategie promozionali è quasi ridicolo. Ma il commissario unico dell'Expo 2015, Giuseppe Sala, sembra essersene accorto soltanto ora

17 settembre 2014 | 18:06
 

Il commissario Sala si accorge solo adesso che il settore del turismo è rimasto indietro rispetto all’Expo 2015? È sotto gli occhi di tutti che, a poco più di 200 giorni dall’apertura dell’Esposizione universale, nessuno ha messo in atto delle strategie efficaci per invogliare turisti da ogni parte del mondo a visitare le bellezze di tutta la Penisola. Ma il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala (nella foto) soltanto ora sembra acorgersene e sottolinea che l’evento potrebbe essere un’opportunità sprecata per il nostro turismo, dal momento che mancano offerte e pacchetti per attirare gli stranieri nelle città italiane. Come se invece per l'enogastronomia e la ristorazione fossero stati fatti chissà quali progetti...

Giuseppe Sala

L'allarme del commissario unico emerge da una recente intervista rilasciata da Sala a Mix24 su Radio 24 e pubblicata su Il Giorno del 16 settembre. «Il mondo dell’agrofood si sta muovendo bene - denuncia Sala - meno il settore turistico. Stiamo perdendo questa occasione. Ci sono veramente milioni di persone, di stranieri disposti a venire. Bisogna che qui si preparino dei pacchetti, perché se non useremo l’Expo per far venire la gente a Firenze, Venezia e Roma, avremo sbagliato».

«Non siamo pronti. Non siamo ancora pronti», ripete Sala, secondo cui l’Esposizione universale è per l’Italia un «grandissimo test». Per sfruttare questa chance, dichiara ancora, «Governo e Regioni devono essere le parti attive. Stiamo lavorando abbastanza bene con il ministero dei Beni culturali e del Turismo e con gli enti locali, ma il punto è che non si vede ancora la costruzione di programmi adatti».

Arrivati a questo punto, sottolineare i ritardi e le mancanze del settore turistico è quasi ridicolo. Basti pensare, come da mesi sta ripetendo Italia a Tavola, alla gestione illogica della ristorazione all’interno dei padiglioni, con costi di gestione talmente elevati da far andare deserte ben due gare d’appalto. Per non parlare poi della questione orari: tenendo l’Expo aperta fino a mezzanotte, è fin troppo evidente che si penalizzano i tanti locali e ristoranti lombardi e non si instaura alcun tipo di rapporto con il territorio. Anzi l'Expo diventa una gabbia in cui tenere segregati i visitatori e non farli diventare turisti. Una scelta sbagliata e assurda che sembra il solo scopo di garantire (forse) clienti a Eataly, unica realtà organizzata al momento presente all'inerno dell'Expo.

Del resto del mancato coinvolgimento hanno colpa gli organizzatori, che non coinvolsero i territori e le associazioni, a partire dai lombardi, ma per gli Stati Generali dell’Expo, nel 2009, si affidarono di fatto solo a due realtà, entrambe piemontesi, schierate anche politicamente, come Slow Food di Carlo Petrini e Club Papillon di Paolo Massobrio.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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