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La grappa trentina rievoca la storia Nuova campagna sulla Grande guerra

La grappa è un prodotto simbolo del Trentino. L’Istituto di tutela ha avviato una campagna di promozione, che sarà sviluppata dalle diverse distillerie, basata su un abbinamento con la ricorrenza della 1ª guerra mondiale

 
29 settembre 2014 | 17:40

La grappa trentina rievoca la storia Nuova campagna sulla Grande guerra

La grappa è un prodotto simbolo del Trentino. L’Istituto di tutela ha avviato una campagna di promozione, che sarà sviluppata dalle diverse distillerie, basata su un abbinamento con la ricorrenza della 1ª guerra mondiale

29 settembre 2014 | 17:40
 

Senza nulla togliere al vino, ai formaggi o ai salumi, uno dei simboli enogastronomici del Trentino è da sempre la grappa. Al punto che nella provincia opera l’unico istituto di tutela italiano che vigila e promuove la lavorazione di questa distillato, che ha le sue radici in processi artigianali quasi maniacali, tanto sono rigorosi e codificati.

Il tridente che garantisce l’autenticità del prodotto si basa su tre pilastri rispettati rigorosamente dai distillatori trentini (che praticamente al 99% aderiscono all’Istituto):
a) la distillazione delle vinacce al massimo entro dicembre, così da garantire la freschezza della materia prima;
b) l’utilizzo in prevalenza di alambicchi a bagnomaria e in discontinuo;
c) un sistema rigoroso di controlli, che poggia su analisi chimiche di campioni di tutti i prodotti da parte dell’Istituto San Michele e su una commissione di assaggio della Camera di commercio.

La fase di analisi rigorose, condotte su campioni prima e dopo la commercializzazione, mira fra l’atro a garantire i consumatori rispetto ai livelli di alcol metilico e di 2-butanolo (parametro della freschezza delle vinacce), presenti nelle grappe.



La grappa è, come detto, un prodotto che connota in maniera forte il Trentino e non casualmente l’Istituto di tutela ha avviato in questi giorni una campagna di promozione, che sarà poi sviluppata dalle diverse distillerie, che si basa su un abbinamento con la ricorrenza della prima guerra mondiale, che proprio in Trentino ha visto alcune delle battaglie più cruente un secolo fa. Un’iniziativa per nulla retorica e volta semmai a ricordare come quegli episodi appartengano per fortuna al passato, nonché come la grappa, prodotta già durante il periodo del regno austriaco, continui a simboleggiare in modo forte questo territorio.



Proprio sulle ragioni di questo connubio e sull’attuale situazione del comparto abbiamo intervistato il presidente dell’Istituto grappa trentina, Beppe Bertagnolli (nella foto), in un momento in cui la produzione è ormai partita in pieno di pari passo con la vendemmia.

Le grappe trentine, attraverso il loro Istituto, arrivano ormai al traguardo dei 50 anni di garanzie e di tutela. Oggi state rilanciando il vostro prodotto anche attraverso delle iniziative legate a fatti storici, nel caso specifico la prima guerra mondiale. Come nasce questo progetto?
Beppe BertagnolliTutto è partito con la richiesta che ci hanno fatto alcuni giornalisti per realizzare un mix di cultura della grande guerra e mondo della grappa, parlando anche del territorio, oltre che del prodotto: la prima guerra mondiale che è passata da queste zone, con tutti i pregi e difetti che ne sono conseguiti, e la grappa che è un simbolo della storia e del territorio all’interno della guerra stessa.

Quali sono gli elementi che possono dare una garanzia di questo prodotto rispetto ad altri analoghi?
Noi siamo l’unico istituto italiano che certifica la qualità. Abbiamo fatto una cosa molto semplice, che è stata sottoporci a delle analisi chimiche del prodotto, la grappa, presso l’Istituto agrario di San Michele. In più abbiamo istituito una commissione camerale (che dipende dalla Camera di commercio), che è costituita da due persone dell’Anag, due distillatori e un membro della Camera di commercio che assaggiano la grappa. Solo in questo caso si può ottenere il sigillo distintivo con il tridente. Il segreto della qualità è che le vinacce vanno distillate entro dicembre, il che significa freschezza del prodotto.

Un’altra caratteristica è appunto che il prodotto base è la vinaccia fresca perché le distillerie sono sparse all’interno delle zone in cui si produce il vino.
Un aspetto importante è che la materia prima sia a chilometro zero. E un’altra fortuna che abbiamo è di utilizzare un alambicco particolare che si chiama alambicco discontinuo a bagnomaria, dove la vinaccia deve essere umida e non secca, per cui si ottiene un prodotto finale molto più digeribile di altri.

Qui avete la più alta concentrazione in Italia di alambicchi a bagno maria.
Oltre il 90% degli alambicchi italiani di questo tipo si trovano in Trentino e sono un simbolo di artigianalità e di qualità, espressione importante dell’opera dell’uomo.


Cos’è l’Istituto tutela grappa del Trentino
Nato nel 1960 da un’intuizione di 5 distillatori (Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti), l’istituto Tutela della Grappa del Trentino conta 29 soci dei quali 21 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. L’istituto ha il compito di valorizzare la produzione tipica della grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino (attraverso il metodo discontinuo a bagnomaria che garantisce prodotti di elevata qualità) e di qualificarla con un apposito marchio d’origine (con un tridente come logo) e con la scritta “Trentino Grappa”. Ad oggi la produzione della grappa trentina si compone per un 70% di grappe monovitigno e un 30% di plurivitigno. In sensibile crescita la varietà invecchiata. La grappa trentina (per lo più nelle varietà Chardonnay, Teroldego, Marzemino, Moscato, Cabernet, Nosiola e Moscato rosa) rappresenta con 3 milioni di bottiglie circa il 13% della produzione nazionale ed è venduta per l’80% in Italia, principalmente nel canale Horeca.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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