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Pessimi caffè in Italia Patria per eccellenza dell'espresso

Mentre cresce il consumo del caffè espresso nel mondo, al contrario in Italia subisce una contrazione; ci vogliono baristi più qualificati, più attenzione per la materia prima e offerte diversificate in base ai target

di Roberto Vitali
 
13 ottobre 2014 | 14:50

Pessimi caffè in Italia Patria per eccellenza dell'espresso

Mentre cresce il consumo del caffè espresso nel mondo, al contrario in Italia subisce una contrazione; ci vogliono baristi più qualificati, più attenzione per la materia prima e offerte diversificate in base ai target

di Roberto Vitali
13 ottobre 2014 | 14:50
 

In Italia, patria per eccellenza dell’espresso, in molti bar si bevono ancora pessimi caffè. Per non parlare di certi ristoranti, dove magari hai mangiato buoni piatti ma alla fine ti arriva una tazzina con un espresso non a temperatura, con della polvere di caffè sul fondo, sapore discutibile. E ci rimani male, anche perché è l’ultimo gusto che ti rimarrà in bocca.



Non è la prima volta che scrivo queste cose ma è un convegno all’ultimo “World of Coffee” a Rimini Fiera che mi dà ragione. Dicono infatti le statistiche che mentre cresce il consumo del caffè espresso nel mondo, al contrario in Italia subisce una contrazione. Quale la chiave di ripresa indicata? Ci vogliono baristi più qualificati, più attenzione per la materia prima e all’attrezzatura, offerte diversificate in base ai target.

Ben vengano e non basteranno mai - organizzati da associazioni di categorie o anche da torrefazioni lungimiranti (e ce ne sono) - corsi, seminari e workshop per gli operatori del mondo coffee, con il rilascio anche di certificazioni di qualità. Accanto alla formazione, Scae (Speciality Coffee Association of Europe, la più autorevole organizzazione del settore) propone anche, sempre per favorire il rialzo dei consumi dell’espresso italiano, una maggiore attenzione per la qualità della materia prima e dell’attrezzatura e una diversificazione dell’offerta in base ai target.

In Italia, infatti, i giovani cominciano a bere abitualmente il caffè in tarda età (età media 20 anni) rispetto al resto del mondo (età media 12-13 anni) poiché l’espresso, dal sapore forte e deciso, è una bevanda che si discosta dai gusti dei giovanissimi. Ecco allora la necessità, all’interno dello stesso bar, di proposte differenziate, di monocultivar o di blended diversi che possono accontentare fasce diverse di consumatori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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