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Vini pugliesi, export in crescita Quattro Stelle alla vendemmia 2013

Calato il sipario sulla 3ª edizione di Apulia Wine Identity, manifestazione che ha svelato le produzioni d’eccellenza dei vitigni più blasonati della regione. Ottimi numeri per le aziende del Consorzio Puglia Best Wine

 
13 ottobre 2014 | 11:29

Vini pugliesi, export in crescita Quattro Stelle alla vendemmia 2013

Calato il sipario sulla 3ª edizione di Apulia Wine Identity, manifestazione che ha svelato le produzioni d’eccellenza dei vitigni più blasonati della regione. Ottimi numeri per le aziende del Consorzio Puglia Best Wine

13 ottobre 2014 | 11:29
 

C’è grande ottimismo nel mondo del vino di qualità della Puglia. Si produce di meno ma con qualità sempre maggiore, generando immagine e valore economico. È quanto emerso ad Apulia Wine Identity 2014, la manifestazione promossa dal Consorzio Puglia Best Wine che ha svelato le produzioni d’eccellenza dei vitigni più blasonati della regione: Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia.

La platea dei giornalisti invitati a Brindisi dal 1 al 5 di ottobre per degustare, en primeur le campionature varietali della vendemmia 2013, ha potuto “vivere” il territorio in presa diretta, visitando le aziende partecipanti (ben undici) e i territori viticoli di riferimento per l’intera enologia pugliese. Nella conferenza stampa conclusiva, è stato presentato il Report economico sul sistema vino della Puglia e sulle prospettive dell’export. Di rilievo l’apporto e il ruolo di primo piano dei partner di progetto del Consorzio Puglia Best Wine in questa manifestazione, da Unicredit al Gambero Rosso che, dalla prima edizione, hanno voluto condividere gli obiettivi di valorizzazione e promozione del sistema d’eccellenza del vino pugliese nel mondo. Significativa anche la presenza delle istituzioni regionali e cittadine che non hanno fatto mancare la loro voce di plauso e di sostegno all’attività sviluppata dal Consorzio Puglia Best Wine: il Sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole, Fabrizio Nardoni e del Senatore Dario Stefàno, membro della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama.

Degustazione Top Wines (foto di Maurizio Turrisi)

Anche le istituzioni regionali hanno potuto commentare, nel corso della Conferenza stampa conclusiva, i dati economici del settore presentati da Denis Pantini, projet manager Wine Monitor di Nonisma. Un quadro che fotografa la vitalità del sistema produttivo, sempre più export oriented, capace di generare valore economico ed immagine per chi produce con qualità e identità territoriale. Un chiaro segnale che coglie l’importanza strategica delle varietà di tradizione, a partire dal Primitivo e Negroamaro, ma anche per quei vitigni reliquie come il Susumaniello e tanti altri ancora. Infine, il rating scaturito dalle votazioni espresse dai giornalisti invitati a degustare in anteprima le campionature Vendemmia 2013, ovvero di vini ancora non del tutto definiti e in commercio. I punteggi ottenuti dai singoli campioni per le diverse varietà presentate, confermano il valore potenziale di questi prodotti di qualità, con una vendemmia 2013 a Quattro Stelle piene ed un Primitivo che svetta con il punteggio di 86,5 seguito a ruota dal Negroamaro e Nero di Troia che totalizzano 85 punti.

Per Luigi Rubino, presidente del Consorzio Puglia Best Wine, «un’edizione da ricordare per il livello dei giornalisti invitati e per il valore delle campionature presentate nel corso delle numerose degustazioni a partire da quelle en primeur». Un risultato che è frutto del lavoro sinergico di tutte le undici aziende che hanno condiviso questa terza edizione di Apulia Wine Identity.

Complessivamente, la vendemmia 2013 è stata più che buona, con dati che mettono in evidenza una grande qualità media raggiunta dalla aziende della Puglia e che ben rispecchiamo il buon andamento climatico registrato durante l’anno. Ma i dati più entusiasmanti sono quelli presentati da Wine Monitor Nomisma nel Rapporto sul vino di qualità della Puglia nel corso della conferenza stampa di chiusura, svolta a Palazzo Nervegna a Brindisi, nella giornata di domenica.

«La Puglia aumenta il livello qualitativo dei propri vini e il relativo posizionamento sul mercato estero. A fronte di un calo di produzione dal punto di vista quantitativo - ha spiegato Denis Pantini, project manager Wine Monitor - la strada intrapresa è quella di un incremento della produzione dei vini a D.o. sia per reagire alle difficoltà del mercato sia per differenziare sul mercato il vino pugliese, puntando sulle varietà autoctone. Oggi i vini a denominazione (Doc-Docg e Igt) rappresentano il 60% della produzione totale contro il 28% registrato nel 2006. In questo quadro, nel giro di poco più di sei anni, il valore dell’export del vino pugliese è passato dai 62 milioni (media del 2006/2007) ai 108 milioni registrato nel biennio 2012/2013, con una crescita pari al 75%. In tale ambito, infine, si è registrato anche un miglioramento qualitativo dato che, nell’ultimo anno, i vini imbottigliati hanno pesato per circa l’80% nel valore dell’esportazioni complessive, contro il 47% di dieci anni prima».

«Sono dati molto interessanti - ha commentato Luigi Rubino - che danno appieno il senso del cammino fatto per migliorare le nostre produzioni, sia nella qualità che nell’immagine. I nostri vini sono oggi apprezzati per la capacità di raccontare la cultura del nostro territorio. Questo è un fattore competitivo che, unito alla qualità, ci aiuta a presidiare meglio e con successo i mercati, anche quelli più lontani».

Elementi di ottimismo che il Report economico di Nomisma ha potuto rilevare con una certa difficoltà - le fonti non sempre sono aggiornate - ma che consentono di delineare delle tendenze davvero più che esaltanti: anche se la superficie vitata negli ultimi anni si è andata riducendo, per la prima volta, nel 2013, la produzione di vini a D.o. ha superato quella dei vini generici, segno di un’evoluzione che, soprattutto nell’ultimo lustro, racconta di una Puglia del vino che produce meno ma meglio e con qualità, facendo impresa. Un successo che contabilizza un fatto davvero straordinario. Il peso dei vini di qualità sull’export costituisco quasi il 90% del valore totale. Nessuna regione italiana può vantare questo risultato così eclatante. Un segno di assoluto valore prospettico che è stato sottolineato volutamente dai rappresentanti delle Istituzioni interventi all’evento.



«I numeri messi in mostra dallo studio di Nomisma - ha commentato Dario Stefàno - senatore e membro della commissione Agricoltura del Senato - rendono il giusto merito alla scelta di far tornare l’agricoltura come elemento identitario ed orgoglio della terra pugliese. Abbiamo raggiunto questo traguardo grazie ad un patto generazionale che ha visto i nostri giovani protagonisti di una nuova agricoltura, dove investire e spendere la propria vita. La chiave di lettura - ha concluso Stefàno - è la sintesi tra tradizione e innovazione. Dietro agli investimenti sul processo produttivo c’è, infatti, la voglia di puntare sulle nostre specificità territoriali, sugli autoctoni in primis. Una ricetta che ha permesso di qualificare le nostre produzioni sui mercati, rendendoci autentici e molto meno imitabili».

Un ragionamento che ha trovato conferma nell’intervento dell’assessore regionale alle Politiche agricole Fabrizio Nardoni, sui numeri di una politica che è stata vicina alle aziende, che ha saputo interpretarne i bisogni e valorizzarne l’unità, accompagnandole nel loro sviluppo qualitativo e di internazionalizzazione: «Come Regione abbiamo voluto sostenere il tessuto produttivo con un sistema di finanziamenti centrati su obiettivi condivisi: migliorare l’immagine e valorizzare i prodotti». Parlando di export, un riferimento è stato fatto anche ai preparativi della Regione al grande appuntamento di Expo, in programma a Milano da maggio ad ottobre del prossimo anno. «In vista della grande esposizione universale - ha concluso Nardoni - vogliamo trasferire questa nuova immagine della Puglia, raccontando le storie di successo sia in campo vitivinicolo che in campo agroalimentare. Vogliamo trasferire ai visitatori e ai buyer interesse e curiosità, per incentivarli a venire nella nostra regione. In ultima analisi, occorre fare sistema legando l’agricoltura al turismo, altro settore chiave della nostra economia».

«Le imprese pugliesi del settore vitivinicolo sono uno dei punti di forza dell’economia della Regione e contribuiscono in maniera determinante al successo del vino italiano all’estero - ha affermato Felice Delle Femine, regional manager per il Sud Italia di UniCredit - tuttavia il settore vitivinicolo italiano, nonostante buone performances negli ultimi anni, sta inevitabilmente risentendo del generale rallentamento dell’economia del Paese. È necessario, quindi, che gli imprenditori del settore comprendano, oggi più che mai, l’opportunità di puntare alla crescita dimensionale delle loro aziende, attraverso il rafforzamento patrimoniale e l’incremento della collaborazione tramite consorzi e reti di imprese, al fine di superare le criticità commerciali e strutturali dei mercati. L’obiettivo principale deve essere quello di raggiungere una massa critica e una organizzazione commerciale tali da consentire alle aziende di diventare ancora più competitivi su quei mercati esteri che oggi sono maggiormente ricettivi».

Nei tre giorni di sedute plenarie, che si sono svolte nella splendida cornice di Palazzo Nervegna-Granafei, a Brindisi, il panel internazionale ha avuto modo di degustare oltre ai vini en primeur dell’annata 2013 anche i top wine e le etichette storiche delle aziende partecipanti ad Apulia Wine Identity. Le sedute plenarie sono state precedute da 3 “enotours” di territorio per altrettante aree storiche della viticoltura d’eccellenza della Puglia, in cui gli ospiti divisi per gruppo hanno visitato le aziende e scoperto i patrimoni culturali e gastronomici delle diverse aree della Puglia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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