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Lamole di Lamole, “anima” toscana del gruppo Santa Margherita

Lamole di Lamole è una realtà di 177 ettari (57 a vigneto e 5 a uliveto) acquisita dal gruppo vinicolo Santa Margherita nel 1993 per sviluppare un’agricoltura che dal 2017 potrà fregiarsi della certificazione biologica

 
22 ottobre 2014 | 15:40

Lamole di Lamole, “anima” toscana del gruppo Santa Margherita

Lamole di Lamole è una realtà di 177 ettari (57 a vigneto e 5 a uliveto) acquisita dal gruppo vinicolo Santa Margherita nel 1993 per sviluppare un’agricoltura che dal 2017 potrà fregiarsi della certificazione biologica

22 ottobre 2014 | 15:40
 

Santa Margherita è universalmente nota come leader nei vini bianchi o vinificati in bianco, grazie alle performance di Pinot Grigio e Prosecco e alla fortissima presenza negli areali produttivi di Alto Adige e Trentino lungo la Valle dell’Adige. Eppure il gruppo vinicolo Santa Margherita vanta una lunga tradizione anche nei vini rossi che sono presenti nelle linee di tutte le sue Cantine (da Kettmeir, a Santa Margherita, a Torresella, a Terrelìade, nella stessa Cà del Bosco), ma c’è una regione che è “rossa” per definizione, ed è la Toscana.



In Toscana, Santa Margherita è presente da diversi decenni: la prima acquisizione risale al 1993 con l’ingresso di Lamole di Lamole nel “mosaico enologico”. Lamole vuol dire il “cuore” della zona più classica del Chianti, una località che già nel 1480 - in alcuni documenti ufficiali - viene “classificata” come zona di produzione di altissimo valore.

A questa realtà - 177 ettari, di cui 57 a vigneto e 5 a uliveto - si è aggiunta nel 2002, Sassoregale, in Maremma, una tenuta di 38 ettari, 30 a vigneto - in quella che è definita “l’Italia più selvaggia”, una delle ultime aree del nostro Paese dove ancora la natura è predominante sull’attività dell’uomo. Qui è nato, proprio quest’anno, il “primo” vino bianco prodotto in Toscana: un Vermentino, quindi nel pieno rispetto della tradizione locale.

Santa Margherita crede fermamente nella sua “anima” toscana: ha investito fortemente dagli anni Novanta ad oggi per ripristinare e ricostruire i vigneti, preservare il paesaggio, sviluppare un’agricoltura che dal 2017 potrà fregiarsi della certificazione biologica maturando un’attenzione alla salvaguardia della biodiversità e delle risorse idriche e a tutte quelle tecniche che, allontanando la chimica di sintesi dai vigneti, rendono il vino un prodotto di estrema salubrità. Un lavoro che nasce dal continuo e appagante dialogo fra tradizione e innovazione, termini normalmente troppo abusati, ma che qui trovano una giusta, felice collocazione, tanto sono fra loro interconnessi e reciprocamente condizionanti.

Esempi evidenti sono i terrazzamenti, espressione della tradizione e qui rivisitati utilizzando le pietre del territorio per creare massimi effetti di stabilità del terreno, conservazione del paesaggio ma soprattutto qualitativi sulle uve (effetti di “riflessione della luce” sui grappoli dell’uva e di “ritenzione del calore”); la selezione clonale, che da qui ha avuto un progenitore importante, come il clone di Sangiovese detto di Lamole, ma che è stato rinnovato (segno dei tempi e del clima che cambiano) scegliendo cloni dai grappoli più spargoli e più idonei agli obiettivi qualitativi; la vinificazione in legno, così amata nella tradizione e reimpostata per la produzione del Vigneto di Campolungo con botti troncoconiche; l’affinamento in botti grandi, con un parco-botti altamente qualitativo, a cui si aggiunge, a titolo sperimentale, e non solo una curiosità, una botte da 22 hl a forma di uovo.

Questo gioco di efficaci commistioni fra tradizione e innovazione si è negli ultimi anni palesato nel bicchiere attraverso una crescita qualitativa, concretizzata innanzitutto in un crescente apprezzamento del mercato, e testimoniata anche dal raggiungimento di numerosi premi fra i quali spiccano l’Eccellenza della Guida Espresso, riconosciuta alla Riserva per il secondo anno di fila, e i Tre Bicchieri del Gambero Rosso assegnati per la terza volta consecutiva alla nostra Riserva Vigneto di Campolungo, vino da quest’anno promosso a Gran Selezione, per sottolinearne il livello di pregio e il potenziale qualitativo.

Le soddisfazioni non arrivano solo da tali riconoscimenti ma soprattutto dall’essere protagonisti nella valorizzazione di un territorio unico come quello di Lamole, così unico da consentire alle uve di Sangiovese di poter arrivare al termine di una stagione difficile come questa con una sanità e qualità importanti, in particolar modo sulle viti dei terrazzamenti.

E questo grazie alla fortuna di poter contare su peculiari caratteri pedologici, climatici e umani quali l’elevata capacità drenante del terreno, la ventilazione costante, l’effetto di ritenzione e trasmissione del calore da parte delle pietre, selezioni clonali corrette, e non ultima la conversione al biologico, che ha determinato un maggiore controllo della vigoria delle piante.

Quella del biologico, ufficialmente riconoscibile nei vini dal 2017 ma già ora pienamente operativo in vigna, è una scelta importante, di certo facilitata dalla collocazione dei vigneti in posizione isolata, circondata da boschi, elevata in altitudine e arieggiata, ma che presume sempre da parte dell’uomo una riflessione partecipe sulla sostenibilità delle risorse e sul proprio futuro, e proprio questa riflessione non solo Lamole ma l’intero gruppo vinicolo ha messo al centro della propria operatività.

I vini Lamole di Lamole, territorio unico, hanno caratteri di eleganza e al tempo stesso ricchezza che la simbiosi fra suolo, clima, Sangiovese e uomo possono creare; sono stati abbinati alla cucina di Alice Ristorante a Milano, essa stessa specchio continuo della riflessione fra tradizione e innovazione, fra convenzione e provocazione perché, è nel matrimonio con il cibo che il vino, e il cibo stesso, trovano la loro massima espressione ossia… la nostra massima soddisfazione. Soprattutto quando cibo e vino sono fatti non solo con ingredienti e tecniche altamente qualitativi ma con amore e passione.


Lamole di Lamole
Località Lamole - 50022 Greve in Chianti (Siena)
Tel 055 8547014
www.lamole.com
info@lamole.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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