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Stappate birra... è (quasi) Natale! Tante specialità in arrivo per le feste

Arrivano i primi freddi. Copritevi, ma non smettete di bere birra! In primo luogo, infatti, non è per niente vero che la birra è più adatta all’estate. E poi, con l’arrivo dell’inverno, arrivano anche le birre di Natale!

di Marta Scarlatti
25 ottobre 2014 | 13:18
Stappate birra... è (quasi) Natale! 
Tante specialità in arrivo per le feste
Stappate birra... è (quasi) Natale! 
Tante specialità in arrivo per le feste

Stappate birra... è (quasi) Natale! Tante specialità in arrivo per le feste

Arrivano i primi freddi. Copritevi, ma non smettete di bere birra! In primo luogo, infatti, non è per niente vero che la birra è più adatta all’estate. E poi, con l’arrivo dell’inverno, arrivano anche le birre di Natale!

di Marta Scarlatti
25 ottobre 2014 | 13:18
 

L’immagine classica della birra gelata mentre fuori il solleone cuoce asfalto e cervelli non solo la troviamo ormai triste e superata, ma è soprattutto un imperdonabile errore che ha come conseguenza il fatto di privarsi di emozioni che alcune birre in particolare possono riservare all’appassionato. Chi mastica un poco dell’argomento troverà quanto andiamo a scrivere quasi scontato. Sì, la birra non è solo per l’estate. Al massimo si può sostenere che alcune tipologie di birre si adattano meglio alle temperature estive ma, nel contempo, ci sono delle birre che si prestano certamente meglio a essere godute d’inverno.

Pensiamo ad esempio a tutte quelle tipologie di birra con gradazione alcolica sostenuta, i “barley wine” in primis (letteralmente “vino d’orzo”, un tipo di birra ad alta fermentazione di origine britannica, ndr). Poi, ovviamente, ci sono le birre di Natale. Una sorta di “calderone” che da un lato affonda le sue radici nella cultura birraria belga e dall’altro ha praticamente affascinato i birrai di mezzo mondo, Italia inclusa.



Esiste una definizione comune per raccogliere tutto il mare magnum delle birre di Natale? A nostro modo di vedere è troppo complicato e lascerebbe sempre fuori qualcuno. Il fatto è che nelle birre di Natale la fantasia dei mastri birrai può raggiungere vette estreme. Partendo dal fatto che si tratta di birre di grado alcolico sostenuto, spesso adatte anche a un invecchiamento in cantina, possono essere prodotti “canonici”, nel senso che utilizzano solo cereali maltati, luppoli e lievito, oppure creativi, ovvero con l’aggiunta di spezie varie (le più frequenti sono la cannella, lo zenzero, il cacao e via dicendo).

Ora ci sono delle birre di Natale che sono degli autentici capolavori, la belga Stille Nacht di De Dolle tanto per non far nomi, altre che hanno raggiunto una grande celebrità internazionale, l’austriaca Samichlaus ad esempio. Ma il numero di birrifici che produce birre per l’arrivo di Babbo Natale è pressoché infinito. Per restare in Italia produce una specialità natalizia l’altoatesina Birra Forst, la piemontese Menabrea, la veneta Theresianer. E gran parte della sempre più affollata e agguerrita schiera dei microbirrifici: dagli storici, si fa per dire, Baladin, Beba, Turbacci alle seconde leve come Birra del Borgo, Birrificio del Ducato, Olmaia, Birra Troll fino ai quasi esordienti.

La “tentazione” della birra di Natale è forte non solo per le sue, come dire, “potenzialità espressive”, ma anche perché questa categoria birraria sta riscontrando, anno dopo anno, un crescente successo. Dei produttori abbiamo parlato, ma la conferma ultima arriva dai distributori che dedicano un’attenzione particolare al segmento birre natalizie e, in alcuni ma significativi casi, un vero e proprio catalogo speciale.

Una delle prime aziende a pensarci è stata la padovana Interbrau. Il suo catalogo, che si chiama con un indovinato gioco di parole Winterbrau, è straordinariamente ricco di specialità in arrivo da ogni dove: dalla belga Abbaye des Rocs Spéciale Noël all’italiana La Eremitani di Birra Antoniana, passando per l’austriaca e già citata Samichlaus. Ma non scherza affatto nemmeno il catalogo di Eurosaga, altro distributore storico nel comparto birra: tanto per citare qualche nome indicativo diremo la californiana Anchor Christmas, la belga De Ranke Pére Noel e la celeberrima Stille Nacht.

E alcune di queste specialità natalizie sono disponibili anche in fusto, a testimonianza che il segmento del Natale non è poi così d’insignificante nicchia come potrebbe sembrare. E perché poi, del resto? Non c’è solo il fattore “novità” che ancora sussiste a sostenere il piccolo fenomeno delle birre di Natale, c’è proprio la qualità di buona parte dei prodotti e la possibilità anche di sfruttarli in abbinamenti con la cucina solitamente più sostanziosa e succulenta del solito che s’incontra durante il periodo delle festività.

Ergo, il discorso relativo alle birre di Natale potrebbe interessare non solo i titolari delle classiche birrerie ma anche il mondo della ristorazione, quello delle enoteche e quello dei negozi gourmet. Con la crescita di consapevolezza o almeno di curiosità che le birre stanno sollevando in Italia, sarebbe davvero un errore far passare questo prossimo Natale senza nemmeno aver stappato una bottiglia di birra...

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