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Prosecco Superiore Docg in festa con giovani sommelier e cuochi affermati

A Eataly Roma è stato celebrato il Prosecco Superiore Docg, un prodotto che dimostra come la qualità possa battere la crisi; per l'occasione giovani sommelier “under 30” si sono sfidati in una gara ai banchi d'assaggio

di Mariella Morosi
 
29 ottobre 2014 | 16:00

Prosecco Superiore Docg in festa con giovani sommelier e cuochi affermati

A Eataly Roma è stato celebrato il Prosecco Superiore Docg, un prodotto che dimostra come la qualità possa battere la crisi; per l'occasione giovani sommelier “under 30” si sono sfidati in una gara ai banchi d'assaggio

di Mariella Morosi
29 ottobre 2014 | 16:00
 

Forte di un successo crescente, in consumi e in valore, il Prosecco Superiore Docg si è presentato a Roma, ad Eataly, con un’iniziativa speciale dedicata ai giovani sommelier, che nel loro servizio rappresentano il trait d’union tra produzione e consumatori, raccontando la storia di un’etichetta cominciando dalle colline dove nascono le uve, candidate al Patrimonio Unesco, fino alle caratteristiche qualitative dello spumante. È stata una vera e propria festa d’autunno, con la presenza di alcune aziende e dei vertici del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Docg, il presidente Innocente Nardi (nella foto) e il direttore Giancarlo Vettorello.

Ma i protagonisti più applauditi sono stati i giovani sommelier, tutti under 30, delle più importanti associazioni e scuole di sommelier: Ars, Fis (Fondazione italiana sommelier), Fisar, Onav e l'istituto alberghiero Pellegrino Artusi, che hanno accettato di sfidarsi in una gara ai banchi d’assaggio. Ad aggiudicarsi il premio della giuria tecnica, presieduta dal sommelier Alessandro Scorsone, è stata Fabiana Biagiotti, seguita da Marco Ciardelli, entrambi delegati Fis, mentre Andreas Parzer dell'Ars ha ottenuto il maggior numero di voti da parte della critica di settore.



Anche il cibo è stato sotto i riflettori in questo tempio dei gourmet capitolini, anche perché si è cercato l’abbinamento perfetto con il Prosecco Superiore. La competizione culinaria ha visto all'opera gli chef di Eataly e Paolo Cacciani dell’omonimo ristorante di Frascati, ma non ci sono stati né vincitori né vinti. I primi hanno creato i Passatelli con colatura di alici di Cetara su crema di zucca, e il secondo, ben noto interprete della tradizione romana, un Cacio e Pepe.

Per dargli una mano con le pentole si sono prestati la produttrice di Prosecco Elvira Bortolomiol e il giornalista Andrea Gabbrielli. In un’atmosfera del tutto informale è stato celebrato un prodotto che dimostra come la qualità possa battere la crisi. La festa del Prosecco continua per una settimana da Eataly con degustazioni guidate, e contemporaneamente in 40 enoteche per iniziativa dell’associazione Vinarius, che recentemente ha assegnato all'area del Conegliano Valdobbiadene l'ambito “Premio al Territorio”.

Dal 3 al 9 novembre le enoteche dell'associazione, sparse in tutta la penisola, insieme al canale distributivo Horeca, promuoveranno il Prosecco Superiore con una serie di degustazioni. «Siamo stati a Conegliano Valdobbiadene - ha detto il presidente onorario di Vinarius, Gianni Anelli - e vogliamo trasmettere la conoscenza dell'unicità del prodotto ai nostri clienti. L’enoteca, come ha detto Bruno Vespa, è come una libreria: nella prima c’è la cultura del vino, nella seconda quella dei libri». La proposta dei vini, soprattutto nei locali, deve essere basata su un'adeguata capacità di servizio. Il riferimento non è solo all'abilità nella mescita, ma anche alla conoscenza del vino che viene servito e al saperla raccontare, secondo il presidente del Consorzio Innocente Nardi.

Innocente Nardi

«Il termine Superiore che qualifica il nostro Prosecco - ha detto Nardi - è il massimo riconoscimento per riconoscere la storicità della zona particolare dove si produce: colline ripide, che chiamiamo le rive, con pendenze superiori al 25%. Nei 15 comuni di produzione abbiamo voluto distinguere 43 rive per il legame forte che hanno col territorio e obiettivo dei produttori è quello di dare la possibilità al consumatore di fare un ideale percorso tra tutte loro. Abbiamo superato il milione e mezzo di bottiglie, su una superficie collinare vitata di 6.500 ettari e i viticoltori, in genere con modesti appezzamenti, sono 3.200. Tutto l’indotto occupa un gran numero di lavoratori, perché tutte le operazioni non possono essere fatte che manualmente. Con questa serata a Roma abbiamo voluto collegare idealmente questa manualità a quella altrettanto importante del servizio dei sommelier».

La storia del Prosecco comincia con quella della Carpenè Malvolti, la maggiore azienda spumantistica di Conegliano, perché a creare quel vino spumeggiante fu proprio l'enologo Antonio Carpenè nel 1868. Un'intuizione felice che ha attraversato la storia enologica veneta fino ad imporsi nel firmamento delle bollicine mondiali con grandi numeri di export in oltre 50 Paesi e una collezione di riconoscimenti. È della stessa famiglia da cinque generazioni.

Oggi, con Rosanna Carpenè al timone, forte della crescita dei risultati, si presenta con una rinnovata gestione aziendale, con il potenziamento degli investimenti in impianti industriali e con una più incisiva comunicazione. Parla soprattutto ai giovani che dimostrano di apprezzare questo vino, in particolare negli happy hour, contribuendo così a sdoganare il consumo delle bollicine dai riti delle ricorrenze.

«Da sempre la casa di Valdobbiadene - ha detto la giornalista Marzia Morganti Tempestini che l'ha rappresentata all'evento di Eataly - ha scelto di andare oltre i connotati qualitativi e puntare su quelli valoriali - tradizionali ma anche moderni - in cui le persone tendono a riconoscersi: legame con il territorio - di cui oggi si parla tanto ma che noi valorizziamo da sempre - poi convivialità, sentimento, passione, universalità e continuità temporale».

Per il direttore del Consorzio Giancarlo Vettorello, «proprio quando Antonio Carpenè cominciò a pretendere che il territorio producesse un grande spumante ebbe inizio la nostra storia. Voleva che l’Italia meritasse un grande spumante, e in 150 anni ce l’abbiamo fatta». Il successo della prima Scuola online dedicata al Prosecco Superiore, con focus sulla sostenibilità e lezioni dedicate alle modalità di servizio, dimostra l’apprezzamento anche del mondo giovanile verso questo prodotto.

Secondo un'anticipazione del nuovo Rapporto del Centro Studi del Distretto, che sarà presentato il 13 dicembre, la denominazione è in controtendenza: la tipologia spumante, che oggi rappresenta più del 90%, è aumentata in valore del 6,6% nel 2013, con un giro d'affari pari a 327,2 milioni di euro. Ma a sorprendere, sono in particolare i numeri registrati in Italia dove il Conegliano Valdobbiadene è cresciuto dell'11,4% in valore e del 10,5% in volume nell'ultimo anno.

Questo trend ribadisce ancora una volta che è il Prosecco Superiore lo spumante Docg preferito dagli italiani e conferma i risultati del lungo periodo. Dal 2003 al 2013, infatti, si è registrato un aumento a volume pari a un +72.9%. A dimostrare come il Conegliano Valdobbiadene sappia soddisfare le richieste degli operatori del settore, ristoratori ed enotecari in primis, interessati ad offrire un vino Superiore di grande versatilità, sono i dati Horeca: a livello nazionale: +8,9 % in valore e + 7,3% in volume in un panorama generale che vede questo importante canale in calo.

Un andamento controcorrente dovuto - secondo il Consorzio di Tutela - a una costante ricerca di qualità e all'impegno nella valorizzazione della denominazione intrapreso nel 2009, con il riconoscimento della Docg e la decisione di assegnare a questo vino un nome che lo legasse all'area in cui nasce e alla sua lunga tradizione spumantistica. «Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è capace di esprimere qualità e territorialità grazie anche a progetti come il Rive, denominazione comunale che esalta le differenze fra suoli ed esposizioni delle singole colline - ha detto ancora Innocente Nardi - e questo fa percepire al consumatore gli elementi distintivi del nostro spumante».

Si respira ottimismo nella Gdo (+17,4% in valore e +15,9% in volume) ma anche con i grossisti (+14,8% in valore e +13,3% in volume). Il lavoro svolto dal Consorzio per la promozione di questo spumante si è spinto anche oltre confine grazie a seminari, workshop e una serie di altri eventi dall'Asia agli Usa, senza trascurare l'Europa. Sforzi di cui ora si raccolgono i frutti: l'export rappresenta una quota del 40,4% per lo spumante e del 42% per l'intera denominazione. La Germania si conferma nel 2013 il primo Paese importatore di Spumante Docg a valore con 29,6 milioni di euro.

La flessione pari al 5,9% su base annua è stata compensata da un aumento del livello dei prezzi dell'+1,8%, un risultato importante se si considera che il mercato tedesco è da sempre molto competitivo. La Svizzera, secondo il mercato estero della Docg, ha raggiunto una quota pari a 28,8 milioni di euro. Le esportazioni in questo Paese, particolarmente attento alla qualità, rappresentano il 21,8% delle vendite all'estero. Molto promettente si presenta poi il mercato inglese, che ha denotato un significativo aumento del valore con un +11,3% su base annua.

Oltreoceano gli Stati Uniti si sono collocati, nel 2013, al quarto posto tra i mercati e si sono contraddistinti per una crescita elevata (+11,9% in raffronto al 2012). Se Germania, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti regalano ottimismo, non si possono certo tralasciare i segnali positivi che giungono da mercati non tradizionali, come quelli scandinavi e le repubbliche baltiche, che fanno ben sperare per la continua espansione delle esportazioni.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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