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Perlé 2007 campione del mondo Perfetta icona dello stile Ferrari

Con il millesimo 2007 il Trentodoc della famiglia Lunelli ha conquistato il titolo di miglior bollicina italiana e migliore al mondo (Champagne escluso) al primo “Champagne & Sparkling Wine World Championships”

 
31 ottobre 2014 | 16:39

Perlé 2007 campione del mondo Perfetta icona dello stile Ferrari

Con il millesimo 2007 il Trentodoc della famiglia Lunelli ha conquistato il titolo di miglior bollicina italiana e migliore al mondo (Champagne escluso) al primo “Champagne & Sparkling Wine World Championships”

31 ottobre 2014 | 16:39
 

Sono firmate Ferrari le migliori bollicine al mondo, Champagne a parte. Il Trentodoc Ferrari Perlé 2007 è stato infatti incoronato “World Champion Sparkling Wine Outside of Champagne” nella prima edizione di “Champagne & Sparkling Wine World Championships”, concorso internazionale dedicato esclusivamente alle bollicine. Lanciata dall’inglese Tom Stevenson, un’autorità mondiale del settore, la competizione ha visto la partecipazione di 650 etichette di 16 Paesi. Oltre a questo alloro, che lo consacra tra le migliori etichette del mondo, il Ferrari Perlé 2007 s’è imposto anche come prima bollicina italiana e primo Trentodoc.

Il Ferrari Perlé, la cui prima annata risale al 1971, è stato il primo millesimato della casa e rappresenta, con la sua eleganza e armonia, la perfetta icona dello stile Ferrari. Chardonnay in purezza, nasce soltanto da uve coltivate secondo principi di sostenibilità nei vigneti di proprietà alle pendici dei monti del Trentino.



«Questo risultato - commenta Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari - ci riempie di orgoglio e testimonia una volta di più come il Trentino, grazie alla sua viticoltura di montagna, sia un territorio con una vocazione unica e straordinaria per creare bollicine di eccellenza».

Il Vigneto Ferrari
Se ogni azienda è tenuta a essere responsabile a livello sociale, a maggior ragione deve esserlo un’azienda vitivinicola, il cui legame con il territorio è profondo e indissolubile. La storia di Ferrari mostra come la qualità abbia inizio nel vigneto: uve sane, equilibrate e ricche dal punto di vista aromatico sono condizione magari non sufficiente, ma sicuramente necessaria per vini di eccellenza. Curarsi e preoccuparsi della materia prima è investire sul proprio futuro. Questo è stato l’insegnamento di Giulio Ferrari, che era vivaista e viticoltore prima ancora che enologo, e di Bruno Lunelli, nonno degli attuali titolari.

«La mia famiglia ed io - spiega Marcello Lunelli, vicepresidente di Cantine Ferrari - siamo oggi custodi di tale messaggio e con entusiasmo e convinzione ci impegniamo ad arricchirlo alla luce di nuove sensibilità, coniugando la qualità dell’uva con la salute del viticoltore e la tutela dell’ambiente».

In tale contesto si inserisce il progetto “Il Vigneto Ferrari”, che ha portato alla definizione di uno stringente protocollo per una viticoltura sostenibile e salubre di montagna. L’obiettivo è ottenere un’uva sana e di altissima qualità attraverso l’applicazione di una serie di regole codificate sulla base dell’esperienza maturata dagli agronomi Ferrari in anni di sperimentazioni nei vigneti di proprietà. Tutti i vigneti di proprietà in Trentino sono in conversione sulla scia dei vigneti delle tenute umbre e toscane. Il progetto intende condividere lo stesso protocollo con tutti i conferenti di uva.

«Fermo restando che precondizione fondamentale per una base spumante Trentodoc di eccellenza è la posizione in alta quota del vigneto - aggiunge Lunelli - quello che proponiamo è un forte cambiamento nelle pratiche colturali fin qui utilizzate. Un cambiamento che riporta in primo piano la salute e sicurezza dell’operatore e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo. Anno dopo anno abbiamo ripensato le modalità di gestione del suolo rimettendo al centro il terreno e la sua fertilità come primo protagonista della qualità. Abbiamo minimizzato al massimo i residui chimici, fino ad arrivare all’attuale divieto totale di utilizzo di diserbanti e di concimi chimici, in favore di pratiche tradizionali come il sovescio e di fertilizzanti naturali come il letame».



«In tema di fitofarmaci - aggiunge il vicepresidente di Cantine Ferrari - proponiamo una rigorosa selezione dei prodotti al fine di garantire un impatto sempre minore sugli operatori, sull’ambiente e una minore residualità sull’uva. Abbiamo previsto nel protocollo l’uso esclusivo di prodotti ad alto grado di sicurezza e stiamo riducendo l’utilizzo di sostanze sensibilizzanti prediligendo l’impiego, nella difesa fitosanitaria, di prodotti naturali quali il rame e lo zolfo».

«A conferma della serietà del nostro impegno - sottolinea Marcello Lunelli - abbiamo voluto fare certificare il protocollo da Csqa, ente certificatore specializzato in filiere agroalimentari che garantisce la corrispondenza di quanto scritto all’azione in vigneto. L’imperativo del nostro settore deve sempre essere quello di adottare un’ottica di lungo periodo. Qui si fa “argento vivo” il concetto di responsabilità sociale dell’impresa, ossia quello di immaginare prima, e costruire poi, un percorso virtuoso, durevole nel tempo, ricco di valori universali, economicamente sostenibile».

«Il progetto “Il Vigneto Ferrari” - conclude - è la testimonianza di una visione nuova e moderna del nostro ruolo e del nostro lavoro, una visione rispettosa della tradizione e in difesa delle future generazioni. È la prova che una nuova viticoltura si può attuare, che il futuro è già presente. Il futuro è lì ad indicarci la strada e noi saremo pronti a viverlo da protagonisti».


Cantine Ferrari
via Ponte di Ravina 15 - 38123 Trento
Tel 0461 972311 - Fax 0461 913008
www.cantineferrari.it
info@cantineferrari.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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