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Parmigiano Reggiano, futuro grigio... Nel 2015 produzione in calo del 5%

Nel 2015 con una previsione di 800mila quintali in meno di latte destinato ad essere trasformato in Parmigiano Reggiano, la produzione passerà a 3 milioni e 150mila forme, rispetto ai 3,3 milioni del 2014

 
20 novembre 2014 | 12:06

Parmigiano Reggiano, futuro grigio... Nel 2015 produzione in calo del 5%

Nel 2015 con una previsione di 800mila quintali in meno di latte destinato ad essere trasformato in Parmigiano Reggiano, la produzione passerà a 3 milioni e 150mila forme, rispetto ai 3,3 milioni del 2014

20 novembre 2014 | 12:06
 

Scenderà del 5%, nel 2015, la quota di latte destinato alla trasformazione in Parmigiano Reggiano. Circa 800mila quintali in meno, in sostanza, che porteranno la produzione di formaggio a 3.150.000 forme rispetto ai 3,3 milioni con i quali si chiuderà il 2014.



«Una rimodulazione dei piani di regolazione dell’offerta - ha detto il presidente del Consorzio Giuseppe Alai, nell’ambito dell’assemblea dei caseifici aderenti (poco meno di 370) - che non rappresenta soltanto una misura di carattere congiunturale. Il riequilibrare l’offerta rispetto alla domanda per ridare fiato ai redditi dei produttori a fronte di quotazioni che hanno pesantemente risentito di un aumento produttivo che in tre anni è stato pari al 9,5%, oggi è una delle misure di carattere strutturale che debbono essere messe in atto per rispondere a cambiamenti di analoga natura avvenuti sui mercati mondiali del latte e dei formaggi e a ciò che la crisi economica ha generato a carico delle famiglie».

«Dall’inizio della crisi economica - ha proseguito Alai - il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 13,1% e i consumi di formaggi sono scesi del 6,3%. Ciò nonostante, i consumi interni di Parmigiano Reggiano, apparsi in calo all’inizio del 2014, negli ultimi tre mesi sono aumentati del 4%; contemporaneamente, però, le quotazioni all’origine sono apparse i continua discesa (-14% in un anno) e proprio questi dati dimostrano che a prezzi bassi si può vendere di più (tanto che da due anni sono in sensibile diminuzione anche le importazioni di similgrana) e che la produzione tende naturalmente a diminuire, ma siamo ben lontani da elementi strutturali che possano garantire quel reddito ai produttori che sta invece diminuendo».

«A fronte dell’ormai imminente termine del regime delle quote latte in Europa - ha aggiunto il presidente del Consorzio - si profila un mercato in cui la produzione aumenterà mentre non cresceranno i consumi: a questo scenario ancora più complesso e competitivo, o si risponde come sistema, regolando i flussi, o il rischio è quello di non essere piloti, ma passeggeri del mercato, e quindi trasportati da eventi ingovernabili».

Dopo gli aumenti del 2011 (+174mila forme), del 2012 (+225mila forme) e del 2013 (173mila forme) e il +0,7% che si registra a novembre 2014, per il 2015 l’Assemblea dei caseifici aderenti al Consorzio del Parmigiano Reggiano ha dunque deciso il taglio del 5% della produzione 2015, ma anche una “spending review”, proposta dal Consiglio, che porterà ad un taglio, sulle sole spese di struttura, di 700mila euro e ad un calo complessivo del bilancio per 3,5 milioni, mentre nessun aumento è previsto sui contributi versati dai caseifici, fermi dal 2003.

Al taglio della produzione, ora, i singoli allevatori saranno chiamati ad aderire individualmente in quanto possessori delle quote latte trasformabile, assumendo così l’impegno a riorganizzare un sistema il cui obiettivo è quello di raggiungere un equilibrio di mercato che non si limiti a non generare scorte, ma che garantisca reddito ai produttori. Un sistema, peraltro, alle prese con una situazione del comparto che si inserisce in un contesto nazionale ed internazionale senza precedenti e che vede altre prestigiose Dop italiane alle prese con gli stessi problemi di governo della produzione.

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