Torino nel ruolo di capitale del vino: Palazzo Carignano ha ospitato infatti il 48° congresso nazionale dell’Associazione italiana sommelier che si è arricchito con un programma di degustazioni importanti indirizzate ai grandi vini del Piemonte, dal Barolo al Barbaresco di cui è stata presentata la cartografia di tutte le 181 menzioni geografiche aggiuntive, ed un omaggio ai grandi territori di Borgogna e Bordeaux.
A seguire nelle sale del museo del Risorgimento, “In bianco”, una degustazione di grandi vini bianchi europei; 78 cantine che ha visto protagonisti assoluti i grandi vini bianchi. L’Italia da nord a sud: dal Piemonte alla Sicilia, esplorando i classici dell’Alto Adige e del Collio friulano, dalle eccellenze marchigiane a quelle dell’Irpinia. La Borgogna nobile della Côte d’Or, di Chablis e del meno conosciuto del Mâconnais. L’eleganza dell’Alsazia, il carattere dello Jura e di Sancerre, la solarità della Valle del Rodano.
Uno sguardo rivolto all’Austria con il Weinviertel e la Germania con Mosella, Palatinato e Rheingau. Senza dimenticare il Vallese, il cantone svizzero da scoprire. Momento appropriato per la presentazione a Palazzo Barolo dei dati economici 2014 del Piemonte del vino. Un’annata sfavorevole dal punto di vista climatico per le abbondanti e frequenti piogge estive, temporali e grandine soprattutto nel mese di luglio, e per le temperature mediamente non molto alte.
Inoltre attacchi di peronospera e botrite, una raccolta con attenta cernita dei grappoli sani fanno sì che le previsioni vendemmiali parlano di una vendemmia più povera rispetto a quella del 2013; in un primo momento si era parlato di un calo del 7-10%, poi con il procedere del lavoro nelle vigne si è arrivati ad ipotizzare un calo del 10-15%. Sono dati ancora provvisori in quanto il periodo delle denunce di produzione non si è ancora concluso.
La fonte più ottimista rimane quella della regione Piemonte che indica un calo del 7% del vino prodotto nel 2014 rispetto al 2013; l’Assoenologi parla del 18% rispetto all’annata precedente; la Vignaioli Piemontesi che ha raccolto le informazioni sulle cantine cooperative indica una percentuale del 16,5% escludendo il Moscato. Tra qualche settimana si potranno avere dati definitivi e certi.
Con riferimento al monitoraggio su un congruo numero di vigneti si può parlare di grande disomogeneità da vigneto a vigneto: sono stati favoriti quelli nelle posizioni meglio esposte al sole su terreni poveri di acqua, fondamentale poi l’intervento dell’uomo con operazioni colturali attente e tempestive. I vitigni a maturazione precoce sono stati quelli più penalizzati perché non hanno potuto usufruire del buon clima di settembre; migliore la situazione invece per quei vitigni che maturano tardi come barbera e nebbiolo.
In generale le gradazioni zuccherine sono buone, le acidità importanti che per alcuni vitigni a bacca bianca sono una nota positiva e il pH contenuto. Gli ettari del vigneto Piemonte rimangono stabili negli anni e rappresentano il 7% del vigneto Italia con una produzione di circa 2,4 milioni di ettolitri; 42 vini Doc e 18 vini Docg; 15 Consorzi di tutela e due importanti organizzazioni di produttori.
Per quanto riguarda la promozione una struttura, Piemonte Land of Perfection, creato tra i principali Consorzi e la Vignaioli Piemontesi ed ancora 14 Enoteche regionali, 33 Botteghe del vino e Cantine Comunali affiancate da 7 strade del vino ufficialmente riconosciute. Il Piemonte esporta circa il 60% del vino prodotto, circa 1 miliardo di euro che rappresenta circa il 22% dell’export agroalimentare piemontese e circa il 19% dell’export vini nazionale.