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Una carta d’identità per il Trentodoc Garanzia del legame con il territorio

Grazie ad una ricerca condotta nell’ambito del progetto Ager Vino e dopo una serie di analisi chimiche e molecolari assolutamente innovative, Trentodoc può vantare una carta di identità che certifica la sua origine

 
16 dicembre 2014 | 10:43

Una carta d’identità per il Trentodoc Garanzia del legame con il territorio

Grazie ad una ricerca condotta nell’ambito del progetto Ager Vino e dopo una serie di analisi chimiche e molecolari assolutamente innovative, Trentodoc può vantare una carta di identità che certifica la sua origine

16 dicembre 2014 | 10:43
 

Il progetto ”Nuove metodologie analitiche per la tracciabilità geografica e varietale di prodotti enologici”, durato tre anni, ha preso in analisi il Trentodoc dalla filiera, al campionamento esteso delle varie case spumantistiche. Con un totale di 200 campioni analizzati tra suoli, tralci, mosti e vino, lo studio ha permesso di dimostrare oggettivamente il legame tra vino e territorio di origine, in questo caso la montagna, utilizzando diversi possibili marcatori.



Il progetto ha visto il coordinamento dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, la partnership con la Fondazione Edmund Mach e il ministero delle Politiche agricole e forestali; si è sviluppato nell’ambito della piattaforma Ager - Agroalimentare e ricerca, iniziativa per la ricerca scientifica in ambito agroalimentare sostenuta da un consorzio di 13 fondazioni bancarie italiane, tra cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

Si è scoperto che:

  1. Il profilo dei minerali e i rapporti isotopici rimangono inalterati nel passaggio terreno - pianta fino all’uva e al prodotto finito e cambiano a seconda del territorio. Il vino memorizza attraverso questi marcatori le informazioni geografiche e di composizione del suolo del territorio di origine. D’ora in poi sarà quindi possibile capire con esattezza dove è stato prodotto un Trentodoc semplicemente effettuando queste analisi.
  2. Mediante tecniche di gascromatografia bidimensionale accoppiata a spettrometria di massa è stata indagata la complessità aromatica del Trentodoc e visualizzata per la prima volta nella sua intera ricchezza: 196 composti, sui quasi 2mila rilevati (prima ne erano conosciuti “solo” 700), caratterizzano e rendono unico Trentodoc rispetto agli altri metodi classici. Differenzianti sono i terpeni, sostanze varietali aromatiche legate all’uva, che si formano con le escursioni termiche durante la maturazione dell’uva, tipiche del clima trentino.
  3. La ricerca ha permesso di scoprire che il dna del vitigno risulta estraibile e analizzabile non solo dalle viti e dall’uva ma anche dagli intermedi di lavorazione enologica. Questo perché sono stati messi a punto dei particolari sistemi di identificazione varietale basati sull’analisi dell’intero genoma.
Il presidente dell’Istituto Trentodoc, Enrico Zanoni, ha ringraziato tutte le parti coinvolte per aver dedicato a Trentodoc uno studio che permette all’Istituto e alle 41 case spumantistiche associate di avvantaggiarsi di un importante strumento. «Ringrazio sentitamente - commenta Zanoni - sia le fondazioni che hanno sostenuto la ricerca, il Ministero, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. In particolare la Fondazione Mach, che ogni giorno conferma il suo ruolo di leadership nella conduzione di ricerche innovative, a vantaggio e supporto di tutto il mondo vitivinicolo».

«Si tratta - continua Zanoni - per l’Istituto di una certificazione che permette a Trentodoc di rafforzare in modo indiscutibile la sua origine e la sua identità: la ricerca mette infatti in evidenza elementi, fino ad oggi inesplorati, che rendono oggettivo il legame fra il territorio e le bollicine trentine che, oggi più di ieri, si possono definire di montagna».

«La Fondazione Mach - ha aggiunto Mauro Fezzi, direttore generale Fem - è particolarmente coinvolta in questa iniziativa che vede un prodotto del territorio oggetto di tante ricerche e valutazioni che consentiranno di estendere all'intero settore vitienologico l'opera e competenze umane e tecnologiche di assoluto rilievo».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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22/12/2014 18:13:05
1)
Ci sono pseudo esperti nazionali che fomentano battaglie e crociate contro il TRENTO DOC, vero numero uno in Italia nel mondo degli spumanti. Evidentemente la malafede di tanti giornalisti non ha limiti !
bruno Orsi



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