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Qualivita, Grana Padano al primo posto nella classifica economica di Dop e Igp

Il Grana Padano Dop è in testa alla classifica Qualivita, che misura le performance economiche dei 269 prodotti a denominazione di origine made in Italy, seguito dal Parmigiano Reggiano e dalla Mela Alto Adige Igp. Il rapporto registra per il settore un fatturato in lieve flessione ma cresce l'export, che si conferma elemento di traino

di Mariella Morosi
18 dicembre 2014 | 10:50
Qualivita, Grana Padano al primo posto 
nella classifica economica di Dop e Igp
Qualivita, Grana Padano al primo posto 
nella classifica economica di Dop e Igp

Qualivita, Grana Padano al primo posto nella classifica economica di Dop e Igp

Il Grana Padano Dop è in testa alla classifica Qualivita, che misura le performance economiche dei 269 prodotti a denominazione di origine made in Italy, seguito dal Parmigiano Reggiano e dalla Mela Alto Adige Igp. Il rapporto registra per il settore un fatturato in lieve flessione ma cresce l'export, che si conferma elemento di traino

di Mariella Morosi
18 dicembre 2014 | 10:50
 

La nuova classifica Qualivita 2014 che misura le performance economiche dei 269 prodotti italiani a denominazione di origine, vede al primo posto il Grana Padano Dop, seguito dal Parmigiano-Reggiano Dop e, in terza posizione, dalla Mela Alto Adige Igp. Seguono Prosciutto di Parma Dop, Pecorino Romano Dop, Aceto Balsamico di Modena Igp, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Speck Alto Adige Igp, Mela Val di Non Dop, Prosciutto di San Daniele Dop, Mortadella Bologna Igp, Bresaola della Valtellina Igp, Taleggio Dop e Toscano Igp.



Il Grana Padano Dop (uno dei main sponsor del nostro sondaggio sul Personaggio dell'anno - CLICCA QUI per votare) segna circa 885 milioni di euro di fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 530 milioni all’export con il 30% della sua produzione che varca i confini nazionali. Distaccato di poco il Parmigiano-Reggiano Dop: il fatturato alla produzione nazionale è di 809 milioni di euro, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 460 milioni all’export. Stesso dato, il 30%, per l'export, mentre la Mela Alto Adige Igp viene esportata per il 61%. Secondo il rapporto messo a punto da Ismea-Qualivita con la collaborazione dell'Aicg - che rappresenta i consorzi dell'agroalimentare - presentato al ministero delle Politiche agricole alla presenza del ministro Maurizio Martina, le prime 10 Dop e Igp concentrano l'81% del giro di affari.

Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro in aumento del 5% su base annua; un fatturato alla produzione di 6,6 miliardi di euro e al consumo di circa di 13 miliardi di euro. L'Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 Dop, 106 Igp, 2 Stg. Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf, 48 Organismi di certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici (campione di 150 prodotti).

Alla presentazione del rapporto, che come ogni anno è l'occasione per tracciare lo scenario dei nostri consumi alimentari relativamente ai prodotti certificati in relazione al contesto macroeconomico, sono stati analizzati temi relativi ai volumi produttivi, i valori economici, i canali di vendita e l'export. Il rapporto segnala anche le nuove normative italiane ed europee e le modifiche dei disciplinari di produzione.

Ezio Castiglione«Il sistema italiano dei prodotti agroalimentari a denominazione - ha detto il presidente di Ismea Ezio Castiglione (nella foto accanto) - mantiene un buono stato di salute. L'export si conferma come elemento trainante, a fronte del calo dei consumi interni, anche se quest'anno la situazione è stata un po' meno critica e si registra la tendenza graduale a stabilizzarsi. Sui mercati esteri il brand Italia ha ancora spazi di crescita restano ampi e incoraggianti. Sfruttare i potenziali significa però agire con maggiore determinazione sulle leve aziendali e sulla competitività, in un mercato reso nel frattempo più trasparente dal Pacchetto Qualità, iniziato a livello europeo nel 2008, che con la protezione “ex officio” impone agli Stati europei la tutela delle denominazioni d'origine contro i falsi. Cruciale sarà anche l'esito dei negoziati nell'ambito dell'accordo bilaterale con gli Usa. Un importante progresso nella trattativa è l'inserimento della tutela dei marchi di origine tra i punti fondamentali».

Dal 1 gennaio al 30 novembre 2014 sono state iscritte nel registro dei prodotti a marchio Dop, Igp e Stg 53 nuove denominazioni, di cui 52 europee e una extraeuropea; da segnalare che è stata cancellata un’intera categoria, quelle delle acque minerali, con ben 23 prodotti a marchio Dop. Il numero totale di denominazioni al 30 Novembre 2014 è di 1249, suddivise in 583 Dop (46,7% sulle denominazioni totali), 617 Igp (49,4% delle denominazioni) e 49 Stg (che continuano ad avere un ruolo marginale con il 3,9%).

Il numero delle denominazioni registrate è stato inferiore a quello del 2013, a crescere di più sono le Igp con 28 unità seguite dalle Dop con 19 unità e dalle Stg con 6 unità. Per quanto riguarda i comparti, gli ortofrutticoli e cereali si confermano a livello europeo la prima categoria per numero di prodotti con il 27,3% del totale (341 prodotti), seguito a forte distanza dai formaggi con il 17,8% (223 prodotti), dai prodotti a base di carne con 12,4% (155 prodotti), dalle carni fresche 11,8% (147 prodotti) e dagli oli e grassi con 10% (125 prodotti).

L’Italia si conferma leader per il numero complessivo di registrazioni, con 269 prodotti; seguono la Francia con 219, la Spagna con 180, il Portogallo con 125, la Grecia con 101. Per quanto riguarda la Germania, il numero totale delle sue denominazioni scende notevolmente a causa della cancellazione della categoria delle acque minerali. Si conferma anche nel 2014 il ruolo attivo dei Paesi dell’Europa dell’Est, che continuano ad aumentare il numero di prodotti registrati. Nel 2014 l’Italia ha registrato 8 nuovi prodotti, di cui 3 Dop e 5 Igp: Patata dell’Alto Viterbese Igp, Strachitunt Dop, Miele Varesino Dop, Torrone di Bagnara Igp, Pescabivona Igp, Piadina Romagnola Igp, Salama da Sugo Igp, Pecorino Crotonese Dop.

Mauro RosatiNel corso dell'anno è stata registrata la Piadina romagnola Igp, un prodotto Street food artigianale. Come ha sottolineato Mauro Rosati (nella foto accanto), direttore di Qualivita, il cibo di strada è diventato un canale distributivo efficace e strategico per le produzioni territoriali italiane. «Per risollevare i consumi interni e uscire dalla crisi - ha detto Rosati - ci sono molte opportunità da cogliere tra cui la ristorazione veloce, trend sociale trasversale in forte ascesa e nuovo modello di consumo. Qualivita lo sta facendo con un progetto a cui hanno aderito già 1.500 locali, tra cui McDonald's con la sua proposta di carni certificate. Da promuovere anche il Made in Italy sul web con una politica agroalimentare digitale: in Italia ci sono 25mila blogger e foodies e il dato continua a crescere. Altri temi su cui puntare è anche il benessere che viene da una dieta sana e la sostenibilità».

Giuseppe LiberatoreSull'importanza di evidenziare negli scaffali della grande distribuzione il valore aggiunto di un prodotto certificato rispetto ad uno generico si è espresso Giuseppe Liberatore (nella foto accanto) presidente dell'Aicg, l'associazione in cui sono rappresentate tutte le filiere. «La certificazione, percorso di garanzia nei confronti del consumatore - ha detto Liberatore - deve essere visibile e riconoscibile, come da tempo avviene in Francia. I grandi marchi hanno molta forza per dirigere la loro comunicazione verso i loro prodotti». Se per Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, il rapporto Ismea Qualivita, è un'occasione di riflessione ma anche di soddisfazione per i traguardi raggiunti, per continuare a crescere è indispensabile l'aiuto della politica.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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