Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 19 aprile 2024  | aggiornato alle 20:57 | 104705 articoli pubblicati

Salomon FoodWorld
Rational
Salomon FoodWorld

Calorie, grassi e zuccheri in etichetta Identikit obbligatorio per gli alimenti

Il prossimo 13 dicembre entreranno in vigore le nuove norme previste dal Regolamento Ue relative alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, tra cui quantità di grassi, carboidrati, proteine e sale

 
12 dicembre 2016 | 16:12

Calorie, grassi e zuccheri in etichetta Identikit obbligatorio per gli alimenti

Il prossimo 13 dicembre entreranno in vigore le nuove norme previste dal Regolamento Ue relative alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, tra cui quantità di grassi, carboidrati, proteine e sale

12 dicembre 2016 | 16:12
 

Scatta l’obbligo della dichiarazione nutrizionale sull'etichetta degli alimenti che si applica a tutti i prodotti confezionati che devono ora indicare anche le informazioni relative a valore energetico, quantità di grassi (di cui gli acidi grassi saturi), i carboidrati (di cui gli zuccheri), le proteine e il sale, espressi per 100 grammi o 100 millilitri di prodotto, e facoltativamente anche per porzione. Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare la completa entrata in vigore dal 13 dicembre 2016 delle norme previste dal Regolamento (Ue) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.

Si tratta di un passo importante per la trasparenza dell'informazione sulle caratteristiche dei prodotti che si acquistano sulla base di parametri oggettivi in una situazione in cui troppo spesso vengono esaltate impropriamente specifiche proprietà. In questo modo potranno essere fatte valutazioni oggettive e comparazioni tra i diversi prodotti presenti sugli scaffali in una situazione in cui è giustamente aumentata la sensibilità dei cittadini sulle scelte alimentari.

Calorie grassi e zuccheri in etichetta

È sicuramente cresciuta infatti l’attenzione degli italiani per l’impatto che il cibo esercita sulla propria salute, così come è evidente la diffusa consapevolezza che lo stile di vita, e in particolare lo stile alimentare a tavola, gioca un ruolo decisivo nell’insorgenza di talune patologie. Lo dimostra il boom dei cosiddetti prodotti alimentari “senza” ma anche l'attenzione crescente riposta dalla pubblicità ai contenuti in sale, zuccheri o al valore energetico che sono divenuti elementi sempre più familiari per riempire il carrello della spesa.
 
Per la definizione dei valori da inserire nelle dichiarazioni nutrizionali, il regolamento prevede la possibilità, a scelta del produttore, di riferirsi o ad analisi specifiche sull’alimento presso i laboratori, oppure al calcolo sulla base di valori medi noti o effettivi, relativi agli ingredienti utilizzati o su dati generalmente stabiliti e accettati. Peraltro si potranno indicare su base volontaria anche altri elementi, quali gli acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre e i sali minerali o vitamine se contenuti in quantità significative.
 
Proprio dal giorno di Santa Lucia protettrice della vista sarà dunque possibile leggere le informazioni nutrizionali degli alimenti in etichetta per fare scelte di acquisto più consapevoli in un Paese dove quasi la metà degli italiani (49%) ha seguito una dieta nell’ultimo anno e tra questi il 25% di tipo dimagrante mentre un sostanzioso 14% ha cambiato il proprio regime alimentare a causa di una patologia come diabete, pressione alta, colesterolo o celiachia, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè La svolta alimentare a livello nazionale si riscontra nel fatto che gli italiani sono i più magri d'Europa, con il 10% dei cittadini obesi contro il 25% degli inglesi, in testa alla classifica davanti a lussemburghesi e ungheresi, secondo una analisi Coldiretti su dati Istat.

Il nostro Paese vanta il minor numero di cittadini nell’Unione europea sopra i 15 anni con problemi di obesità, appena uno su dieci, meglio anche degli svedesi (12% di cittadini obesi) che nell’immaginario comune rappresentano un po’ l’emblema della forma perfetta, alti e longilinei. Subito dietro gli scandinavi, si collocano austriaci, danesi e francesi. Viceversa, in fondo alla classifica ci sono i britannici con ben una persona su quattro che soffre di problemi di obesità, peggio di Lussemburgo (23%), Ungheria (20%) e della Grecia dell’austherity (20%).

Un risultato ottenuto anche grazie alla Dieta mediterranea fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che ha consentito agli italiani fino ad ora di conquistare il record nella longevità: nell’Unione europea l’Italia si colloca al primo posto con 80,3 anni per gli uomini e al terzo per le donne con 85,2 anni.

Si tratta di una nuova tappa nel percorso di trasparenza nell’informazione ai consumatori tracciato dal regolamento comunitario che già nel 13 dicembre 2014 aveva portato ad una prima modifica delle nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che da allora sono scritte con caratteri più chiari e grandi ma devono anche riportare più informazioni: da una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento alle informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad esempio da non poter utilizzare il solo termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.

Il regolamento comunitario N.1169 del 2011 consente peraltro ai singoli stati membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza della dicitura di origine, ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. Una opportunità che è stata colta dall’Italia sotto il pressing della Coldiretti che ha reso possibile lo storico via libera al decreto italiano che prevede l’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari mentre si attende la presentazione di quello per la pasta al fine di garantire la riconoscibilità dell’utilizzo del grano italiano.
 
L’etichetta è considerata un elemento rilevante di trasparenza da parte dei consumatori italiani che nel 96% dei casi dichiarano che è molto importante che sull'etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l'origine dell'alimento e per l'84% è fondamentale ci sia anche il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati della consultazione online del ministero delle Politiche agricole.
 
Il regolamento comunitario N. 1169/2011 prevede anche alcune esenzioni dall’obbligo della dichiarazione nutrizionale:

  • I prodotti non trasformati che comprendono un solo ingrediente o una sola categoria di ingredienti; rientrano in questa categoria, ad esempio, gli ortofrutticoli di III gamma (frutta e verdure surgelate) e quelli di IV gamma (ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo) che non hanno subito alcun trattamento o alcuna aggiunta di ingredienti all’infuori della stessa categoria, ortaggi o frutta, ad esempio un mix di ortaggi freschi lavati, tagliati e confezionati o anche surgelati); non rientra invece l’olio di oliva, considerato dalla Commissione europea un prodotto trasformato;
  • I prodotti trasformati che sono stati sottoposti unicamente a maturazione e che comprendono un solo ingrediente o una sola categoria di ingredienti; rientra in questa categoria, ad esempio, l’uva passa; non rientra invece il prosciutto crudo, in quanto non è un monoingrediente a causa del passaggio del sale all’alimento a seguito della salagione (utilizzata per la maturazione/stagionatura);
  • Le piante aromatiche, le spezie o le loro miscele;
  • Gli alimenti confezionati in imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore misura meno di 25 cm quadrati;
  • Gli alimenti anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante di piccole quantità di prodotti al consumatore finale o a strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale; relativamente a questo punto, la circolare interministeriale Mise-Salute n. 361078 del 16/11/2016 ha chiarito i limiti di tale esenzione che riguarda in sostanza i prodotti offerti in vendita diretta dalle microimprese, ossia quelle sotto i 2 milioni di euro e i 10 dipendenti, nell’ambito del circuito locale, che è quello della provincia dove ha sede l’impresa e le province limitrofe.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Schar
Consorzio Barbera Asti
ROS
Julius Meiln

Schar
Consorzio Barbera Asti
ROS

Julius Meiln
Mulino Caputo
Molino Dallagiovanna