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In Alta Badia si scia ma non solo Il fascino delle Dolomiti tra storia e arte

Per il periodo clou della stagione invernale nei luoghi più caratteristici dell’Alta Badia sono tante le proposte per chi ama la montagna ma non scia, sempre sulle tracce della storia e delle tradizioni dell’Alto Adige

di Giovanni Berera
 
29 dicembre 2016 | 15:54

In Alta Badia si scia ma non solo Il fascino delle Dolomiti tra storia e arte

Per il periodo clou della stagione invernale nei luoghi più caratteristici dell’Alta Badia sono tante le proposte per chi ama la montagna ma non scia, sempre sulle tracce della storia e delle tradizioni dell’Alto Adige

di Giovanni Berera
29 dicembre 2016 | 15:54
 

Sarà la tradizionale festa di Capodanno sulla pista Col Alt di Corvara a inaugurare il nuovo anno sulle nevi dell’Alta Badia. La fiaccolata della Scuola di Sci & Snowboard Corvara - Ladinia illuminerà la sera del primo giorno del 2017, che terminerà con uno spettacolo piro-musicale, suggestivo augurio di un felice anno nuovo a tutti gli ospiti della valle. Fino all’8 gennaio un ricco calendario di appuntamenti permetterà ai turisti di respirare l’autentica atmosfera del Nadè (il Natale ladino) e di scoprire luoghi d’arte e itinerari culturali che rendono unica la valle.

In Alta Badia si scia ma non solo fascino dDolomiti storia arte
Festa di Capodanno a Corvara

Una vacanza invernale in Alta Badia offre il meglio agli amanti di sci, snowboard (lo Snowpark Alta Badia è uno dei più apprezzati del circuito Dolomitisuperski), sci di fondo ed escursioni con le ciaspole. Grazie a 130 km di piste collegate tra loro e a 53 moderni impianti di risalita, l’Alta Badia offre alcune delle più belle escursioni sugli sci delle Alpi: il Sellaronda attorno al Gruppo del Sella, il giro sciistico della Grande Guerra e l’escursione al Lagazuoi, una discesa incantevole, lunga 7,2 km, riservata un tempo solo a sciatori alpinisti, oggi battuta a regola d'arte e quindi accessibile a tutti.

In Alta Badia si scia ma non solo fascino Dolomiti storia arte
Ski Tour la Crusc. Tour de Sas

Ma anche per chi non scia ed è più attratto dalla storia e della cultura ladina, trascorrere le vacanze invernali in Alta Badia può riservare sorprese inaspettate. I paesi della valle, infatti, custodiscono luoghi di grande interesse storico-artistico. Ecco alcune proposte per chi non scia, ma apprezza arte e buona cucina.

In Alta Badia si scia ma non solo fascino Dolomiti storia arte
Chiesa di S.Caterina, Corvara

Corvara

L’antica chiesa parrocchiale di Corvara, dedicata a Santa Caterina di Alessandria, è uno dei luoghi di culto più antichi della valle. Le prime notizie sull’edificio risalgono al 1347. Fu consacrato nella sua forma attuale nel 1452 e i successivi restauri (1864, 1910 e 1967) non alterarono lo stile gotico originale. Al suo interno è conservato un prezioso polittico ligneo o flügelaltar (in lingua tedesca "altare alato"), attribuito alla scuola dell’artista austriaco Ruprecht Potsch e databile intorno al 1520. Nello scrigno centrale sono collocate le sculture policrome e dorate di Santa Caterina d’Alessandria, della Madonna col Bambino e di San Nicola di Bari; sul lato interno delle ante mobili sono invece intagliati a mezzo rilievo le figure di San Giacomo Maggiore e San Floriano, raffigurato nell’atto di spegnere un incendio.

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Il Polittico della chiesa di S.Caterina, Corvara

Sulla predella, la parte bassa dell'altare, sono dipinti Sant'Antonio Abate, San Sebastiano, San Rocco e San Leonardo, santi invocati a protezione del bestiame e contro pestilenze ed epidemie. La parte più interessante del polittico è il “Martirio di Santa Caterina d’Alessandria”, dipinto sui lati esterni delle ante del trittico. Per la qualità esecutiva del paesaggio che fa da sfondo alla scena, il dipinto fu generosamente attribuito a Tiziano Vecellio. L’opera è invece riferita ad un eccellente pittore della cerchia di Albrecht Altdorfer, facente parte della Donauschule (Scuola Danubiana). È possibile vedere il dipinto solo nel tempo di Quaresima, quando in segno di penitenza, le ante del polittico vengono chiuse celando le sculture maggiori.

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Hotel Col Alto, Corvara

A pochi minuti a piedi dalla chiesa di Santa Caterina l’Iceberg Lounge dell’hotel Col Alto è il luogo perfetto per bere buone bollicine. In carta ce ne sono più di sessanta etichette: dagli spumanti locali ai classici del Trentino, passando per Franciacorta e Champagne. Sempre al Col Alto si può gustare la cucina dello chef Andrea Corinaldesi: curata e gustosa, con tante incursioni nelle specialità ladine. Il ristorante dell’albergo è stato completamente rinnovato. Un restyling totale, caratterizzato dal recupero di tavole di legno dei vecchi fienili, ha creato l’ambiente perfetto per gustare i piatti di Corinaldesi in un luogo dal design essenziale e accogliente, con un carattere alpino e contemporaneo, in perfetta sintonia con lo stile dello chef.

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Paisc de Nadé, San Cassiano

San Cassiano
Adagiato su una vasta conca soleggiata che ha come sfondo le rocciose pareti del Lavarela e delle Conturines, il paese di San Cassiano, nel periodo natalizio, diventa il Paisc da Nadé (in ladino Paese di Natale). Nel centro del paese viene allestito un villaggio alpino dove si respira l’atmosfera tradizionale delle valli altoatesine durante il periodo di Natale. È molto più di un mercatino dove comprare oggetti sfiziosi. In un clima sospeso e quieto, tra i canti dei cori locali e le note solenni dei corni alpini che intonano melodie senza tempo, si rimane incantati - e un po’ commossi - a osservare i presepi di legno degli artigiani locali. I bambini si divertono ad accarezzare i lama e gli alpaca, protagonisti del recinto degli animali di quest’anno. In piccole baite vengono proposti i migliori prodotti gastronomici della valle. Non si può resistere alla “Treccia di Natale con zabaione al marsala”, creata ad hoc dallo chef stellato, Matteo Metullio (Ristorante La Siriola - Hotel Ciasa Salares).

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Museum Ladin Ursus Ladinicus, San Cassiano

Sulla via principale del Paisc de Nadé si affaccia l’edificio che ospita il Museum Ladin Ursus Ladinicus, che, su tre piani e in 400 metri quadrati di esposizione, presenta storia e ambiente di un orso preistorico di 40mila anni fa i cui resti furono ritrovati in una grotta delle Conturines a 2.800 metri di quota. Lì il 23 settembre 1987 Willy Costamoling (albergatore e guida alpina, una vera istituzione in valle) mentre era alla ricerca di fossili si imbatté in un vero e proprio cimitero di orsi preistorici, con più di sessanta scheletri. Le indagini condotte sull’ossatura e sul dna rivelarono che si trattava di una nuova specie di orso delle caverne, ribattezzata Ursus Ladinicus in onore dei Ladini. Particolarmente gradito ai più piccoli il piano interrato del museo, dove è ricostruita la grotta delle Conturines, con l’“orso che dorme” insieme al suo cucciolo.

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Cantina dell'Hotel Ciasa Salares, San Cassiano

Tappa obbligata per gli amanti del buon vino è la cantina dell’hotel Ciasa Salares (San Cassiano - loc. Armentarola), dove, su prenotazione, è possibile gustare la fondue chinoise e la cheese fondue. Un consiglio: affidarsi alle proposte del patron dell’albergo Stefan Wieser, che ha trasformato la cantina in un prezioso scrigno che custodisce un'accurata selezione di vini, con un’attenzione speciale a quelli biodinamici.

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Chiesa di S.Croce, Badia

Badia
Il santuario di Santa Croce sorge in una magnifica posizione, al limite della vegetazione degli abeti, ai piedi del Sas dla Crusc. Posizione magnifica e comoda, poiché facilmente accessibile anche per chi non scia. La seggiovia La Crusc lascia il turista (con o senza sci) pochi metri sotto la chiesa, che può essere così raggiunta in una manciata di minuti a piedi. Lo scenario che si gode arrivati al santuario è uno dei più belli dell’Alto Adige: lo sguardo abbraccia un panorama che va dal Sas dla Crusc (mozzafiato nell’ora dell’enrosadira, quella in cui le Dolomiti si colorano di rosa) al massiccio Puez-Odle, passando per l’altopiano del Gherdenacia. Le origini dell’edificio sono incerte. Tradizionalmente si attribuisce la fondazione della chiesa al conte Volkhold di Pusteria, fratello di Hartwig, vescovo di Bressanone. Il nobile dopo essere tornato da un pellegrinaggio in Terra Santa donò tutti i suoi averi alle Benedettine di Castel Badia per ritirarsi come eremita e passare gli ultimi anni di vita ai piedi del Sas de la Crusc. Qui, alla metà dell’XI secolo, avrebbe costruito, su un antico luogo di culto pagano, una piccola cappella, collocandovi solo un semplice crocifisso. L’edificio attuale è ascrivibile alla fine del XV secolo. Fu consacrato il 18 maggio 1484 dal Vescovo Konrad di Bressanone.

In Alta Badia si scia ma non solo fascino Dolomiti storia arte
Invenzione della croce, Chiesa di S.Croce, Badia

Successivamente a metà del XVIII secolo fu restaurato ed ingrandito. Nel 1786 la chiesa venne sconsacrata ed usata dai pastori come ovile. Venne riaperta a culto, ristrutturata e ridecorata nel 1840. Sull’altare maggiore è collocato un gruppo scultoreo raffigurante “Cristo che porta la croce”, che ogni anno viene portato in processione dal santuario alla chiesa di San Leonardo a Badia. Di notevole interesse è un dipinto su tavola inserito nella cantoria della chiesa. Datato 1570, raffigura il “Ritrovamento della Santa Croce da parte dell’imperatrice Elena”. L’imperatrice Elena, madre di Costantino, si inginocchia davanti al legno della Croce, che due servi stanno dissotterrando. La scena è ambientata in una suggestiva e fantasiosa veduta di Gerusalemme. Ai lati della scena sono raffigurati anche i committenti che offrirono l’opera come ringraziamento per una grazia ricevuta.

In Alta Badia si scia ma non solo fascino Dolomiti storia arte
Schmarren dell'Imperatore

Proprio per il legame saldo con la tradizione e il folclore popolare, il comprensorio sciistico La Crusc è lo scenario ideale della Roda dles Saus (dal ladino giro dei sapori), un tour sciistico alla scoperta dei piatti della cucina ladina, in programma dal 12 al 19 marzo 2017. Un’intera settimana dedicata alla cultura gastronomica locale, durante la quale, sciando di baita in baita si possono assaporare i piatti della tradizione ladina, semplice e genuina. Per la Roda dles Saus ogni ütia (baita) dell’area sciistica Skitour La Crusc presenterà nella un piatto, cucinato seguendo passo passo la ricetta della nonna. Autenticità dunque non solo nei paesaggi e nei costumi, ma anche in cucina. Le proposte di quest’anno: Ütia L’Tamà: frittelle tradizionali con marmellata di mirtilli; Ütia Lee: ravioli tipici al pino mugo; Ütia Paraciora: canederli di fegato con goulasch di cervo e cavolo cappuccio; Ütia La Munt: quadrelli ripieni di formaggio grigio e ricotta; Ütia Nagler: Frittelle di mele; Ütia Florian: gnocchi al formaggio su insalata di crauti.


Alta Badia si scia ma non solo fascino Dolomiti tra storia e cultura
Veduta aerea di Colfosco

Colfosco
Esiste un luogo in Alta Badia dove arte, tradizione e cucina gourmet si incontrano, anzi si esaltano a vicenda: il Romantik Hotel Cappella di Colfosco. Alloggiare qui significa trovarsi circondati dalla bellezza. L’albergo sorge ai piedi del Gruppo del Sella e al suo interno custodisce opere di grandi artisti di Otto e Novecento. Lo splendore delle dolomiti e il risultato del genio creativo degli uomini rendono unico il soggiorno in questo albergo fondato nel 1912 da Josef Kostner, uno dei capostipiti del turismo della valle. Dal 1989 gli ospiti della struttura possono ammirare le opere esposte nell'Art Gallery Renée, interna all'hotel; accade, così, di imbattersi nei bagliori dei metalli levigati e lucidi di Arnaldo Pomodoro, di trovarsi a fissare uno dei celeberrimi decollages di Mimmo Rotella o di sorridere davanti a uno degli ironici gendarmi con prostituta di Mino Maccari. E ancora dipinti e disegni di Mimmo Paladino, Renato Guttuso, Mario Schifano e sculture di Dalì e di Arman.

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Ristorante Rollerstube, Hotel Cappella, Colfosco

Uno dei luoghi più suggestivi dell’albergo è il suo ristorante gourmet: la Rollerstube, così chiamato perché decorato con dipinti del celebre artista austriaco Alfred Roller, che nel 1897 fu uno dei fondatori della Secessione viennese insieme a Joseph Maria Olbrich, Josef Hoffmann e Gustav Klimt. Roller fu una figura di grande rilievo nella cultura austriaca tra Otto e Novecento: fu presidente della Secessione Viennese e, per molti anni, direttore della Scuola d’Arte di Vienna, oltre che responsabile delle scenografie dell'Opera di Vienna in collaborazione con Gustav Mahler. La storia di questi dipinti merita di esser raccontata. Fu lo scrittore, linguista e grande studioso di cultura ladina Jan Battista (chiamato Tita) Alton, nativo di Colfosco, a far conoscere l’albergo Cappella ad Alfred Roller.

I due si conobbero, da docenti, all’Università di Vienna. Durante le sue vacanze estive a Colfosco, nel 1893 Alton fu raggiunto da Roller, che alloggiò al Cappella. In questa occasione, nacquero i dipinti oggi esposti nella Rollerstube, che rappresentano leggende ladine e portano iscrizioni dettate nella sua lingua madre da Alton. In questo ambiente anche i piatti non possono che essere sapientemente creati come delle opere d’arte. Le proposte gourmet del Cappella partono dalla tradizione più classica, per sposarsi alla creatività e all'innovazione, dove la peculiarità del piatto si evidenzia dall’eccellenza delle materie prime e dall'esaltazione dei suoi sapori. Un soggiorno al Romantik Hotel Cappella di Colfosco è un piacere per gli occhi e per il palato. Più che un albergo è un luogo che sa coniugare cultura ladina e arte contemporanea… un luogo da gustare in tutti i sensi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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