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I ragazzi del Giffoni incantati Amy Adams e Amendola ospiti

L’attrice americana si racconta dopo il successo di Arrival, un film che insegna ad andare oltre i confini, a superare le guerre. In centinaia la aspettano per un selfie e un autografo anche con Claudio Amendola

di Andrea Cianferoni
 
19 luglio 2017 | 15:21

I ragazzi del Giffoni incantati Amy Adams e Amendola ospiti

L’attrice americana si racconta dopo il successo di Arrival, un film che insegna ad andare oltre i confini, a superare le guerre. In centinaia la aspettano per un selfie e un autografo anche con Claudio Amendola

di Andrea Cianferoni
19 luglio 2017 | 15:21
 

Si sono assiepati fin dalle prime ore del mattino dietro le transenne, alcuni addirittura hanno dormito con sacchi a pelo a fianco del “blu carpet” della cittadella del cinema di Giffoni per vederla dal vivo. E pensare che fino all’ultimo gli organizzatori hanno tremato all’idea che Amy Adams potesse aver annullato il viaggio per un problema familiare.

Amy Adams - I ragazzi del Giffoni incantati Amy Adams e Amendola ospiti

Amy Adams

Sono in centinaia ad aspettarla: non solo italiani, molti arrivati dal Canada, dalla Corea o dal Pakistan o dalla vicina provincia di Salerno. Pronti a rivolgerle delle domande in perfetto inglese durante la masterclass del festival internazionale di cinema per l’infanzia e l’adolescenza. In sala Truffaut c’è anche l’artista Darren LeGallo, da quindici anni suo compagno, da cui ha avuto la figlia Aviana, dal nome della base americana in Friuli in cui è nata 43 anni fa. «Il mondo potrebbe essere migliore - dice alla platea - ma purtroppo la mia generazione e quelle precedenti hanno fallito. Perciò, proprio voi giovani siete il futuro e le vostre scelte dovranno trasformare in positivo il nostro pianeta e renderlo più unito». La speranza lanciata in Arrival il suo film più recente. Quarta di sette figli, Amy Adams si è avvicinata nell'adolescenza prima alla danza e poi alla recitazione.

«Si può dire che faccio l'attrice grazie a un esame di chimica non passato al liceo - racconta - e da lì ho capito che non sarei mai diventata medico, come inizialmente pensavo, e ho iniziato a concentrarmi sulle arti performative». A convincerla ad accettare un ruolo è «la reazione che provo quando leggo la sceneggiatura, se capisco di essere in grado di esprimerla dico sì. E ora che sono più adulta, cerco personaggi che possano in qualche modo essere d'aiuto anche per gli altri, attraverso le esperienze che vivono». A chi le chiede un consiglio per affrontare i provini dice «oddio, io ero pessima ai provini… imparate dai vostri errori, non prendete i no come una cosa personale e andate avanti. Sicuramente, all’inizio, i vari rifiuti mi hanno fatto pensare spesso questa cosa ma sbagliare, mettersi in discussione, è un ottimo modo per progredire e non solo all’inizio della carriera, sempre. Bisogna fermarsi, guardarsi intorno e capire in che direzione si sta andando. Il successo è una questione molto personale e anche se esternamente possa sembra che lo si abbia raggiunto… potrebbe non essere così».

E infatti Amy Adams sembra vivere con naturalezza il successo, senza darsi troppe arie, merito anche di qualche batosta, in primis non essere riuscita a sfondare nel mondo della danza. Sul sessismo di Hollywood invita a essere pragmatici. «Non riguarda unicamente quel mondo, esiste in molte forme, le puoi vedere, ascoltare, anche inconsapevolmente. Dobbiamo ancora fare molto per abbattere certi muri, questo nel rispetto degli altri e delle molte donne, come, o diverse da me».

Claudio Amendola - I ragazzi del Giffoni incantati Amy Adams e Amendola ospiti
Claudio Amendola

L’attrice non è stata l’unica grande ospite al Giffoni perché è arrivato anche Claudio Amendola ottenendo un gran successo. L’attore romano approfitta del palcoscenico di Giffoni per annunciare i suoi nuovi progetti da protagonista. «Nella prossima stagione uscirà al cinema la commedia Hotel Gagarin, opera prima diretta da Simone Spada. Nel film interpreterò uno sconfitto che deve tentare di ricostruirsi una vita». A settembre l’attore sarà sul set, sempre da protagonista, della nuova serie televisiva Carlo e Malix, un mix tra il poliziesco e la commedia. Non si tira indietro alle domande dei ragazzi, che scherzano sulla sua fede romanista, e lui rilancia: «Per l'addio di Totti ho pianto come un vitello.

È stato un momento di cinema meraviglioso, che però sarebbe dovuto succedere un anno prima. Lui, la squadra e noi avremmo meritato che la sua ultima stagione fosse gestita con più intelligenza. Ammette di essere noto al grande pubblico per i ruoli da “coatto” e “duro”. A me affascinano i cattivi nel cinema ma è una sciocchezza anche anacronistica pensare che questo sia antieducativo. Altrimenti saremmo tanti Scarface. Al contrario, se pensiamo agli eroi buoni non vedo tutti questi medici in famiglia, dove invece ci si continua a scannare ogni dieci minuti».

Amendola non nasconde l’amore del cinema, ma ammette: «I ragazzi, che hanno visto il mio ultimo film ma non in sala, due ore al cinema non ci stanno senza guardare il cellulare. Io credo che l’uscita di un film debba essere in contemporanea nelle sale e in rete. Si dovrebbe ragionare su un diverso mercato della distribuzione cinematografica». Poi sprona i ragazzi di Giffoni a studiare: «Non fate l’errore che ho commesso io abbandonando gli studi al liceo, anche se poi ho recuperato facendo questo mestiere meraviglioso che mi ha messo in contatto con persona straordinarie. Mi mancano quegli anni di formazione che sono fondamentali per un adolescente. Mio padre Ferruccio, che era una persona straordinaria, non mi ha mai imposto niente, ma ai miei figli lo ripeto sempre, studiate!».

L'attore ha poi ammesso di volersi concedere una pausa da attore per passare al ruolo di regista, «dopo aver cercato di imparare il più possibile sui set, con registi come Scola, Gigi Magni, Marco Risi, Bolognini, Wilma Labate e tanti altri, tenendo la bocca chiusa e le orecchie ben aperte. E anche per soddisfare il mio egocentrismo, dato che per essere circondati da 80 persone che vogliono risposte soltanto da te è una figata».

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