Lasciatemi citare Nino Manfredi, grande attore prestato come tanti alla rèclame, quando diceva «Il caffè è un piacere se non è buono che piacere è». Un caffè fatto bene e servito meglio è davvero un'icona della nostra Italia. Ma l'argomento che voglio sottoporvi tratta delle piccole ma grandi differenze del sevizio.
Mi riferisco in particolare al bicchierino d'acqua poggiato con cortesia accanto all'espresso. Un gesto semplice, l'acqua infatti non si nega a nessuno, persino i ciclisti del Giro d'Italia si passano la borraccia nel momento del bisogno. Ma a tanti baristi, dal centro nord in su, non passa neppure per la testa. Al Sud invece il piccolo grande gesto è una cortese consuetudine. Quel goccio d'acqua, infatti, consente sia di pulire il palato per gustare il caffè, sia di dare al cliente un benvenuto in più.
Un appello dunque ai nordisti dal "braccino corto" capaci anche di stupirsi se addirittura osiamo chiederlo. Allora con aria di sufficienza aprono il rubinetto lasciano correre l'acqua, non tutti, e sgarbatamente riempiono bicchieroni da bibita. Un appello alla cortesia e alla completezza del servizio, dunque, come insegnano in tutte le "Coffee Academy" dei grandi marchi produttori.
Sarebbe giusto che le stesse aziende del caffè invitassero i gestori a fornire questo piccolo sevizio in più, magari con piccoli bicchieri brandizzati è una campagna di sensibilizzazione. Un piccolo sforzo per lasciare sempre un buon ricordo in chi varca la soglia del caffè, storico e centrale o "Bar dello Sport" che sia, l'importante è la cortesia.