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Nestore Bosco, una tradizione di 120 anni La lady Stefania con l'export nel dna

Festeggia 120 anni l'azienda vitivinicola abruzzese Nestore Bosco e l'amministratrice Stefania, che incarna la quarta generazione, svela che il bisnonno vendeva il vino alla Germania già a fine ‘800

di Monica Di Pillo
 
04 agosto 2017 | 10:26

Nestore Bosco, una tradizione di 120 anni La lady Stefania con l'export nel dna

Festeggia 120 anni l'azienda vitivinicola abruzzese Nestore Bosco e l'amministratrice Stefania, che incarna la quarta generazione, svela che il bisnonno vendeva il vino alla Germania già a fine ‘800

di Monica Di Pillo
04 agosto 2017 | 10:26
 

Uno sguardo profondo e un sorriso gentile, ma allo stesso tempo schietto, che trasmettono sicurezza e determinazione. Sì, perché lei, Stefania Bosco, quarta generazione dell’azienda vitivinicola Nestore Bosco, che quest’anno compie 120 anni, nel suo ruolo di amministratrice ci mette il cuore, la testa, la grinta, la determinazione e la passione, con quel senso di responsabilità, quella voglia di prendersi cura delle cose e di trasmettere tradizioni, emozioni, come solo le donne sanno fare. È una delle lady del vino abruzzese, Stefania Bosco, oltre a essere vicepresidente della sezione agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara e membro della giunta della Camera di Commercio di Pescara.

Nestore Bosco, una tradizione di 120 anni La lady Stefania con l'export nel dna

L’azienda che lei guida sta per spegnere 120 candeline, come giudica questo importante traguardo?
Appartenere alla quarta generazione di vignaioli, anche se ormai c’è mio nipote Giovanni che incarna la quinta generazione, è sicuramente motivo dei grande orgoglio. Quando il bisnonno Giovanni sposò Giulia Consorte, proprietaria terriera a Spoltore e produttrice di olio, era il 27 maggio del 1897. Lo steso giorno nacque anche la nostra azienda. Il mio bisnonno fondo l’azienda ai Colli di Pescara, lì costruì le vasche sotto terra, avviò la produzione. A fine ‘800 vendevamo già il vino sfuso in Germania.

Per voi l’export ha radici antiche?
Sì, il mio bisnonno aveva trovato il modo di vendere il vino sfuso ai tedeschi, che già all’epoca apprezzavano il nostro Montepulciano d’Abruzzo. Poi arrivò nonno Nestore, un ragazzo del ’99, cavaliere di Vittorio Veneto, che, grazie alle sue competenze nel 1919 fu assunto alle Poste. La mia bisnonna Giulia voleva per lui il posto fisso, ma nonno Nestore riuscì a resistere alle Poste solo pochi mesi, lui desiderava continuare le orme paterne e lavorare in azienda.

Nestore Bosco, una tradizione di 120 anni La lady Stefania con l'export nel dna

Quando l’azienda venne trasferita da Pescara a Rosciano?
Mio padre Giovanni nel 1982 lasciò i Colli pescaresi e trasferì la cantina a Nocciano, dove l’anno dopo, nell’83, facemmo il primo imbottigliamento. Lì siamo cresciuti professionalmente mio fratello Nestore ed io, entrambi alla guida dell’azienda, anche se con ruoli differenti: mio fratello è enologo e segue le vigne e la parte tecnica; mentre io mi occupo dell’amministrazione e degli aspetti finanziari. Entrambi ci occupiamo del settore commerciale.

E oggi quali sono i vostri principali mercati?
Abbiamo 70 ettari di terreni e produciamo 600mila bottiglie ogni anno, con referenze che spaziano dal Montepulciano d’Abruzzo allo Chardonnay, al Trebbiano e al Cerasuolo, fino a Malvasia, Moscato e alle bollicine, passando per tutti gli autoctoni, Pecorino, Passerina e Cococciola. Il 70% della nostra produzione è destinato ai mercati esteri. I nostri principali mercato sono rappresentati da: Stati Uniti, Canada, Paesi europei e, negli ultimi tempi, vi stiamo espandendo anche in Asia.

Stefania Bosco - Nestore Bosco, una tradizione di 120 anni La lady Stefania con l'export nel dna
Stefania Bosco

Quali sono i vini più richiesti all’estero?
Il Montepulciano d’Abruzzo rappresenta il 60% dell’intera produzione, poi ci sono tutti gli altri vitigni. Ma, purtroppo, pur essendo il vino che rappresenta e connota maggiormente la nostra regione, il Montepulciano d’Abruzzo non è adeguatamente tutelato: su 10 bottiglie ben 7 non sono imbottigliate in Abruzzo. Questa è una politica che premia chi vende cisterne e non chi fa qualità, ostacolando la crescita del nostro territorio e dei suoi vini nostri vini. Bisognerebbe indicare nelle etichette il luogo di imbottigliamento, oggi velato da una sigla, identificabile dalla Asl, ma non dal consumatore finale.

Altri rimedi da attuare per far crescere l’Abruzzo del vino?
Migliorare la comunicazione e la promozione dei nostri vini, ambasciatori della nostra regione e delle sue bellezze. È quello che stiamo cercando di fare come Camera di Commercio di Pescara e come Confindustria Chieti Pescara.

Nestore Bosco, una tradizione di 120 anni La lady Stefania con l'export nel dna

Come sono viste le donne nel mondo del vino?
I tempi sono cambiati, quando sono entrata io in azienda eravamo pochissime, ma oggi, dati alla mano, il 30% delle aziende vitivinicole italiane è di proprietà di donne, anche le enologhe rappresentano il 10%.

Per informazioni: www.nestorebosco.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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