Si è concluso ShowRum Italian Rum Festival, uno dei più importanti eventi del panorama italiano sul mondo del rum. L'evento è stato un’occasione per fare il punto della situazione sullo stato dell’arte del settore.
I lavori sono iniziati ufficialmente il 6 ottobre, dove una commissione di degustazione composta da giornalisti, barman, bartender ed addetti del settore beverage, assieme al sottoscritto, si sono chiusi in una stanza per due giorni per assaggiare e valutare alla "cieca" oltre 100 distillati di canna da zucchero. I prodotti erano stati suddivisi per categorie: rum agricoli e tradizionali, rum bianchi, invecchiati, prodotti di distillerie e di imbottigliatori indipendenti, cachaca, rum speziati e aromatizzati.
Nella seconda fase di
ShowRum si possono vedere moltissimi espositori ed assaggiare i loro distillati. Contemporaneamente vengono tenuti dei seminari e delle masterclass condotte da produttori o da esperti del settore, dove vengono trattati nel dettaglio argomenti che spaziano dalla mixology, alle tecniche di miscelazione, risparmio al bar, abbinamento rum-cibo, storie e racconti sul rum ed il suo affascinante mondo. Dopo 5 anni questo evento è sempre cresciuto in qualità di contenuti e quantità sia di espositori che di pubblico partecipante.
Leonardo Pinto
Un appuntamento ormai fisso per il comparto del rum e dei distillati in Italia. Lecito chiedersi ogni volta che si arriva qui a Roma quale sia lo stato dell’arte del comparto. «Siamo contenti per la buona riuscita della manifestazione - risponde il direttore
Leonardo Pinto - e per il fatto che la manifestazione sia diventata importante. Questo perché il rum sta diventando importante e la tendenza è quella a considerare il rum un distillato serio da degustazione e non più solo in miscelazione per cui l’attenzione del pubblico verso questo prodotto si fa sempre più alta. Fondamentale a questo proposito il ruolo giocato dall’enogastronomia perché l’attenzione che il settore ha catturato agli occhi del grande pubblico ha coinvolto anche tutto quello che ruota attorno all’enogastronomia e quindi in fondo anche i distillati».
Tendenze, gusti, sensazioni, ma alla fine ciò che conta sono i numeri e quindi capire se le vendite e i consumi di rum sono aumentate nel nostro Paese: «Se guardiamo al mondo del rum in generale no - spiega Pinto - nel senso che il consumo del distillato è leggermente in calo. Se guardiamo però al rum da degustazione i consumi stanno crescendo e questo è indice del fatto che gli italiani stanno bevendo meno, ma stanno bevendo meglio».
Una nota che offre la possibilità di effettuare riflessioni importanti attorno al settore. Ad esempio si potrebbe dire che la tendenza degli ultimi anni ad un consumo di rum “da discoteca” e quindi ricco di zuccheri per catturare i consumatori poco consapevoli sia passata di moda. «Questo è strettamente legato a quanto detto - conferma Pinto - il rum sta prendendo forma come un distillato serio che dunque prende il suo gusto dal tipo di produzione, di fermentazione, di invecchiamento e non grazie agli additivi. Questi sono quelli che si stanno facendo largo e stanno conquistando i clienti».
A questo punto dunque val la pena premere sull’acceleratore e sfatare anche alcuni falsi miti che bene non facevano al comparto. «Diciamo che i luoghi comuni nascono e prendono forma quando c’è poca informazione - ammette il direttore della manifestazione - e dunque eventi come questo, ma non solo, stanno comunicando la cultura del rum e appena arriva la cultura si sa spariscono le banalità. Ci sono rum tradizionali ad esempio che nulla hanno da invidiare ai Rum Agricole. Ciò che cambia e sul quale bisogna porre grande attenzione è il lavoro che ci sta dietro alla produzione di un certo tipo di distillato. Quando c’è un lavoro serio e qualificato la materia prima assume un’importanza leggermente minore. Ricordiamo che la differenza tra un Rum Agricole e un rum tradizionale sta nella materia prima ma quel che cambia davvero e fa la differenza è il processo che viene dopo».
Stiamo anche forse superando quell’ostacolo che portava un’etichetta a proporre versioni differenti a seconda dei Paesi di distribuzione: «Sì - afferma Pinto - stiamo superando la differenza nazionale nel senso che un prodotto così come nasce viene distribuito su tutti i mercati. Qualche anno fa invece la stessa etichetta cambiava gusto e profumo a seconda del Paese in cui veniva distribuito ma ora la tendenza si sta invertendo».
Alba Maria Cabral Pena-Gomez
Tra i protagonisti della manifestazione la Repubblica Dominicana che è stata presente con molti stand. Per il Paese il rum rappresenta un valore determinante sia in termini di economia che in fatto di contributo sociale e culturale. «Sì è un prodotto che ci contraddistingue e sul quale puntiamo molto - spiega l’ambasciatrice in Italia della Repubblica Dominicana
Alba Maria Cabral Pena-Gomez - basti pensare che in media esportiamo 3,5 milioni di casse di rum in tutto il mondo. Questo perché la qualità e i differenti marchi prodotti sul nostro territorio sono riconosciuti e apprezzati. Inoltre abbiamo controlli di sicurezza e sulla qualità che sono riconosciuti in tutto il mondo. La promozione è affidata alle singole aziende, forse si potrebbe fare qualcosa di più e ci stiamo provando partecipando a queste fiere. In Italia ad esempio non sappiamo la portata delle nostre esportazioni».
Davide Boncimino
Direttamente interessati all’evoluzione del rum anche i bartender. Tra i presenti a Roma anche
Davide Boncimino, giovane ma con alle spalle già numerose esperienze: «Il mercato è in espansione - dice - e me ne sto accorgendo anche in Asia. L’utilizzo di rum di media e alta qualità sta crescendo nel mondo dei cocktail. In un Daiquiri non si usa più un rum medio-basso ma si inseriscono prodotti di qualità perché la gente se ne accorge, apprezza e lo degusta anche da solo. Il bello è che la gente sta proprio percorrendo un percorso di avvicinamento al rum gustandolo prima nelle versioni più semplici e classiche e poi affinando sempre più la ricerca di quello preferito e di qualità».
SHOWRUM TASTING COMPETITION - BEST IN CLASSSono 25 le etichette premiate nell'ambito della ShowRum tasting competition 2017, unica gara italiana con degustazioni alla cieca dedicata a rum e cachaça, nella quale i rum sono divisi per anni di invecchiamento e per alambicchi di provenienza, oltre che per tipologia. È l'unica competizione al mondo, inoltre, che premia, grazie a una giuria di esperti nazionali e internazionali solo il “Best in class” per ogni categoria. Riportiamo di seguito tutti i Best in class 2017 nelle categorie di riferimento.Traditional 100% Column 1-3
Rum Whisper AntiguaTraditional 100% Column 4-7
DonQ AnejoTraditional 100% Column 8-15
Ron Veleiro Reserva EspecialTraditional 100% Column >15
(ex aequo)Havana Club Anejo 15 anosMalecon Selección Esplendida 1982Traditional Pot Still & Blended No Age Declared
Appleton Estate Reserve BlendTraditional Pot Still & Blended Unaged
Wray & Nephew White OverproofTraditional Pot Still & Blended 1-3
J. Wray GoldTraditional Pot Still & Blended 4-7
Doorly’s XOTraditional Pot Still & Blended 8-15
Appleton Estate Rare Blend 12Traditional Pot Still & Blended >15
Appleton Estate 21Solera Ageing No Age Declared
La HechiceraSolera Ageing up to 15
Matusalem Gran Reserva 15Solera Ageing >15
Quorhum 23 SoleraAgricole Style Unaged
Arcane CanecrushAgricole Style 1-3
La Mauny SignatureAgricole Style 4-7
Trois Rivières VSOPAgricole Style > 7
Trois Rivières Triple MillesimèIndependent Bottlers No Age Declared
Plantation 20th AnniversaryIndependent Bottlers up to 7
Banks 5Independent Bottlers > 8
Mezan Guyana 2005Cachaça Unaged
Avuà Prata CachaçaCachaça Aged
Cachaca Magnifica Reserva SoleiraSpiced/Flavoured
DonQ Oak Barrel SpicedBest Packaging
DonQ Gran AnejoPer informazioni:
www.showrum.itCredito foto in gallery: Alberto Blasetti
ShowRum 2017 (foto: Alberto Blasetti)
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