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#ilmestieredelpizzaiolo sia insegnato nelle scuole pubbliche

di Sergio Miccù
presidente Associazione pizzaiuoli napoletani
 
03 novembre 2017 | 08:57

#ilmestieredelpizzaiolo sia insegnato nelle scuole pubbliche

di Sergio Miccù
presidente Associazione pizzaiuoli napoletani
03 novembre 2017 | 08:57
 

Al traguardo dei 20 anni dalla nascita, l’Associazione pizzaiuoli napoletani ha lanciato una raccolta firme per chiedere di inserire nei programmi degli istituti alberghieri la qualifica di Addetto ai servizi di pizzeria.

Era il 1998 quando, con l’intento di tutelare il pizzaiolo, sino ad allora una figura trascurata da tutte le altre associazioni di categoria, nacque l’Associazione pizzaiuoli napoletani. Da allora abbiamo lavorato sodo, talvolta in concerto ma più spesso da soli, per mantenere fede alla “mission” dell’Apn e raggiungere importanti traguardi.

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Ad esempio, abbiamo dato alla Pizza napoletana un’identità definita, la “Pizza napoletana Stg”; abbiamo valorizzato la pizza napoletana e i prodotti campani d’eccellenza attraverso i nostri associati e insieme alle filiali dell’Associazione pizzaiuoli napoletani presenti in Cina, Giappone, Taiwan, Stati Uniti, Australia, Serbia, Portogallo, Brasile, Croazia, Algeria; abbiamo promosso e organizzato eventi di caratura nazionale e internazionale, come il Guinness world record “La pizza più lunga del mondo”; promuoviamo e sposiamo progetti di onlus come “Pizzerie contro la fame”, rivolto a combattere la fame nel mondo.

Ora siamo vicini al riconoscimento dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani come patrimonio immateriale dell’Unesco, grazie alla raccolta di oltre 2 milioni di firme. Il prossimo naturale obiettivo sarà quello di far inserire il mestiere del pizzaiolo all’interno dei programmi scolastici degli istituti alberghieri, con la qualifica di “Addetto ai servizi di pizzeria”.

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Sono 60mila le pizzerie tradizionali e da asporto attive in tutta Italia, 150mila i pizzaioli e aiuto-pizzaioli impiegati nelle pizzerie nei weekend. E sono numeri in continua crescita. L’Apn non chiede di attivare un Programma operativo nazionale (Pon), ma un percorso formativo triennale specifico che permetta, ai ragazzi che vogliono intraprendere il mestiere del pizzaiolo, di avere un riconoscimento dallo Stato italiano, quindi dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Come per la qualifica di operatore dei servizi della ristorazione o la qualifica di operatore dei servizi di ricevimento, chiediamo che l’addetto ai servizi di pizzeria sia una qualifica valida sia in Italia che all’estero, dove il possesso di un attestato fa da discriminante per l’ottenimento del lavoro.

Per raccogliere consensi e stimolare l’interesse verso la proposta abbiamo istituito una petizione sulla piattaforma Change.org, legata all’hashtag #ilmestieredelpizzaiolo, e abbiamo inoltrato al Miur la richiesta di discutere la nostra proposta nelle sedi competenti. È impensabile che non vi sia, per un mestiere così rilevante per l’economia e la tradizione italiana, un programma scolastico in grado di formare i ragazzi e avvicinarli a un mestiere che potrebbe fornire loro degli interessanti sbocchi professionali e lavorativi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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