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10 recensioni su TripAdvisor a 130 euro Un ristoratore: «Sorrido, li compatisco»

di Federico Biffignandi
 
30 ottobre 2017 | 11:52

10 recensioni su TripAdvisor a 130 euro Un ristoratore: «Sorrido, li compatisco»

di Federico Biffignandi
30 ottobre 2017 | 11:52
 

Ormai si sa, il 99% delle recensioni di TripAdvisor sono artefatte. Inizia così la mail inviata da una “società” che si occupa di ottimizzazione del posizionamento di hotel e ristoranti nei siti di recensioni. A riceverla il ristorante Alla Galleria di Marone (Bs) di Marco Merler che subito ce l'ha segnalata.

Confessa che gli è scappato un sorriso di compatimento non appena ha terminato di leggere la mail, e non lo si può certo biasimare. La reazione spontanea è la stessa, anche per chi non è direttamente interessato. Perché? Perché il testo della mail recita quanto segue: “Da tempo, e abbiamo una certa esperienza, abbiamo centinaia di clienti sparsi in tutta Italia soddisfatti del nostro lavoro. Abbiamo la possibilità di far crescere la vostra attività in classifica e il vostro fatturato con recensioni genuine e scritte da potenziali veri utenti. Con solo 10 recensioni positive si sale sui vari siti di recensioni in maniera esponenziale con un immediato aumento dei clienti. Risultati garantiti al mille x mille. Vi aiutiamo ad essere visibili. Affidati a noi, rilassati e aumenta i tuoi clienti. Le recensioni verranno rilasciate tutte con 5 palline. 10 recensioni: 130 euro”.

(10 recensioni su TripAdvisor a 130 euro Un ristoratore: «Sorrido, li compatisco»)

Il sorriso di compatimento nei confronti del mittente di questa mail sorge perché dal punto di vista di queste "agenzie" ristorazione e accoglienza sono mestieri sbeffeggiati, sminuiti, considerati un passatempo o un divertimento, un hobby perché tanto - si sa - è tutta questione ormai di palline e di recensioni fasulle, comprate. Ma lo sfogo del titolare del ristorante, pacato perché fatto di compassione appunto, dice in poche parole tutta la bellezza e l’assoluta dignità che ristorazione e accoglienza meritano: «Dedichiamo tutto il nostro tempo con amore e dedizione al lavoro che amiamo». Certo non sono solo i professionisti di questo ambito a dedicare anima e corpo al proprio lavoro, ma chi conosce l’ambiente sa davvero quanti sacrifici stanno dietro per mandare avanti un’attività.

Ma a che servono anima e corpo se tanto è tutto “artefatto”? Sembrano dire questo gli alleati di TripAdvisor&Co e così ecco che scappa il sorriso di compassione. Se solo sapessero quanto ristorazione e accoglienza facciano bene all’economia italiana (se tutelati e valorizzati come meritano). E invece il concetto dei siti di recensione e chi ha il compito di procacciare false recensioni si ribalta completamente nel momento in cui invitano ristoratori ed albergatori a “rilassarsi e aumentare i clienti affidandosi a noi”. Guadagno facile col minor sforzo possibile, una proposta da Gatto e la Volpe. Una proposta che svilisce il settore, una proposta che soprattutto mette a repentaglio la qualità del settore stesso. Il circolo è stretto e vizioso: compro recensioni contando quindi sull’arrivo di più clientela, le recensioni tuttavia le pago, dunque non pongo attenzione sul servizio tanto ho le recensioni che sono il mio “sponsor” principale e poi da qualche parte devo risparmiare visto che per 10 recensioni ho già sborsato 130 euro.

Due altre note meritano una riflessione: da una parte l’ammissione che il 99% delle recensioni siano “artefatte”. Ora, che sia o meno una trovata di marketing per convincere i ristoratori a mettersi alla pari con gli altri è possibile, ma che ormai quella che era una voce stia diventando sempre di più una reale consapevolezza è un dato di fatto. Un bene perché gli utenti “veri” di TripAdvisor probabilmente diminuiranno e un ulteriore “bene” perché in questo modo - si spera - ristoratori e albergatori usciranno da quel tormento che è recarsi compulsivamente sulla propria pagina del Gufo a vedere cosa è stato scritto sulla propria attività. Tanto è tutto finto. Tanto ormai lo sanno anche i clienti o potenziali tali.

L’altra nota è quella che emerge quando il mittente della mail scrive: “Vi aiutiamo ad essere visibili”. Consapevoli del fatto che “essere visibili” coi loro mezzucci sia deplorevole bisogna tuttavia far proprio il concetto di essere visibili, comunicare, farsi vedere. Non ad ogni costo, ma in modo più strutturato e chiaro sì. Ancora troppi ristoratori e albergatori trascurano questo aspetto, ancora troppi pochi professionisti marcano presenza sui social in modo professionale. Quasi tutti hanno un sito web, ma sono pochi quelli che attirano davvero l’attenzione con quel sito. Questo sul virtuale, ma anche nella vita reale scarseggia la comunicazione, prova ne è il dilagare di “acchiappini” che ancora sostano fuori dai locali cercando di portare gente a mangiare lì: una campagna di comunicazione un po’ d’altri tempi, fuori moda, ormai addirittura fastidiosa. Combattere TripAdvisor con una comunicazione propria efficiente non potrebbe forse essere una soluzione?

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