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A Tavola con... Alessandro Meluzzi «Il vino rosso ha il sapore della terra»

di Andrea Radic
 
08 dicembre 2017 | 09:22

A Tavola con... Alessandro Meluzzi «Il vino rosso ha il sapore della terra»

di Andrea Radic
08 dicembre 2017 | 09:22
 

Nato a Napoli da madre riminese e padre napoletano, cresce a Torino, un'infanzia che definisce non semplice. Psichiatra, criminologo. Vive nel Monferrato con la moglie Maria e produce vino rosso con ben 12 etichette.

Alessandro Meluzzi siede con piacere alla tavola del ristorante di Alfredo Zini, Al Tronco a Milano. «Amo la cucina tradizionale, abolirei quei piatti rettangolari e la cosiddetta rivisitazione, una parola che mi fa venire l'orticaria. Cerco le trattorie storiche in cui la grande tradizione culinaria dei popoli si sedimenta e si tutela. In un ristorante cerco innanzitutto la tipicità - dice apprezzando il tagliere di salumi toscani tra cui finocchiona e salame di cavallo proposto da Sandra Zini - sono onnivoro anche se non mangio spesso la carne, ma una bella costata alla fiorentina una volta al mese è ottima. L'alimentazione non può essere un'ideologia».

Alessandro Meluzzi (A Tavola con... Alessandro Meluzzi «Il vino rosso ha il sapore della terra»)
Alessandro Meluzzi

Iniziamo dalle tue origini così variegate...
Piemontese, la mia casa è nel Monferrato ad Albugnano (At) vicino a Castelnuovo Don Bosco nella zona di produzione della Freisa e della Barbera, dove in una grande casa, il monastero del Rul abbiamo, io e mia moglie, un po' radicato le nostre vite

È vero che bevi solo vino rosso?
Sì e lo produco, la linea si chiama appunto "Monastero del Rul", fatta di dodici vini per dodici mesi, ognuno con il nome di una mia poesia. Producendo vino è difficile dire sia un lavoro, vista la bassissima redditività, ma in termini umani è molto piacevole. Nella mia visione un po' contadina e tradizionale, arcaica e poetica trovo che il vino rosso abbia il sapore della terra. Intenso, forte, profondo caldo, mi fa pensare a grandi focolari con ceppi che bruciamo, a colonne di pietra, grotte di tufo, luoghi dove la terra celebra i suoi riti millenari.

Sei spesso in televisione dove tratti temi importanti, dalla criminologia alla politica estera…
Anche le vicende di costume di cui parliamo al mattino con Eleonora Daniele a "Storie italiane" su Rai 1. O le grandi questioni della politica estera di cui parlo nella mia rubrica settimanale, ogni sabato alle sette del mattino su Rai Parlamento: dalla Merkel a Trump, da Putin alla Cina, ai temi dell'immigrazione. Un editoriale, le mie opinioni.

A cosa si può legare la tendenza criminale?
Nella nostra personalità è presente anche una radice antica, evolutiva dell'aggressività che la nostra mente riesce, nella stragrande maggioranza dei casi, a mantenere sotto controllo, ma se questo equilibrio si spezza, allora il cervello violento, che viene dal passato, l'"io animale" si esprime anche nelle forme più efferate. A volte è l'incapacità di riconoscersi nell'altro a scatenare l'aggressività. Aggressività e amore sono in fondo entrambi componenti ineliminabili della storia umana.

Aldfredo Zini e Alessandro Meluzzi (A Tavola con... Alessandro Meluzzi «Il vino rosso ha il sapore della terra»)
Aldfredo Zini e Alessandro Meluzzi

Dunque ami la campagna e la terra…
La dimensione della terra è qualcosa alla quale anche uomini di successo in altri ambiti non possono non attingere. Come il gigante Anteo che per riprendere forza doveva toccare la madre terra che l'aveva generato. Infatti Ercole riesce, in una delle sette fatiche ad ucciderlo, perché lo ottiene sollevato da terra e lo soffoca.

Il valore cui più tieni?
La verità: ci fa liberi. Poi ognuno deve gestire i propri compromessi sul piano dei comportamenti, delle relazioni sociali. Ma se rinunciano alla ricerca della verità rinunciamo alla nostra identità. Sto scrivendo un libro intitolato identità e felicità, dove la tesi è: come una pianta senza radici non attrae acqua e linfa e finisce per seccare così la ricerca dell'identità storica e della cultura emozionale, è la base della felicità degli individui e quindi delle comunità e dei popoli. Se un individuo perde verità e identità diventa scolorito, perde le proprie caratteristiche.

Se il lavoro non è solo profitto dove sta il valore del creare?
Sta nella relazione d'oggetto, far stagionare un prosciutto o coltivare un campo o lavorare il legno per una sedia, è qualche cosa che deve distaccarsi dal mero consumo a distruggersi, ma difendere dalla consunzione dell'usa e getta che ha trasformato gli oceani in laghi di spazzatura.

La campagna aiuta a riflettere?
Trovo tra boschi colline e vigneti quella tranquillità dell'anima e quell'equilibrio della percezione dell'ambiente che rende la vita meritevole di essere vissuta.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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