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I cuochi Gvci “occupano” McDonald's Civile protesta in nome del cibo italiano

Contro la scelta di avere McDonald's come uno degli sponsor di Expo 2015 offerti prodotti italiani davanti al padiglione della multinazionale. Il Forum del Gvci inaugurato alla Saps-Pentole Agnelli. Expo per i cuochi italiani nel mondo ha dimenticando il messaggio su cui si fonda: nutrire il pianeta attraverso la sana alimentazione

29 giugno 2015 | 15:02
I cuochi Gvci “occupano” McDonald's 
Civile protesta in nome del cibo italiano
I cuochi Gvci “occupano” McDonald's 
Civile protesta in nome del cibo italiano

I cuochi Gvci “occupano” McDonald's Civile protesta in nome del cibo italiano

Contro la scelta di avere McDonald's come uno degli sponsor di Expo 2015 offerti prodotti italiani davanti al padiglione della multinazionale. Il Forum del Gvci inaugurato alla Saps-Pentole Agnelli. Expo per i cuochi italiani nel mondo ha dimenticando il messaggio su cui si fonda: nutrire il pianeta attraverso la sana alimentazione

29 giugno 2015 | 15:02
 

Una protesta pacifica ha “invaso” Expo. Oltre 150 cuochi italiani, appartenenti alla rete itchefs.Gvci (Gruppo virtuale chef italiani), un network che conta oggi oltre 2.500 professionisti della ristorazione italiana nel mondo, hanno espresso la loro indignazione nei confronti di un’Esposizione universale che nei fatti sta venendo meno all’impegno che aveva preso: nutrire il pianeta, attraverso un’alimentazione sostenibile.



Expo 2015 diventa il simbolo di una contraddizione vivente nel momento in cui sceglie la multinazionale statunitense del fast food come suo sponsor. E i cuochi italiani di Gvci non ci stanno. Pagano il biglietto d’ingresso all’Esposizione universale, sfilano sul Decumano di Expo con le loro giacche bianche, e occupano gli spazi di fronte al padiglione di McDonald’s, degustando e facendo degustare dei prodotti agroalimentari riconosciuti come presidi Slow Food. L’obiettivo? Promuovere i valori e la qualità dell’agroalimentare made in Italy.

«Siamo indignati - ha dichiarato Aira Piva, membro storico di Gvci - perché Expo 2015 poteva essere un messaggio unico e irripetibile di buona e sana nutrizione, invece, anziché sfruttare questa occasione puntando su contenuti sostenibili, si è abdicato al compromesso commerciale. Noi, da italiani espatriati amiamo profondamente l'Italia, così abbiamo attuato questa forma simbolica di protesta civile presso McDonald’s, che tra l'altro ha attaccato in uno spot un caposaldo della nostra cucina nel mondo come la pizza, per dire che si poteva rinunciare a soldi facili e porre maggiore attenzione a contenuti più profondi e coerenti al tema. Se Expo avesse seguito la strada indicata da Carlin Petrini, avrebbe rispettato i contenuti che anche noi cuochi ci aspettavamo».



Con questa dimostrazione si è aperta la parte pubblica della 4 giorni italiana dell'Italian cuisine in the world forum, giunta alla sua quinta edizione che nei prossimi giorni arriverà a Firenze dopo essere partita domenica sera con un evenbto organizzato a Lallio (Bg) nella sede di Saps-Pentole Agnelli. Un’occasione, promossa da itchefs-Gvci, per discutere del futuro della cucina italiana nel mondo, nella speranza che venga riconosciuta come patrimonio dell'Umanità Unesco e che non a caso è partita dall'azienda simbolo in Italia del lavoro di un cuoco: il più storico e riconosciuto produttore di pentole. Un nome un simbolo, al punto che tutti i cuochi del Gvci sono stati immortalati in foto ricordo col tema "non toccatemi la padella". Immagini che a breve Italia a Tavola proporrà ai lettori come omaggio a questi nostri connazionali.

A fare gli onori di casa ai 150 cuochi italiani giunti da tutto il mondo, il presidente di Pentole Agnelli, Baldassarre Agnelli, insieme a Maurizio Di Dio e ad alcuni degli sponsor della giornata, Longino&Cardenal (che ha fornito fra gli altri la carne e i gamberi utilizzati nella cena curata da Tano Simonato *, Chicco e Bobo Cerea ***, Matteo Scibilia e Claudio Sadler **), il Consorzio Grana Padano, l'azienda agricola Salera e Ferrari. Tutte aziende leader che hanno voluto fare o un omaggio ai cuochi italiani che nel mondo tengono alto il valore, anche culturale, della nostra cucina.

I cuochi Gvci alla sede di Saps-Pentole Agnelli

L'evento si inserisce nelle molte iniziative che itchefs-Gvci organizza nel mondo da quando Mario Caramella lanciò questo network virtuale negli anni '90 per dare forza e valore al lavoro di tanti professionisti che di fatto rappresentano la 21ª regione italiana e che spesso ancor più dei colleghi che operano in Italia si sentono fedeli a prodotti e tradizioni. Proprio questo attaccamento alle nostre radici spiega anche l'iniziativa di protesta contro McDonald's e l'Expo nonchè il giro per l'Italia che fra oggi e domani porterà a visitare molti produttori per poi chiudere i lavori del Forun con un convegno mercoledì a Firenze. A bordo di 3 camper attrezzati, una brigata di chef, giornalisti, distributori di prodotti alimentari e clienti di ristoranti di Dubai, percorrerà in particolare l’Italia da nord a sud su un’ideale rotta che conduce alla metropoli degli Emirati Arabi Uniti, dove dal 27 ottobre al 6 novembre prossimi si terrà l’Italian Cuisine World Summit

Il tour farà soste per assaggiare la cucina di cuochi e ristoranti che rappresentano il meglio della cucina italiana contemporanea come Enrico Bartolini (Devero – Cavenago)**, Mauro Uliassi (Uliassi – Senigaglia)**, Heinz Beck (La Pergola Cavalieri Hilton – Roma)***, Alfonso ed Ernesto Iaccarino (Don Alfonso – Sant’Agata sui due Golfi)**, Rosanna Marziale (Le Colonne – Caserta)*, Angelo Sabatelli (Sabatelli – Monopoli)*, Antonella Ricci (Forno a Ceglie Messapica)*, Vincenzo Candiano (Locanda Don Serafino – Ragusa)** e Pino Cuttaia (La Madia – Licata)**. Tutti questi cuochi parteciperanno al Summit di Dubai. In un tour come questo non poteva mancare la pizza di alta qualità e per questo i camper si dirigeranno a Caiazzo, per provare la pizza di Franco Pepe (Pepe in Grani).



«Il tema al centro dell’Italian cuisine in the world forum - dichiara Mario Caramella - è nutrire il pianeta. Noi siamo qui anche in ragione del fatto che c'è Expo e ci sentiamo responsabili di questo tema. La percezione del fare cucina italiana è cambiata e continua a evolversi, sempre al meglio, anche se ci sono delle persone a che continua a praticare un modo sbagliato di fare cucina sbagliata, ma questa piccola parte si sta riducendo sempre di più.

«Importare prodotti italiani - continua Caramella - per noi che lavoriamo all’estero non è facile. Io lavoro a Singapore da 4 anni e lì non si possono importare né carne né salumi. Stiamo cercando di spiegare alle autorità la situazione, e proviamo a spingerli a darsi da fare, ma al momento non è cambiato nulla e le situazione resta così come è. In alcuni paesi è una guerra persa».

Per concludere ricordiamo che il Gvci è la seconda realtà importante che prende posizione contro l'Expo. Di fatto il network condivide la di sostanza fatta da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che aveva definito Expo «un’occasione persa», accusando gli organizzatori dell’evento di avere dato più spazio alle grandi multinazionali che ai piccolo produttori. E in effetti McDonald’s vende suoi ricchi hamburger e le sue specialità fritte in un grande spazio ben visibile a tutti, mentre Slow Food si è dovuto accontentare di un’area più ridotta e in una posizione poco agiata. Uno spazio oggi valorizzato dal Gvci che dopo la puntata dedicata alla ricerca e alla formazione fatta da Saps-Pentole Agnelli oggi si è dedicata temi più "politici".

La nota di McDonald’s Italia
In merito all'iniziativa del Gcvi, McDonald's Italia ha inviato una nota che di seguito riportiamo integralmente, ricordando come la posizione dei cuochi non nasca tanto dall'uso di questo o quel prodotto, quanto dal tipo di proposta alimentare e dal mix di ingredienti usati. Non a caso i panini di McDonald's hanno figurato per anni nella black list del ministero della Pubblica istruzione.

«Cogliamo l’occasione di questa visita a sorpresa - dichiarano i portavoce di McDonald’s Italia - per ribadire che le eccellenze della gastronomia italiana sono da anni presenti nel nostro assortimento grazie a rapporti molto stretti con i fornitori e le filiere agroalimentari del made in Italy. Se parliamo di formaggi, è ormai dal 2008 che utilizziamo prodotti di origine Dop come il Parmigiano Reggiano, l’Asiago, il Provolone Valpadana, oltre a formaggi tipici quali la caciotta di Morolo, il pecorino e la mozzarella. A conferma di questo l’8 luglio tornerà in tutta Italia il nostro panino con Parmigiano Reggiano Dop, il 280 Grammi Parmigiano, dopo il quale sarà la volta del 280 Grammi Speck Alto Adige Igp che entrerà nella nostra offerta il 29 luglio».

«Non solo in questi anni abbiamo promosso la conoscenza dei prodotti Dop e Igp in Italia - continua McDonald’s Italia - ma abbiamo favorito la loro distribuzione anche all'estero. Ne è esempio proprio il Parmigiano-Reggiano Dop fornito da Parmareggio che, grazie a noi, è stato esportato nei ristoranti McDonald’s di tanti altri Paesi. La collaborazione con i produttori e i consorzi dei migliori prodotti italiani è un impegno per noi sempre più forte con l’obiettivo che la nostra filiera, già oggi all’80%, diventi italiana al 100%».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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