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Un’Italia a Tre Forchette che fa bene al settore

Se il vertice delle guide è in parte scontato, ci sono molti interessanti indirizzi che vale la pena scoprire in una composita e variegata geografia nazionale delle buone tavole. Un momento magico per la cucina italiana

di Andrea Radic
 
24 ottobre 2016 | 20:28

Un’Italia a Tre Forchette che fa bene al settore

Se il vertice delle guide è in parte scontato, ci sono molti interessanti indirizzi che vale la pena scoprire in una composita e variegata geografia nazionale delle buone tavole. Un momento magico per la cucina italiana

di Andrea Radic
24 ottobre 2016 | 20:28
 

«I nostri ristoranti sono botteghe rinascimentali - dice Massimo Bottura - capaci di creare un nuovo turismo, quello gastronomico». Una definizione che calza a pennello con lo spirito del Gambero Rosso racchiuso nei “Ristoranti d’Italia 2017”. Nelle sue 704 pagine la guida sciorina ben 2.420 indirizzi con schede comprensibili che guidano alla fantastica avventura del cibo.

Massimo Bottura torna in vetta anche sul palco del Gambero Rosso, dopo il successo raccolto a Firenze con i tre cappelli della guida dell’ Espresso. Identico anche il secondo posto che va a Heinz Beck della Pergola Hotel Cavalieri di Roma. E Davide Oldani continua, anche col Gambero, a vincere il premio “Novità dell’anno”.

Heinz Beck e Massimo Bottura

Heinz Beck e Massimo Bottura (foto: Ansa)

Queste analogie così spiccate con premi analoghi significano solo una cosa: o è davvero così o la superficialità e la pigrizia vincono sulla ricerca e sulla voglia di differenziarsi. Ma deve essere buona la prima delle due possibilità perché appena un gradino sotto ci sono Andrea Berton, Bobo Cerea, Antonino Cannavacciuolo, Annie Feolde, Pino Cuttaia, Mauro Uliassi ed Enrico Crippa.

Ma se il vertice è in parte scontato ci sono molti interessanti indirizzi che vale la pena scoprire in una composita e variegata geografia nazionale delle buone tavole, in un momento magico per la cucina italiana. E finalmente anche i ristoranti all’interno dei ristoranti trovano la giusta fama come il St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina o La Siriola dell’Hotel Ciasa Salares.

Dice bene Paolo Cuccia presidente del Gambero Rosso, nel definire la cucina italiana alla ribalta del mondo e nel chiamare “campioni” coloro che hanno meritato le tre forchette.

È il periodo delle presentazioni delle guide, potrebbero sembrare eventi tutti uguali, ma non è così, assolutamente, perché ognuno ha il suo carattere e la sua declinazione. Comune invece il messaggio di valore che questi momenti trasmettono con forza e convinzione nel promuovere il settore gastronomico, nel dare spazio e attenzione al tesoro italiano dell’enogastronomia.

Ed è un elenco, quello delle tre forchette, che abbraccia tutto il Paese, che valorizza il sud, che coglie cucine innovative e di grande mano dai monti del trentino alle piccole isole, dalle coste alle città. Una cucina con forte presenza femminile come Martina Caruso del Signum di Salina premiata come Chef emergente. Bello che sia una donna e giovane, a sfatare il falso mito che le cucine dalla disciplina militare siano difficili per il gentil sesso. Voglio segnalare tra i premi speciali Eugenio Boer per i piatti di pasta e il piemontese Massimo Camia per come utilizza i formaggi.

La guida del Gambero ci regala anche le migliori Osterie che premia con i tre gamberi, locali dal sapore antico e tradizionale, capaci di offrire piatti che soddisfano la storia di luoghi e culture che per altri versi stanno andando perdute. Come l’Osteria della Villetta a Palazzolo sull’Oglio della famiglia Rossi da generazioni o All’Osteria Bottega di Bologna vero tempio della tradizione delle due torri.

Eccola dunque quest’Italia fatta di impegno, professionalità, sacrificio e passione, quella dei nostri ristoranti e delle migliaia e migliaia di donne e uomini che ogni giorno con costante entusiasmo ci offrono il menu.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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